POESIA/Y ACINE cerclé, e vorrebbe metterlo in scena. Siamo subito d'accordo, e facciamo il giro dei teatri di Parigi. Ma in Algeria c'è la guerra. Tutte le porte si chiudono. lo cambio casa. Dopo una perquisizione, devo lasciare la Francia. Vado prima in Italia, poi a Tunisi per mettere in scena il testo a Cartagine, con una compagnia di studenti. Siccome sulla compagnia soffia un vento d'anarchia e io non ho alcuna esperienza di teatro, telegrafo a Serreau, senza troppo sperare nel suo arrivo; perché so che ha sempre difficoltà finanziarie. Arriva in extremis. Con poche parole rimette ordine nella compagnia. Siccome il responsabile degli_stude~t_ifa vendere i biglietti a un prezzo molto alto e siccome gh algenm del F.L.N., molto numerosi a Tunisi, non hanno ricevuto, in tutto e per tutto, che due biglietti d'invito, entriamo nell'ufficjo dalla finestra per requisire la metà dei biglietti e distribuirli gratuitamente, per lo più ai pas- , santi. E fu così che vedemmo venire a teatro una tribù di nomadi, con donne e bambini, e i bis degli attori strappavano urla alla marmaglia: una serata bellissima, il mio primo successo teatrale ... Dopo aver rappresentato Cadavre encerclé a Bruxelles e a Parigi in condizioni•semiclandestine, bisogna aspettare l'indipendenza per presentare pubblicamente Femme sauvage al teatro Recamier, e poi.Les ancetres redoublent en férocité al T.N.P. · Per questa realizzazione ho in mente di proiettare un avvoltoio su uno schermo. Serreau conosce un attore senegalese, Bachir Touré. Quella presenza, quella voce rendono moltissimo, soprattutto perché Touré ritrova nel folclore senegalese un canto ancestrale ispirato all'avvoltoio ... Bisogna essere Serreau, essere stato attore prima di essere regista, conoscere gli attori non soltanto di Parigi, ma addirittura dell'Africa, per-realizzare uno spettacolo così. "Ho subito scoperto", dice Socrate, "che non è grazie alla saggezza che i poeti creano le loro_~pere,_~a per un ~erto P?tere naturale e per l'ispirazione, come gh mdovm1 e-1profeti che dicono tante belle cose, ma non capiscono niente di quello che dicono". "La poesia", dice Shelley, "non è come il ragionamento una facoltà che uno può esercitare a suo gradimento ... nemmeno il più grande poeta potrebbe dirlo". Blake confessa di aver scritto il suo poema Mi/ton senza premeditazione. Keats non era consapevole di quanto scriveva "come per caso o come per magia", e quanto scriveva gli pareva "la produzione di un altro". Goethe: "I canti mi hanno fatto, non sono stato io a fare loro". Più lapidario, Rimbaud: "lo è un altro". Wordsworth era in stato di trance quando concepì.la sua celebre ode: "Le cose che cadono e si dissplvono ... " · Ho conosciuto questo stato ."secondo" durante un inverno, a Parigi, mentre stavo portando a termine, con accanimento e quasi simultaneamente, Nedjma e Le cadavre encerclé. In meno di due mesi tutto fu compiuto. Ero in piena, come un corso d'acqua sotto un temporale. Scrivevo seduto, in piedi, mangiando e persino dormendo, di punto in bianco mi venivano delle strofe o delle frasi che mi svegliavano di soprassalto ... Tutto.ciò dimostra quale parte abbia l'inconscio nel lavoro del poeta e dello scrittore. Siamo lontani dalla politica. Alla vigilia della Prima Guerra mondiale e della Rivoluzione d'Ottobre, James Joyce è un marziano. Dal 1904 non pensa ad al- :'trochea scrivere la sua opera più astratta. Gli avvenimenti esterni lo lasciano indifferente. A un'amica che gli domanda se un giorno tornerà in Irlanda, risponde: "Sono forse partito?". La questione dei rapporti tra arte e politica è cqsì complessa che non se ne può dire niente senza doversi ben presto contraddire. Balzac, il legittimista, diventa un best-seller nei paesi socialisti. Maj~kovskij, il più grande poeta rivoluzionario dell'U. R.?-~-, arriva a suicidars_ipo_co dopo aver rimproverato a Esemn la v1ghacchena del suo suic1d10. Bisogna fare dell'arte un affare di Stato? Sì, se è per dare agli 46 artisti i mezzi per vivere e per produrre, ma no se lo Stato pretende di controllare o di sovrintendere. La libertà d'espressione esige l'indipendenza. Dunque bisogna scegliere tra la peste e il colera: il potere politico o il potere del denaro: entrambi generano la censura e l'autocensura. Il mondo libero non esiste. Unico giudice, in linea di principio, dovrebbe essere il pubblico. Ma si può tuttavia assicurare il successo di un'opera senza il verdetto del pubblico. Soprattutto ai giorni nostri si può creare un successo solamente attraverso i media:. La letteratura si pianifica, ma diventa anche insulsa e meccanica. La programmazione delle opere d'arte abolisce il caso e sopprime il rischio. Cos'è però l'arte senza il caso e senza il rischio? Oggi uno scrittore che ha la fortuna di ricevere un mensile dal suo editore è tenuto a produrre un romanzo all'anno, o ogni due anni. Orbene, per scrivere Nedjma, ci ho messo sette anni. Il fatto è che l'arte, come il vino buono, richiede molto tempo. Può darsi che i condizionamenti e le esigenze sociali di una committenza aiutino a far maturare certe produzioni. Ma, in generale, i condizionamenti e le committenze fanno sì che uno debba arrabattarsi per concludere in tempo. Quandò facevo parte della redazione di "Alger Républicain", il giornalismo militante in un quotidiano mi ha insegnato a scrivere in fretta, in qualsiasi circostanza. Alla lunga mi sono reso conto che perdevo il mìo stile. Per ritrovarlo mi sono stati necessari molti anni di lavoro solitario e accanito di scrittore. C'è dunque, in definitiva, tra· l'arte e la politica, una dialettica· della scrittura che reclama nello stesso tempo l'esperienza di vita e la solitudine. Scrivere, per me, è vivere questa contraddizione. (dà "Libération ", 20-7-1988; trad. di Egi Vo/terrani) NOIDONNE Ottobre1988 Grandangolo ascuolaconmaestrìa ReportageGermania Inchiesta: rtigianeaRoma Dossier: il sessodell'auto SOCIABB0NATII Versamento di lire115.000 sulc/cn.60673001 intestatoa Cooperativa LiberaStampa. viaTrinità deiPellegrini12. .00186Roma, Telefono06/68645626864387 . •
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