DISCUSSIONE/MANCONI "I limiti della politica stanno là dove sono le fonti della sua legittimazione: coscienze individuali, identità, bisogni, aspirazioni, saperi, legami sociali appena visibili, ecologia, immaginari e virtualizzazioni. · C'è democrazia quando la politica sa lavorare insieme a queste componenti irriducibili del mutamento". "( ... )la politica non dispone più di un governo diretto di molte materie (e questo ben oltre i limiti costituiti dall'assetto capitalistico), e in particolare viene a contatto con molte materie - e vi trova un limite - che essa stessa ha coprodotto con la serie storica dei suoi interventi di gestione e politicizzazione;( ... ) ogni attore è anche una pluralità di istanze (che possono a loro volta farsi attori) mentre il sistema, quasi sempre frammentario o sconnesso, non ha comunque basi unificanti intuitive, né per legittimazione né per funzioni. La sua unitarietà è prodotta dalle continue interazioni degli elementi costitutivi, che ovviamente non .solo sono gli attori, e delle strutture di comunicazione che li legano (linguaggi, media generalizzati, culture, frames, riti e miti, codici), e comunque non è in grado (e sarebbe forse rischioso per la democrazia in forma matura se lo facesse) di andare oltre una struttura 'allentata'. Questa poi non solo costituisce in senso proprio il pluralismo (non meramente sociale o ideologico) della democrazia, ma è l'unica concepibile forma organizzativa per una democrazia. Ciò costituisce indubbiamente un limite alla potenza della democrazia come regime (e certamente in senso decisionale o di governo forte) e talora un handicap frustrante rispetto all'urgenza di crisi o esigenze. Tuttavia, in una considerazione meno contingente, è proprio in questa costituzione relativamente confusa e allentata che la democrazia attinge continuamente le risorse per far fronte ai compiti correnti e, co·ntro le aspettative di molti pessimisti, anche . la ricarica per accollarsi talora compiti straordinari; (... ) la politica e le innovazioni hanno di fronte o stanno immerse in un contesto in cui vigono, molto dinamicamente, limiti per la politica (che richiedono un suo incremento di intelligenza), materie renitenti alla politica e all'amministrazione e miscele di sociale e politico, di dati sociali e interventi amministrativi, che spesso risultano ostici e ostili a ogni trasformazione. Rispetto a questi dati la politica è tenuta, nel quadro di una democrazia matura, a cercare di intendere quei limiti o quei vincoli come chance, a giocare d'astuzia con una complessità che non può essere ridotta". Non si tratta di una petizione di principio, né di una ulteriore teoria politica "minimalista": semmai di un serio tentativo di formulare nuove regole e nuove divisioni dei poteri, delle sedi e delle competenze in presenza di un sommovimento (o logoramento o smarrimento) della società civile e del suo sistema di rapporti con gli enti, gli strumenti e le questioni della politica; un sommovimento (o logoramento o smarrimento) tale da reclamare forme originali di aggregazione e di comunicazione tra gli individui e le associazioni: forme originali che rispettino quei "limiti". Per la politica non si tratta di "una indicazione astratta perché avviene già . correntemente; il punto è di( ... ) fare, lasciare fare o non fare quanto di volta in volta è necessario per reggere il limite e non subirlo". La politica "vi può riuscire quando sa che non è sola in questo compito, ma che a esso possono concorrere altre risorse disponibili in una società modernizzata e che ancor più lo diviene. Solo con questo appello o rinvio ad altro, la politica del resto mostra di restare degna di continuare a essere considerata un'arte o una funzione nobile legata all'evoluzione di molte razionalità e a prospettive meno idiosincratiche di quelle dei singoli attori. I limiti della politica stanno là dove sono le fonti della sua legittimazione: coscienze individuali, identità, bisogni, aspirazioni, saperi, legami sociali appena visibili, ecologia, immaginari e virtualizzazioni. C'è democrazia quando la politica sa lavorare insieme a queste componenti irriducibili del· mutamento''. Ecco, credo che questo insieme di notazioni contribuisca in modo decisivo a formulare una idea di politica - appunto nel triplice significato di attività collettiva volta al mutamento, di interferenza attiva e produttiva con i meccanismi dell'amministrazione e della decisiqne e di ricorso ad "altre risorse, disponibili nella società modernizzata" -: un'idea di politica, dicevo, che può essere condivisa ..Condivisa da chi ha fatto politica e oggi non la fa più; da chi ne ha uggia od orrore ma sa che, in ogni caso, essa governa (in misura variabile) le nostre vite; da chi ha fatto il percorso dalla politica come bene superfluo alla politica come mezzo strettamente necessario: aall'abuso di ima risorsa affluente all'austerità nel ricorrervi in tempi di penuria. E ancora: condivisa, quell'idea di politica, da chi crede nella politicità della propria condizione sociale e professionale e reputa intelligente (e dignitoso) non esserle subalterno; da chi oscilla (e vuole continuare a farlo, senza schizofrenia e magari con allegrezza) tra movimento e istituzione, tra associazion.e e rappresentanza, tra soggettività e mediazione. In altre parole, da chi - perché vuole "limitare il disonore" (Bellocchio) e/o perché crede nella "miglioria" (Donolo e Fichera) - si dichiara "disponibile" a rendere "in qualche modo civile( ... ) la produzione e la distribuzione della ricc_hezza. Non solo quella monetaria ma calcolando anche l'intelligenza sociale continuamente riprodotta''. Di cosa stiamo parlando? Quali sono le "materie" in oggetto? Questa, per esempio: "l'abbattimento di barriere architettoniche può essere ed è, insieme, una domanda di un gruppo svantaggiato, una esige·nzasocialmente sentita, un impegno morale per un individuo o un gruppo, l'articolazione di un principio etico e normativq, un punto sull'agenda di un attore politico o di un ufficio amministrativo, l'attuazione di uno standard magari richiesto da norme concordate a livello internazionale; o può anche essere letto quale indicatore di come in una data cultura e società si è capaci di adattare al caso concreto 'valori' condivisi, che rendono possibile la coesione e l'ordine sociale, e insieme lo rendono riconoscibile e accettabile ai suoi membri". Attenzione: in questo scorcio degli anni '80, una simile affermazione è, in apparenza, largamente accolta; e nessuno (nessuno che abbia fatto della politica un mestiere full ti-- me o part time) vorrà disconoscere la crucialità e politicità di quella materia (nella fattispecie: l'abbattimento delle barriere architettoniche) o vorrà espungerla dalla propria agenda, ma ... Ma ci si dirà che: a) la gerarchia degli obiettivi impone prima le riforme "di struttura" (riforma istituzionale, riforma del governo dell'economia, riforma degli ap7
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