Linea d'ombra - anno VI - n. 31 - ottobre 1988

SAGGI/MASI Il rapporto malsano con l'ambiente è solo la forma visibile di determinati rapporti economici e di potere · fra gli uomini. un sostanzialè nichilismo, e anche all'incapacità di sbarazzarsi davvero di quanto era vizioso e da scartare nelle vecchieideologie. Per quanto mi riguarda, non vedo perché non dovrei far uso del patrimonio concettuale di cui dispongo, anche per individuare dove non sia più utile e soprattutto dove contribuisca esso stesso al rovesciamento di valori, da cui soQ.o tHrbata. A un primo livello di analisi, un'interpretazione derivata da Marx rende intelligibili i modi di pensare e di comportarsi che mi apparivano assurdi o folli o criminali. È subito evi-· dente che i valori invocati dai sostenitori di progres~o e svi- ·1uppo incondizionati non provengono da un altro pianeta ma sono il prodotto della stessa concezione um.anistico-borghese alla quale mi parevano opporsi. Il disvelamento della natura . bifronte di quella concezione e la dialettica delle sue contraddizioni sono già tutti presenti nella critica dell'ideologia fatta da Marx. Risulta chiaro per quali vie da un'esaltazione estrema delle facoltà-dell'uomo si arriva al paradosso di considerare irrilevante la sua stessa persona, di negargli la libertà non solo di decidere, ma fin di conoscere quel che concerne le condizioni della sua esistenza, che si vanno programmaticamente distruggendo. Il valore d'uso è il presupposto dello scambio, dove beni .e servizi assumono la figura di merce; la figura di merce diventa primaria, e l'uso dei beni sua funzione. _Illavoro vivo si accumula in lavoro morto nella figura del capitale; il capitale assoggetta il lavoro vivo e lo trasforma .in cosa. Lo "sviluppo" non è solt;mto della produttività crescente grazie a rìuove tecniche, ·col conseguente aumento di beni disponibili; è anche sviluppo dei meccanismi di assoggettamento e distruzione, progressivamente dilatati e ne~essari, fino a trasformarsi in movente e scopo. ' Nella struttura economica studiata da Marx, sono i lavoratori salariati ad esser trasformati in merce. Per una scelta primaria di ordine etico (non confessata) Marx e i rivoluzionari che l'hannò seguito si pongono dalla parte dei salariati: la mercificazione di questi è interpretata come forma visibile della più universale reificazione dell'uomo messa in atto d_alla stessa borghesia che ne aveva proclamato i "Diritti". Questa intuizione è a monte dell'interpretazione "scientifica" del capitalismo e della storia, e col trascorrere del tempo la sua rispondenza al vero si fa sempre più trasparente. I valori dominanti che mi fanno paura sono nati e cresciuti, identici e opposti, nel grembo di quelli che mi hanno nutrito. In ogni sfera dei rapporti fra Stato, società, individuo. Nell'economia, l'opzione per il libero sviluppo e il libero mercato si estende al punto di imporsi coattivamentr; e senza alternative. Nel campo scientifico, il primato dell'uomo e il suo dominio sulla natura si affermano così totali, da imporre ai più l'obbedienza coatta alla cieca sperimentazione dei sapienti. Nella vita politica, la massima estensione della democra- .zia maggioritaria e del sistema di delega si identifica con la nul38 lificazionedella volontà popolare. Nel meccanismo sono inclusi_ i sindacati. È favorita l'estrema proliferazione di organismi di democrazia diretta, alla base, da inglobare allegramente jn una sorta di unico e immenso "fronte popolare" controllato ai vertici. La libera associazione degli individui nei partiti si risolve nel potere incontrastato delle corporazioni partitiche. Il sistema di democrazia totale non lascia spazio, neppure teorico, all'opposizione al sistema stesso, asservisce diritto e psicologia. Il sistema rappresentativo è eticamente coinvolgente; fondato sulla libera espressione della volontà del cittadino, finisce per risucchiarlo tutto in sé senza lasciargli spazio neppure per la riserva mentale. Sul ricatto della "sovversione" possibile si costruiscono le teorie aberranti del pentitismo e della dissociazione< 3 l. Un'evoluzione analoga si ha nell'impiego della psicoanalisi come ideologia sussidiaria di legittimazione. Dissensie squilibri sono ammessi, se riportati all'interno del grande consenso e acquietati. A larghe schiere di giovani lobotomizzati, resi in-· differenti o rassegnati al disastro ecologico e alla propria degradazione quotidiana, non resta che concepire la felicità come consumo. L'identità degli opposti valori è occultata nel nostro paese da un fattore che maschera l'evoluzione della democrazia in società-Stato totale. Sapremmo riconoscere quest'ultimo nella figura fascista dello "Stato etico" gerttiliano; ma siamo confusi di fronte alla modernità nutrita di morale puritana che la colonizzazione anglosassone ci ha recata, per di più come alternativa allo Stato fascista. Non è facile per noi riconoscere come, in questa nuova versione, sotto un richiamò etico si celi la sopraffazione culturale e politicai4l_ Tanto più che·l'ideologia di legittimazione della "Democrazia etica" ha buon gioco nello spogliare la ex-sinistra delie sue difese, adducendo i risultati dei·paesi del socialismo reale a prova degli errori del pensiero critico. Le limitazioni al libero mercato e alla proprietà privata infatti non solo non hanno eliminato l'alienazione dei salariati ma l'hanno addirittura aggravata ed estesa alla quasi totalità della popolazione. Il processo di reificazione in realtà sì va estendendo a,tutti gli esseri umani indifferentemente nei sistemi democratici, in · quelli socialisti e in quelli fascisti o fascistoidi. L'esaltazione dei-valori del progresso e dello sviluppo, in funzione dell'assoggettamento totale di intere popolazioni alle decisioni di politici-tecnocrati-sapienti, è çomune a tutti, rappresenta la tendenza unitaria dell'intera civiltà mondiale. Condivisa, in prima fila, dai partiti comunisti anche dove sono teoricamente _all'opposizione. Occorre quindi ignorare come irrilevanti le reciproche accuse che si lanciano gli opposti sistemi politici e le rivendicazioni di "umanesimo", di cui ciascuna ideologia si attribuisce il monopolio. Sgombrato il terreno dagli equivoci semin;iti dalle ideologie di legittimazione dello "Stato etico", della "D!:!mocrazia etica", dell"'Umanesimo socialista", constateremo d'altra parte che, a un secondo livello di analisi, il pensiero marxista non

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