Linea d'ombra - anno VI - n. 31 - ottobre 1988

LAMINACCIA Dante Liana A prì la porta; uscì in strada, vide la sua macchina e, sulle prime, non notò nulla; ma mentre si avvicinava all'automobile i segni di qualcosa di strano gli si andarono componendo come le immagini frammentate in un film di suspense: primo piano: una pozza d'acqua sotto l'automobile. Stacco. primissimo piano: l'acqua è mischiata con un iridescente rivo oleoso. Stacco. campo medio: il protagonista si piega sui talloni per guardare sotto la macchina, mentre pensa: "sta perdendo acqua". primi piani alternati di tubi di gomma rotti, le mani del protagonista che esaminano uno dei tubi, pendente e sgoc- . ciolante olio come gli arti di un assassinato in un film, recisi evidentemente con coltelli. piano sequenza: tutt'intorno a)l'auto, ammaccata a colpi di martello, i parafanghi sfigurati da fendenti sistematici, impazziti, y.n faro rotto,· il volto del protagonista che si va alterando: ira, spavento, terrore; (I cerchioni erano tutti rotti e da qualcuno fuoriusciva ancora l'aria attraverso il taglio netto del machete (o dell'ascia) e l'acqua scorreva verso il marciapiede, placidamente mischiata con il liquido dei freni, con la benzina, con l'olio, alla ricerca, come il muso d'un cane, dello scolo - una mano sopra l'altra). Stacco. piano americano: il protagonista, solo, con le mani sui fianchi, in.credulo davanti all'auto distrutta. E da lì zoom verso un foglio di carta che il vento agita lievemente, attaccato al parabrezza della macchina. Il protagonista lo strappa da dove si trova e lo regge con una mano inentre si passa l'altra tra i capelli. Stacco. · · primo piano del foglio, dove si può leggere: "La prossima volta toccherà a te, comunista filio di troia". Dissolvenza. Sapeva che lo avrebbero minacciato ed erano vari giorni che aspettava la mi_naccia,sicuro di riceverla. A volte, di notte, si svegliava con la adrenalina che gli martellava nel cervello e doveva mettersi a sedere sul letto per riprender fiato. Paura allo stato puro. Nonostante questa certezza, nonostante avesse cercato di prepararsi al momento in cui lo avrebbero minacciato di morte, quel momento solitario alle undici della notte, mentre regge un foglio di carta tremante, sotto la luce bianca del neon, davanti alla macchina mortalmente ferita, quello fu il suo momento di terrore, di purpureo avvicinamento alla paura allo stato puro. Stiamo parlando di ciò che sente un uomo terrorizzato perché qualcuno minaccìa seriamente di ucciderlo. La paura si presenta come necessità di fare immediqtamente qualcosa e, al tempo stesso, come certezza dell'impossibilità di qualsiasi azione. Eccolo lì: che contempla senza far nulla l'auto distrutta, fra le mani il foglio della minaccia, senza riuscire a pensare. L'adrenalina è qualcosa di molto importante: ne sentiva correre l'acida merce verso il cervello, -dove il terrore aveva preso il posto del pensiero; verso il cuore, che palpitava senza rumore ma pili velocemente; verso lo stomaco indolenzito; verso gli intestini che si torcevano pompando contrazioni per gli sfinteri e, nella vescica, una pietra che esigeva, èsigeva disperatamente che si recasse in bagno. Fu la prima cosa che fece: primà di tutto entrò iri casa e camminò rapidamente, senza rispondere alla domanda di sua moglie ("Hai già messo dentro la macchina?"), chiuse con forza la porta e scaricò una liquida e calda parte della sua angoscia nella tazza tonda del water. Credette che la diarrea lo avrebbe liberato dalla paura, ma quando uscì dal bagno sentì che le mani erano fredde, e non per l'acqua del lavandino, e che pure i suoi piedi erano freddi, e che il solo fatto di raccontare .alla moglie della minaccia gli faceva di nuovo scattare molle pesanti nello stomaco. Lei lo vide e spalancò gli occhi già grandi: "Ch_e è successo?", disse, come se gii! sapesse quel che era successo. Non potè dirglielo, non aveva neppure il coraggio di raccontarle cosa era accaduto, come se raccontarlo significasse ripeterlo, raddoppiarlo, rendere pili gigantesco il terrore. "Vieni a vedere", le disse e la fece uscire iri strada; e lei disse molte cose (ora non ricordabili) e camminò intorno all'auto e vide il foglio della minaccia, e interpretò, come di dovere, il suo ruolo di custode dell'istinto di conservazione: "Devi nasconderti, devi andar via dal paese" e partì di corsa a chiamare un tassi, mentre lui pensava che non doveva andare così, che era un'avvertimento e che perciò quella notte non lo avrebbero toccato ... non ancora ... Entrarono di nuovo in casa e si scambiarono uno sguardo che, tra altre cose, esprimeva la verità: la sensazione di esserè completamente soli. Non quella piacevole di essere un punto nell'universo, quando si sta di fronte al mare in una notte chiara, e del mare sono appena percepibili il bianco della· schiuma che ribolle improvvisa sull'arena, pili il suono profondo della sua esistenza: no, era la certezza di perdersi nella pili oscura delle selve: quella del terrore, quella di una società che ha perdutò da moltissimi anni il senso della solidarietà, perché ognuno è occupatissimo nella preservazione di sé. . . ' Con le mani tremanti aprì la dispensa e ne tirò fuori un bicchiere, in cui versò una buona dose di liquore. Il collo della boÙiglia tintinnò contro ii bicchiere. Bevve col desiderio di trovar pace (e, se poss.ibile, l'oblio; ma ... in che modo?) e il liquido gli andò per traverso (la gola chiusa?) e tossì. con forza, ma poté sentire il caldo piacere del liquido che scorreva per le viscere e lo rimetteva un poco in sesto. Vide sua moglie che sfogliava la guida telefonica cercando il numero dei tassì. E, nel vederla, circolò per le sue mani, per le sue braccia, una sorta di sicurezza, di solidarietà, e si rese conto che la sua mente co.minciava a rasserenarsi, che la paura sta- . va retrocedendo. "Non chiameremo il tassi", le disse, "a che scopo?". E discussero brevemente; scoramento, sale sulla lingua, braccia molli, abbandonate sui fianchi come in una drammatica deposizione: perduti. Non c'era altro da fare che lasciarsi accompagnare dalla televisione mentre passavano le ore della notte: era rimasta 53

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