IL CONTESTO I Sotuttodello·sport Oreste Pivetta I giornalisti sportivi (stampa e tv) disvelati e discussi di corsa, in mezzo all'immondizia. Lasciata ogni speranza, approdato al centro, stretto tra il bancomat e la cassa senza registratore del salumiere e del carrozziere, non mi resta che correre. E infatti un paio di sere alla settimana o di mattine, dipende dal lavoro, se non mi lascio prendere dall'angoscia o dal senso del ridicolo corro per lo piu lungo i marciapiedi che circondano l'ippodromo di San Siro per poi convergere alle salite della montagnetta e quindi, in discesa, al campo sportivo XXV Aprile. Il motivo di questa scelta logistica sta nella compagnia. Molti altri come me girano lì attorno e qualche volta alle mie spalle ho sentito ansimare Cova e Panetta. Trovo una ragione e una solidarietà alla mia fatica. Per il resto il viaggio è tra i piu penosi. Si esce dal QT8, che resiste pulitino e lindo, con qualche erba di troppo, ma pronto ancora a dimostrare che il razionalismo postbellico ripensato dal vecchio Bottoni in scala milanese non è stato poi un fallimento, come avrebbero voluto farci credere i post-moderni alla Portoghesi. Attraversata la strada accanto al Lido, evitato il solito velocista, si costeggia il muro di un ippodromo del galoppo. E qui s'avverte il primo effetto dilaniante e mortificante perché consumi asfalto e ossido di carbonio, mentre di là dal rriuro pascolano rari cavalli per prati verdi punteggiati da alberi d'alto fusto. Non che voglia proporre lo scambio, non avendo nulla •da rimproverare ai cavalli, ma solo la divisione dell'erba. Il paesaggio si mantiene aspro, tra le case dei ricchi asini~ stra (c'è anche il consolato sovietico, in mezzo) e il solito grigio muraglione. Una signorina all'angolo, in attesa, sorride. Ormai è una conoscenza. Veste una tuta per richiamarsi all'ambiente atletico. Il vialetto alberato sotto i condomini di Ligresti stile scuderie moltiplicate per sei piani concede un attimo di pace se si tiene la testa puntata verso l'alto per ignorare una infinità di "Trotto sportsman", programmi, biglietti, una poltrona bruciata, due sacchi di rifiuti, una copia di "Sex perverx" e una dozzina di preservativi fradici. Siamo tornati alla vita urbana. Ci rimane un marciapiede non asfaltato diviso da una siepe e dalla puzza dei cavalli, oppresso da un altro condominio di Ligresti, sullo stesso stile del primo, ma piu esclusivo perché in questo caso le piastrelle dei cessi le ha scelte la signora Craxi dopo una festa alla Triennale ex tempio lombardo del design (industriai design). Ancora qualche metro. Si evita l'autostrada che si spara contro un vicolo, due alberi, una pozzanghera e una casa e, dando un calcio all'ultimo barattolo, saltando un cane che annusa, siamo ai piedi del Montestella. Chi vuole sale in cima.· Chi vuole punta dritto alla pista in tartan del XXV Aprile. Chi vuole entra negli spogliatoi dove s'allunga la chiacchiera sui minuti, sui secondi. Qualcuno arriva_ai decimi di secondo, ma è un professionista. Soprattutto è uno studio reciproco di scàrpette: adidas, puma, tiger, reebock, lotto eccetera. Sotto la doccia dovrebbe sparire quella sensazione di sporco che si sente addosso. Che non è di un sano sudore movi22 mentista, ma di puro smog unto e bisunto, nero come l'ac-. qua delle pozzanghere, la polvere, l'erba, le siringhe. L'incon-· grua massa dei podisti si purifica ai fumi di un bagno e chiu.de un occhio. È roba da ciechi. Se ci si guardasse attorno si tornerebbe a casa. Non so che cosa faccia meglio alla salute. La giornata sportiva si arricchisce davanti alla televisione. L'annata è stata decisamente lunga: la sconfitta del Milan, Biscardi, la domenica sportiva, la rincorsa del Milan, l'affranto processo del lunedì, il giro d'Italia, i campionati europei, Olanda-Germania, ltalia-Urss, Olanda-Urss, il calciomercato, arrivano i russi, la Juventus, la ripresa del calcio, le amichevoli d'agosto, le Olimpiadi in Corea. Il bilancio sarà positivo. Tante ore sottratte alla politica. Ed invece passioni, calore, sofferenze, ahi Milan, sentimenti senza calcolo. Tifo. Ci tocca però ascoltare e leggere. Non so che cosa sia meglio. Dopo Carosio che aveva inventato la poesia del "quasi gol" e la metafora. per addetti della "zona Cesarini" e aveva offerto un vasto vocabolario anglosassone restituendoci le radici del calcio (perché si sa, per esempio, Milan era "Milan cricket and footbalrclub" e così Genoa e tante altre), citando corner, penalty, hands, tackle, half, eccetera, il linguaggio del telecronista si è per così dire raffreddato, rifiutando entusiasmi brasiliani (quel "goool..." prolungato che è una celebrazione, un'ovazione, un grido di guerra), per tentare alla fine la via dell'ironia, d/ella citazione colta ed elegante, della sospensione, in tono conviviale e amichevole, a volte di sufficiente distacco. Il telecronista si permette di scherzarci su. Il suo linguaggio è sociosanitario. Predilige le tendiniti, le contratture e le difficoltà di ambientamento. Per le valutazioni tecniche si avvale dell'esperto. Si esprime nella pienezza dei suoi mezzi quando scende negli "spogliatoi". Dimostra la sua dimestichezza con l'ambiente. Galeazzi è un bell'esempio. Al centro della telecamera, sfodera il dialetto televisivo (che è il romanesco da TG3 o da varietà domenicale), tocca i giocatori, prende sottobraccio il p·residente Viola, che è senatore e democristiano ed è pure una vetrina di battute, di sorrisi, di ammiccamenti, di resistenze e di renitenze. "Senatore, allora?!", "Che le devo dire! caro Galeazzi", "Ma insomma, capiamo ... ", "Ha visto, ha visto ... ", "Figuramose, se nun averno visto", "Le devo dire di piu?", "None", "Vuole farmi parlare? sa poi come si mette", "E Boniek ... ", "Galeazzi, per favore" ... Seguiranno Tonino Carino da Ascoli, Giannini da Firenze, Claudio Necco da Avel1ino. Non so se piangere o ridere? Non servono Franco Loi, Tonino Guerra o Baldini. La lingua dei padri nelle sue inflessioni regionali sopravvive, anzi si rafforza nell'evoluzione, conservando dizioni e rinfrescando il vocabolario. Con l'eccezione di Zuccalà, che essendo milanese, postindustriale ed europeo, è anche il piu compito ed evoluto, non si sbrodola mai, non unge, non macchia, smitizza. È aziendale-borsistico, non incita all'odio, calma gli animi. Probabilmente ha capito che i soldi sono soldi e il calcio di soldi ne çià un sacco, come spiega Berlusconi. Ha un difetto: si perde in fantasie e fotomontaggi. Per esempio apre il servizio su Milan-Pistoiese 6-0 con la cavalcata delle walkirie o con il John Wayne che sbarca in Normandia. L'Italia delle regioni ricompare il lunedi. Ma siamo già al cafferino èon il fernet, al cognacchino o alla birretta. L'ambiente è un bar tra Centocelle e Trastevere, con alcune inquadrature sul Giambellino. Mesce il biondo Biscardi. Giornalismo radiotelevisivo e carta stampata si incontrano. De Cesaris, Cazzaniga, De Zan, qualche inesperto capitato lì per caso, un paio di ex giocatori che giocano a biliardo, qualcuno ai tavoli, qualche intellettuale appena sceso dal Manifesto, presto capiterà la
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