Linea d'ombra - anno VI - n. 31 - ottobre 1988

IL CONTESTO Beppe Barra (Napoli) e molti altri; ha organizzato seminari e stages sulla formazione dell'attore, ospitato convegni e conferenze, rassegne di cinema e condotto laboratori di teatro per ragazzi con gli alunni delle scuole dei paesi circostanti. Dallo scorso anno inoltre, Aradeo costituisce una delle tappe di un ideale "viaggio in Italia" del teatro d'avanguardia, che d'estate vede rinnovarsi, in ciascuna delle sedi prescelte, quell'incontro fra esperienze di ricerca diverse di cui s'è parlato. Non un festival estivo dunque, né una vetrina più o meno luccicante di quanto al momento offre il mercato. Piuttosto una vera e propria stazione di sosta, nella quale i gruppi possano fermarsi ed essere ospitati per periodi più o meno lunghi, possano prendere contatto reale non solo con altri operatori teatrali_o con gli studiosi che a quelle realtà fanno capo, ma lavorare con la gente del posto, adulti e bambini, in una situazione distesa e non competitiva che favorisca uno scambio proficuo e nei due sensi. Quest'anno, dal 20 al 31 luglio, Aradeo ha ospitato la sua tappa di questo viaggio. La i-assegna, che ha visto alternarsi oltre venti presenze diverse, si è aperta con l'edizione italiana del "Progetto Magdalena", ideato e diretto per Koreja da Silvia Ricciardelli, attrice con una lunga esperienza di lavoro presso l'Odin. Nato nel 1986 a Cardiff (Galles) da un'idea di Jill Greenhalgh del Cardiff Theatre Laboratory, il "Progetto Magdalena" riunisce donne provenienti da paesi ed esperienze teatrali diverse per un confronto teorico e operativo sui propri metodi di lavoro e un reciproco scambio di esperienze. Dedicato al tema "Maternità e teatro", il Magdalena di Aradeo ha ospitato conferenze, seminari, interventispettacolo di circa trenta donne di diversi paesi, molte delle quali accompagnate e affiancate nel lavoro dai propri bambini, per concludersi, nella vil[a del paese, con un contributo collettivo alla lotta delle madri argentine della Plaza de Majo. La rassegna è poi proseguita · al ritmo di tre incontri a sera, il primo ospitato nella villa comunale e aperto a tutto il pubblico del paese che vi è accorso numeroso e vociante. Gli altri due momenti, pensati per ambienti più raccolti, hanno avuto luogo in µn grande capannone poco distante e nel cortile della masseria di Ko18 reja, uno spazio assai suggestivo circondato da alte mura merlate e sovrastato da una gigantesca palma. Seguendo i vari spettacolo da uno spazio all'altro, come per una sorta di itinerario interno al viaggio, abbiamo assistito a un Vocijer-azione del Teatro Nucleo di Ferrara, che ha saputo galvanizzare il pubblico con un gioco di sonorità coinvolgenti e una grande abilità vocale. Più sofisticati e lirici, i contributi offerti dai gruppi del Piccolo parallelo di Bologna, con Martèn l'uomo delle onde, e F.lli Guerriero Società Teatro di Parma, con Deliri, spettacolo preceduto da alcuni "quadri" tratti dal Caravaggio. E poi Amori, di Koreja, liberamente ispirato da Le tre sorelle di Cechov, piegato a dar voce a inquietudini e passioni della terra da cui nasce, e cioè la Puglia. E ancora La porta della verità, del gruppo CREST di Taranto, una elaborazione sul tema del mito di Apollo; Coincidenze, di Lella Costa, Concerto, del Gruppo Anima e una originale riproposizione di La patente di L. Pirandello, trasformata in brano per un solo attore (Luigi Taurino del Gruppo Tadua), che protetto dal buio della scena ne ha interpretato tutte le parti. E poi contri- . buti diversi, come "la storia del melodramma in sessanta minuti", di Gerardo Guccini, che ha riproposto all'ascolto brani celebri commentandoli con vivacità e competenza. E ancora, "ombre cinesi, balinesi e turche", con Paolo Comentale e un contributo su Ejzenstein o l'età dell'oro di Nicola Savarese, studioso che da anni collabora alle attività di Koreja. La rassegna si è chiusa con Anything Jor a Quiet Lije, presentato dal Théiì.tre de Complicité, che ha riscosso un bel successo di pubblico nella villa comunale. Ma aldilà di un elenco di contributi, doveroso quanto ovviamente insufficiente, mi pare importante ribadire la validità e la vitalità dell'esperienza in sé, attorno alla quale si condensano energie, passioni, e anche molta fatica e impegno personali. Se impropriamente gestito, infatti, un esperimento di teatro-inresidenza può rischiare di trasformarsi in una specie di riserva protetta, luogo privilegiato in cui si racchiudono delle specie in via d'estinzione con pochi scambi con l'esterno. Oppure può agire da punto di riferimento reale, inserito in una realtà precisa, che si conosce e si ama. Una scena di Amori (prod. Koreja). MEMORIA · Vent'anni dopo Un convegno per ricordare e discutere l'opera di Capitini "Linea d'Ombra", e "La nuova corsia" organizzano per il 5 novembre prossimo un convegno a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, per ricordare, a vent'anni dalla morte, la figura e l'opera di Aldo Capitini, teorico della nonviolenza, della "religione aperta", dell'omnicrazia. Oltre il doveroso omaggio alla memoria di un personaggio e per questo poco noto, scomodo, della storia italiana dal nostro secolo, proposito degli organizzatori è discutere temi di primaria importanza teorica e politica, alla luce di quanto è cambiato nella nostra società proprio negli ultimi vent'anni, tra il '68 e oggi: la democrazia di base e il partecipazionismo (P. Giacchè), la scelta della violenza o della nonviolenza e le rispettive conseguenze (L. Manconi), l'obiezione di coscienza non più, per tanti, scela !morale o religiosa (P. Polito) le insufficienze teoriche del "pensiero verde" e cosa esso avrebbe da imparare da autori come Capitini (G. Bettin), eccetera. Sono previste testimonianze e comunicazioni di F. Mencaroni L. Binni, G. Fofi, G. Gaeta, e giovani studiosi dell'opera capitiniani, e la proiezione di un. filmato che raccoglie le testimonianze di N. Bobbio, G. Calogero, W. Binni e altri. Gli amici di "Linea d'Ombra" sono caldamente invitati a partecipare.

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