POESIE Kateb Yacine Kateb Yacinehaavuto inFranciaun successoletterarioin qualche modo stupefacente:non aveva ancoradiciotto anni (è nato a Costantina nel 1929)quando venivapubblicata la sua prima raccoltadipoesie, Soliloques. A diciannoveanni "Le MercuredeFrance" pubblicava i suoi versi intitolati Nedjma. Lavorava già per "Alger républicain", reporterinArabiaSaudita, in Sudan, nell'Asia CentraleSovietica. Smette questa attività nel '51. Le cadavre encerclé, tragediain treatti, apparesu "Esprit" nell'ult(mo numerodel '54 (I atto) e nelprimo del '55 (II e III). Quest'opera"teatralesaràpubblicatadaSeui/nel '59insiemecon Le cercle des représailles; Poudre d'intelligence e Les ancètres redoublent de férocité, in una raccoltacon la prefazione di Edouard Glissant. Il lavorosul linguaggiofatto dalgiovanepoeta magrebinoè evidente già nelleprime opere. Il fantasticareevocativo e la risposta in versifanno pensare.atecnichedi scritturae d'espressionechesanò state dei surrealisti-edi altri movimenti letterari.Questaelaborazionedi tecnicheletterarie è ancorapiù sorprendentenel romanzo Nedjma (1956;in Italiaedito da JacaBook nel 1978)epoi in Polygone étoilé (1966). Nedjma, second0 J. Dejeux,.ha rappresentato unasvoltanel romanzomagrebino:miscugliodi generiletterari,vocabolariolussureggiante,tuffo nelleprofondità dell'inconscioalgerino.L'autored'altrondedicevacheunagranparte delsuo lavoro si sviluppavanell'inconscio,aprendocosì laporta a una interpretazione psicoanaliticaaccanto ad al(ri numerosi approcci. In Nedjma, per esempio, non c'è unosviluppo cronologicocoerente. "La rriem,orinaon hasuccessionecronologica" (Polygone étoilé). Frammentidi realtàvissutae di realtàsognatasi mescolanocon la realtà immaginatae con i ricordi del passato. Kateb ama raddoppiare,'dareconleripetizionidiversipunti di vistaparticolaridello stessoavvenimentoo dell'immaginedi un certopaesaggio.I personaggi sono spesso intercambiabili:Kateb ha parlato di "autobiografiaalplurale". Frasinominali,frasi,brevi nelfuoco dell'azione e dellafebbre si alternanoconfrasi lunghe,fiumi diparafechenon finisco·nomai, momentiprolungati indefinitamente.Kateb utilizza i ma'na, allusionitratte dalla linguae dallasaggezzapopolari. Il testo infine si immerge, in generale,in un 'atmosferapoètica dove si opera la liberazionedell'immaginarioe dell'energiaincosciente. "Ero come uno oued sotto un temporaleinatteso" dichiaraval'autore. Come sottofondo nellasua operasi manifesta l'utilizzazione del mito, la sua intromissionenello scontro con i grandi drammi dell'esistenzadelpoeta: l'identità collettivadellanazionescampar- . sa, gli antenati di nuovo all'originedellanazione, il vagabondare mutilante. Sui rapportidiKateb Yacinecon ilsurrealismo,con i suoiaspetti rivoluzionari,lesue.ricerchesugliautomatismide/l'inconscioèfondamentaleil brevesaggiocliJ_acquelinAernaud comunicatoal I IncontroMondialedelleFrancofonie,aPadovanel 1983.La Arnaud vede lascritturadi Kateb Yacinecome un rendicontodell'incontro trapoesiaefollia; ma secondo un doppioprogetto, politicoe autobiografico. Per quanto avventurato in complessesperimentazioni, nellasua ipotesidi autobiografiaalplurale, cioè ripercorsanel delirio, nel discorsoipnotico, eccetera,Kateb Yacinepretendedi non registrarema di ricostruireil discorsodi unagenerazionechecome lui ha ricercatoinsiemela liberazionedelpropriopaesee lasuaidentità. In questo atteggiamentola sua scritturarisultaforse più vicina a quelladi Aragon quando questiavevagiàpreso le distanzedal surrealismo,ed è influenzataprobabilmente,più che dai surreali42 sti, da Rimbaud e da lautréamont. Secondo l'Arndud "soprattutto il suo orientamentopoliiico in un'epoca in cui era in gioco la liberazionedel suo paese dal potere coloniale, lo allontanada ricerchepuramentesperimentali".Tuttavianel 1963egliafferma "una_ confidenza totale nel verbo in quanto tale",-un "rifiuto di addomesticarsi",un gustoper la libertà"fossepure imbarazzante",che vanno nel sensodel "lasciatetuttò!" di Breton. "Sono posseduto da una speciedi demonio interioreche mi spinge a scavarein me stesso più a fondo possibile". Altri punti di incontro '(con Breton) sono lapredilezioneper il sogno, l'allucinazione,il delirio, la follia. JacquelineArnaud è morta un annoe mezzofa, pocoprima che presso leEditionsSindbad uscisseil volumedi Yacineda leicurato L'oeuvre en fragments (per quest'operaè stato assegnatoal poeta algerinoil PrixNational des Lettresen Franceper il 1987).A Parigi Kateb Yacineabitava da lei. Con lei, neitasua casaapertaagli scrittori del Magrebe ai loroprogetti, eglifigurava come un mae-· stra, secondoun modellodi comportamentoimprontato "dallaesigenza continua di libertà", e come cernieradelle ricerche che animavano i diversicircuitilinguisticidel Nord Africa, da/francese al berbero,dall'arabodialettalea quello letterario.Il rapporto con JacquelineArnaud mediava la sua relazionecon l'attività letterariain Franciae il suo impegnonell'arabodialettalediventato prevalentedopo il suo ritorno, nel '72, nell'Algeria liberata,dove ha sviluppato un'intensa attività soprattutto drammaturgica. Algerialiberata,maper lui non "libera", soprattutto nelleformulazioni settariedellaculturadi regime.L'aspirazioneallalibertà ·è sempre stata per Yacine senza indulgenza, fin dal periodo · dell'attività clandestinae della lotta di liberazione. "Quello che soprattutto e più intensamenteammiro in Kateb Yacine", sostenevaallora Jean Daniel, "è la sua libertà, ethe""a quella libertàsiapervenuto solamenteper le esigenzedellasua arte. Unalibertàspavaldache, oggisoprattutto, non cessadi sorpren- _ dere. Il dramma algerinosembra esserefondato sulla volontà di sbarazzarsidell'ereditàfrancese_.Chequestodrammapossaoggiessereespressoda un artistache improvvisamentediventa il rinnovatore del teatro e del romanzo francese è di per sé un fatto che conferisce-caratteristichedi complessitàsia al dramma stesso che_ all'artista.Ma c'è di più. Nell'ambito stessodellasua visionerivolùzionariaKatebsi sbarazzadi ognidipendenza;rifiuta tutte lechiese, insistendocontro tutte le ortodossie(compresaquellaper cui si può battere).Spezzando i suoi legamiper trovaremeglio le sue radici è in prima fila nella ricostruzionedell'autenticitàalgerina. Solamentelasuaartepoteva liberarloda tutti i complessiche, normalmente, inibisconoil colonizzato. Infatti ha avuto modo di affermare quanto il periodo pre-islamico, cioè berbero, e 'quello post-islamico,cioèfrancese, costituisconoai suoi occhiapporti insostituibilichegarantisconolaspecificitàalgerina.Pensochemolti sappianoquanto coraggioci vuole, cioè quanta libertà,per affermare queste cose". · Molto esplicitamented'altraparte, giànel 1962, Yacinedichiarò: "Da noi il Corano ha esercitatouna censuraevidentesu ogni forma di poesia. D'altraparte il marx/smoha avuto lo stessoruolo. Ogni dottrina, religiosao filosofica, finisce sempreper punire duramente il poeta che se ne fa corifeo. E quando non può esprimersi in piena libertà, il poeta soffoca". Egi Volterr·ani
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