INCONTRI/HOBAN · al servizio del materiale che mi si presenta. Esso mi trasporta dove vuole e io non potrei dire perché lo seguo. Questo materiale mi chiede di essere reso più comprensibile e più piacevole. Qui finisce la mia responsabilità di scrittore, e il fatto che lei e io Io capiamo non ha grande importanza. L'uno e il due Mi colpisce il fatto che Kleinzeit, in cui il lettore è. testimone del rapporto tra lo scrittore e la sua carta gialla, sia un roma~zo che sembra presentare il principio secondo cui l'autore non è il creatore di ciò che scrive, ma colui che si limita semplicemente a trasmettere quello che riceve. Non mi è sembrato che questo principio fosse così evidente in Kleinzeit, comunque rappresenta ciò che penso. Non credo di essere il creatore di ciò che scrivo, ma piuttosto il medium attraverso cui giungono alcune informazioni. È difficile per me vedere in che modo le altre persone possono pensarla diversamente. Parlando del mestiere di scrittore non uso mai il termine "creativo". Credo che noi tutti siamo particelle di un'unica coscienza, e che la forza vitale motore dell'intero universo esige da noi di essere suoi organi di percezione. Vuol dire che lo scrittore è dotato di una "sensibilità seconda"? Lo è nel senso che riesce a percepire ciò che vuole manifestarsi, avendo gli strnmenti per renderlo manifesto. Lei sta dicendo che lo scrittore dovrebbe abbandonare il senso del razionale e del determinato; tuttavia può sembrare un 'ironia della sorte che la sua stessa opera - con la sua brillante organizzazione, la sua inventiva e immediatezza - of- . fra proprio qualcosa che si oppone a ciò che lei ha appena sostenuto. Sono lusingato, ma credo che ciò che lei sta cercando sia, di comprendere l'essenza delle cose. Ritengo che ricevere qualcosa e offrirla nel miglior modo possibile significhi alcunché di essenziale e primordiale. C'è una fusione tra umiltà e arroganza: umiltà nel senso che io nori mi ritengo un creatore - non posso creare nulla, percepisco solamente-; arroganza nel senso che ho fiducia delle mie percezioni e che, se mi ab-· bandon'o completamente, esse si combineranno in maniera davvero importante. Ha mai pensato con attenzione a ciò che definisce un romanza? · No, non mi preoccupo di dare una definizione o una limitazione al romanzo. Può accadere che classificare romanzo il libro su cui sto lavorando costituisca un atto di chiarezza. !-<orse Il pelle_grino non è un romanzo, forse il pensiero mat<.>n,deè più importante di quello narrativo. La mia ultima opera potrebbe essere una successione di saggi frammentati piuttosto che un vero e proprio romanzo, e comunque penso · che tutto questo-non conti molto. Un libro rappresenta un'azione - qualcosa che si muove - e non importa che cosa ab60 Glenda Jackson nei"film di John lrvirig tratto da Diario della tartarug_a (1985) bia una posizione di preminenza, se un personaggio, un evento, un pensiero o una delucidazione. Si sentirebbe d'accordo con l'affermazione di Henri Berg: son (che potrebbe adattarsi molto bene a Kleinzeit): "Il comico esprime, oltre al restò, anche una speciale mancanza di adattabilità alla società?" · La società ha da fa.re i conti con il problema del consenso. Ognuno di noi è d'accordo con il minimo comune denominatore della realtà con la quale si ha a che fare, e il comico o il visionario o l'estatico può scegliere di non rispettare quel consenso. Io non lo rispetto. Spesso la gente mi chiede che cos'è la fantasia. Rispondo che, se ci sono più persone in questa stanza, e se qualcuno di noi ha in mente un drago verde, . allora il drago è parte della realtà di questa stanza. Con questo esempio affermo che la realtà consiste in qualunque cosa mi venga in mente, in qualunque modo. Wittgenstein ha detto: "Il mondo è qualsiasi cosa sia il caso", e credo che questa citazione definisca la realtà. Nel Diario della tartaruga lei si serve di nuovo di una "duplicità", in questo caso rappresentata dai personaggi di William e Neaera, che occupano capitoli alternati. Le due figure sono' differenziate per certi aspetti, ma curiosamente simili nella loro natura e nelle loro reazioni ... Mi è sembrato che essi avrebbero percepitò alcune sensazioni in modo simile e tuttavia non sarebbero stati in grado di andare al di là 'della singola azione che compiono.
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