Linea d'ombra - anno VI - n. 31 - ottobre 1988

SAGGI/MASI SCIENZAEFUTURO APPUNTIPERI VERDI Edoarda Masi Alcuni anni fa, conversando con un amico moravo che vive a Praga, mi accorsi che il circuito della comunicazione sì"interrompeva ogni volta che facevo accenno alle difficoltà della vita quotidiana nel nostro paese - si trattasse della disoccupazione, della quasi impossibilità di trovar casa, dello stato di abbandono di chi è vecchio o cronicamente ammalato, o di simili altre infelicità causate dal contesto sociale. Qualche tempo dopo, dalla stessa persona mi giunse una 'lettera dagli Stati Uniti, dove si trovava da sei mesi per un giro di conferenze: "Cara signora", scriveva, "solo ora mi rendo conto di come siano vere molte cose che lei mi ha detto. Sarebbe utile che si conoscesse qualcosa di più, voi di noi e noi di voi". L'abuso della critica al mondo "capitalistico" a opera della propaganda ufficiale aveva distrutto lo strumento linguistico della comunicazione: una serie di nozioni non era più recuperabile, se non attraverso l'esperienza personale e diretta. Qualcosa di simile accade oggi all'interno della nostra società. L'abuso del linguaggio marxista o màrxisteggiante (ma anche di altri rami della tradizione socialista), le distorsioni del pensiero eversivo trasformato in ideologia di legittimazio-. ne, la caduta di alcuni aspetti di quello stesso pensiero in una situazione storica mutata, la sconfitta del movimento di protesta degli anni.Sessanta e il marasma dei Settanta, tutto questo ha contribuito a rendere non più comunicabili alcune verità oggi evidenti, utilizzando quanto era già stato scoperto o previsto nel passato. Un terreno di base, anche linguistico, è venuto meno. A una esperienza intellettuale accumulata non è possibile richiamarsi. Comunicare l'evidenza più semplice diventa così, se non impossibile, estremamente lungo; occorre sempre partire dall'esperienza immediata, per gradualmente risalire a concetti più comprensivi: col rischio di perdersi per strada, e di abusare dell'altrui pazienza. Impossibile ogni abbreviazione attraverso il riferimento a concetti comuni escostati, il terreno dell'intelligenza va ricercato a un livello elementare. E sempre col rischio di trovarlo contaminato dai luoghi comuni artificiali, non contestabili perché acquisiti dai media per automatismo più o meno subliminale. Queste riflessioni mi sono venute spontanee mentre cercavo di definire che cosa mi suscita repulsione, e allarme gravissimo, di fronte alle affermazioni e ai comportamenti di alcuni scienziati e specialisti di varie specialità, forse non maggiori ma certamente i pitÌ in sinlonia con le esigenze e le opinioni di chi ha in mano i meccanismi della produzione e il potere politico. Per esempio, c'è un punto comune a fisici, tecnocrati e politici sostenitori delle centrali elettriche nucleari e all'orbita composita e farisaica che invoca la "necessaria pausa di riflessione": considerare il perseguimento del progresso scientifico e tecnico e il correlato sviluppo economico e produttivo come una priorità ovvia e assoluta. Il resto rientra nella "tu- · tela della salute delle popolazioni" - un ostacolo in ultima analisi irrilevante se pur fastidioso, o tutt'al più un interesse da considerare sì, ma in via subordinata. Un altro caso fra i tanti è quello di molti medici, i quali avevano espresso il loro consenso a un progetto di legge ora modificato da una delle camere (presentato anche da parlamentari medici)che metteva automaticamente i corpi dei morti a disposizione dei chirurghi per il trapianto di organi, scavalcando i principi del nostro diritto per quanto concerne la tutela sia dell'integrità fisica, sia della libera espressione della v9lontà da parte del soggetto. Atteggiamenti analoghi emergono fra i biologi a proposito dell'ingegneria molecolare; fra i chimici a proposito di concimi, antiparassitari e diserbanti, e della miriade di altri prodotti parimenti nocivi alla salute e distruttivi dell'ambiente. Si potrebbe continuare a lungo con gli esempi. Nelle sicurezze così orientate, impressiona il difetto di autocoscienza. La priorità (a qualsiasi prezzo) del progresso scientifico e dello sviluppo economico non.viene affermata consapevolmente come una scelta fra le diverse possibili, ma còme qualcosa a monte di ogni discussione, come un punto di partenza necessario. Non un'evidenza razionalmente dimostrabile ma il riferimento· a una verità assoluta e primaria: attinente, come tale, non al sapere ma all'ordine dei valori, a un'istanza etica universale e base comune della società moderna e civile. Del resto, queste persone non fanno altro che adottare le categorie di giudizio "normalmente" impiegate: solo quando i _risultati arrivano agli estremi del paradosso'n cominciamo a renderci .conto di che cosa. sia la "normalità" quotidiana. Non è solo per l'ampiezza della sfera in cui oggi opera la scienza-tecnica così concepita che ti ritrovi_circondata da pericoli sconosciuti senza neppure più una tana o un'isola deserta dove rifugiarti, ma anche e in primo luogo per la percezione che gli scien·ziati-tecnocrati-manager-politici decidono e operano in base a valori opposti a quelli che credevi fondamento della convivenza nella tua civiltà. Intendo quelli che ruota.no intorno alla centralità dell'uomo e della-sua libertà· nel pensiero greco, in quello cristiano e umanistico, nel diritto romano. O, per essere più precisi, l'interpretazione e la forma compiuta che essi assumono nella coscienza borghese, quale si afferma definitivamente in Europa dopo la rivoluzione francese. Su di essi è costruita la fiducia nelle persone fra le quali viviamo, il consenso da accordare a un regime politico e a una forma di Stato. Nel vederli rovesciati e nello scoprire che la nostra qualità umana per principio (non già per violazione dei principi) è fatta pari a quella di marionette e le nostre vite sono strumento di fini a noi estranei, enunciati come tali e in•. discutibili, senza che quasi nulla più ci venga nemmeno comunicato del cammino da percorrere e dei mezzi impiegati per perseguirli, ci si ritrova smarriti: perché non sappiamo spiegarci da dove questo abbia avuto origine t2>. E quando semplicemente non si comprende quel che accade, si è impotenti, incapaci di opporsi e di difendersi. Credo che la difficoltà a comprendere, per la gente della ex-sinistra, sia grandemente accresciuta daWaver buttato via, o dal non riuscirea impiegare neppure in parte quale strumento di interpretazione (come accennavo sopra) l'intera eredità di un secolo e mezzo di pensiero e di opposizione. I pentimenti e le conversioni troppo rapide a pensieri fino al giorno avanti considerati semplicisticamente ."nemici" conducono spesso a 37

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