Rossanda. "Il processo del lunedì" è la trasmissione che amiamo di piu, perché ci riporta all'infanzia oratoriale, quando ascoltavamo i discorsi dei grandi e sentivamo pronunciare, noi milanesi e milanisti, con panico preventivo, i nomi del Meazza e del Lorenzi. E non si capiva niente. Adesso continuiamo a non capire nulla, siamo tra quei tre italiani che non hanno mai scritto racconti, non hanno' mai compilato poesie e non hanno neppure mai esordito come c.t. (commissario tecnico) della nazionale. Ascoltiamo con passione. Quando il Milan perdeva soffrivamo davanti alla tracotanza dei romani e dei napoletani. Diceva De Cesaris: "Er campionato ormai è chiuso. Nessuno ferma Mar.adona Giordano Careca ... Magica ... ". Ci siamo affidati a Cazzaniga, che è lo zio, che ha conosciuto Nordhal insieme con Skoglund al bar'della Paolo Sarpi, al bar Nacka, che non c'è piu perchè lo Skoglund, che era un gran bel giocatorino, si è bevuto tutto ed è tornato in Svezia senza un sòldo ... Chissà. Poi i romani e i napoletani li abbiamo visti impallidire t; soffrire fino all'inatteso miracolo: la conversione. Nel calcio succede ancora: scoprirsi all'improvviso rossoneri, berlusconiani, tricolori, scudettati, senza ombra di Grande Inquisizione, di ruote e di roghi. Così, mi è apparsa la Madonna ... Abbiamo, putroppo, perso la puntata post Urss-ltalia. Nella precedente il Biscardi si interrogava su chi mai dovesse marcare iri finale Gullit piuttosto che Van Basten. E li avanti un'ora ciascuno a dir la sua, a pr_oporreschemi e schemi. Non sono seguiti pianti e strepiti. Vale a dire: nel calcio i miracoli si ripetono. Il russo ha eliminato l'Italia e il russo è diventato di moda.' Ma la "Gazzetta", altrimenti la "Rosea", al calciomercato riscopre la guerra fredda: "Mosca gela la Juve", IL CONTESTO "L'ambasciatore Lunkov ultima carta di Boniperti", "I russi non mollano", "Lobanovski dice no". Al fronte in trincea, mentre un generale dei cosacchi respinge il' nemico invasore. Il linguaggio bellico è sempre piaciuto al calcio. L'attaccante che segna si chiama ''cannoniere'', una difesa si defini- . sce "bunker" e un "tiro ben piazzato" (meglio: "calibrato") può far saltare il "bunker". Il tiro è un "proiettile" se è teso e forte, o addirittura una cannonata. I "difensori" però "resistono sulle barricate", malgrado i "reiterati assalti", che possono essere parimenti condotti dai rossoneri, dai blucerchiati, dagli azzurri, dai nerazzurri, dai rossoblu, dai bianconeri, dai giallorossi, dai labronici, dai bergamaschi, dai veneti, dai diavoli, dai torinisti, dalle zebre, dai lupi irpini e persino dai canarini.· Il calcio è colorato e pure amico degli animali. Forse perché lo sport cerca sempre grandi sentimenti e semplici, negli entusiasmi e nelle tragedie. A proposito leggo quel che la "rosea" ha scritto di Bruno Giordano che ha rinunciato a un contratto da ottocento milioni: " ... è rimasto senza squadra. Può arrivare adesso, magari fra qualche .settimana; ma questo non fa che accrescere l'angoscia. Figuriamoci: gli altri partono per i ritiri e tu sei lì, con gli otto gol dell'ultimo campionato e tanti perché dalle risposte terribilmente difficili". Torniamo alla vita. Le altre facce. Le domande:. "Torino aspetta Boniperti. Sei in crisi o bluffi?". Le speranze: "Erikssori toglie lo scudetto al Milan". I timori: "Sul Verona pesa l'ombra di Elkjaer". I dubbi: "Inter che rebus. Vuole Madjer ma ha paura". La minaccia: "Careca sfida Van Basten". La fiducia: "Marchesi pensaci tu". Là sfiducia: "Mantovani Podisti milanesi, in una foto di Giancarlo De Bellis (Arch. "L'Unità") 23
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