BAMBOLEVIVENTI Elizabeth Wilson La prima volta che ne vidi una fu davanti al Beaubourg in un freddo pomeriggio di gennaio. La piazza lastricata è in salita, lontano dalla massa di tubi e di gallerie che si ergono su di essa; la bambola si trovava quasi in cima alla salita. Si era formato un capannello di curiosi e io e i miei amici ci unimmo a loro. Il nostro respiro si condensava nell'aria grigia e indistinta. Il freddo ci afferrava, ci faceva rallentare il passo, rimanere fermi era doloroso. Eppure, quell'essere non respirava. Era soprattutto. per questa ragione che ci chiedevamo: deve essere un - un che cosa? Una bambola, una statua, una figura di gesso. Non una nuvola di fiato gelido gli sfuggiva dalle labbra. Né rabbrividiva nel suo vestito leggero, mentre noi avevamo le mani e i piedi doloranti e ci avvolgevamo nelle pesanti pellicce. La figura di un manichino di un negozio da uomo anni '50, i capelli impomatati, gettati all'indietro, le basette co~te e la sfumatura alta; il viso abbronzato, marcato, levigato come gesso; indossava un abito a buon mercato modelio anni '50, camicia bianca, ravatta scura, scarpe cori i lacci e portava una piccola borsa portadocumenti. Si trovava - o era stato collocato - vicino a un pilastrino spartitraffico, un esempio di scultura kitsch. All'improvviso, con il braccio, diede uno strattone verso l'alto, fece un mezzo giro su se stesso, mise la borsa in posizione orizzontale e, reggendola con l'altra mano, l'aprì con un colpo secco. L'effetto fu strano - quasi stregati dovevamo constatare con un misto di euforia e di disappunto che l'imitazione dell'assenza di vita poteva essere straordinariamente perfetta e che la statua mobile non era una bambola vivente, ma soltanto un attore. Nonostante il freddo ci fu impossibile strapparci da quel luogo e rimanemmo a guardare il manichino che esibiva il contenuto della sua valigetta · (un taccuino, dei panini); poi fece qualche passo giù per la discesa, si fermò e si pietrificò di nuovo, quindi avanzò ancora a passo di valzer, muovendosi come un pupazzo a molla. Alla lunga il senso dell'interminabilità della sequenza e il disappunto nel constatare che la bambola era viva ebbero la meglio sull'allegrìa suscitata da quella "realistica" imitazione dell'innaturalezza e così scendemmo verso il centro artistico, voltandoci indietro per gettare l'ultimo sguardo alla figura di cera che stava ancora lì a voltarsi e fermarsi, in un certo senso insoddisfatti e tuttavia ancora eccitati da questa bizzarra esibizione. Due o tre anni più tardi - la stagione turistica a Firenze. Ho trovato un caffè vicino al nostro albergo, nei pressi di Santa Croce, dove vendono cartoline autentiche degli anni '50 come se fossero nuove. Ce n'è una di Piazzale Michelangelo in cui delle ragazze con gonne a campana posano come in una scena di L'anno scorso a Marienbad, irrigidite q.elpassato come l'apparizione del Beaubourg. Di sera Piazza della Signoria è piena di teenagers americani," di hippies, un esercito internazionale di gente alla ricerca del piacere. Ci sono spettacoli - chitarristi.che cantano i successi degli anni '60 Blowin' in·the Wind e Yellow Submarine. Ci sono mangiatori di fuoco, mangiatori di spade e giocolieri. In una stradina laterale una folla inconsueta circonda due mimi ... Una do,rma travestita da uomp sta dietro a un organetto. Lui/lei indossa un panciotto, maniche di camicia arrotolate e cravatta a farfalla; in testa porta un cappello tirato all'indietro. Evoca una figura dei bassifondi degli anni '20: Chicago, Napoli, Petticoat Lane, un posto qualsiasi: un suonatore di organetto vecchio stile. Soltanto che al posto della scimmia ... è una bambola gigantesca quella che si lascia cadere goffamente ai suoi piedi, appoggiata allo strumento. Lui la mette in piedi, tenendola ritta, le sistema la testa e le braccia, e poi le dà la corda. Comincia una musica malinconica. La bambola dall'ossatura robusta, con le treccine, il grembiule e le scarpette da ballo si gira lentamente, le braccia vanno in su e in giù, la testa si muove a scatti, a destra e a sinistra. Finita la danza meccanica, il suonatore fa tacere la melodia, fa sedere di nuovo la bambola, che ora con le braccia tiene aperto il grembiule e aspetta. C'è silenzio. Poi, a poco a poco, nel grembiule cominciano a cadere monete e banconote. Il suonatore rimane impassibile, appoggiato al suo strumento, fuma con grandi sbuffi e guarda, aspetta, la bambola siede rigida e sorride, con le braccia aperte. Nel silenzio monete e banconote vengono gettate in direzione del grembiule. Mà con riluttanza - la folla sta aspettando qualcosa. Un uomo si china e fà sventolare una grossa banconota, tenendola appena fuori dalla portata della bambola - più vicino, poi più lontano e poi di nuovo più vicino. E alla fine lei cede e l'afferra, ridendo, ma sconfitta. L'incantesimo è spezzato. La folla, delusa, se ne va via. L'uomo ha rotto l'incantesimo. Anche noi ce ne andiamo, non desideriamo assistere alla partenza del suonatore d'organetto e della sua bambola. L'effetto verrebbe ulteriormente rovinato. Mi chiedo chi siano. Viaggiano per l'Italia mettendo in scena il loro spettacolo - attori nomadi come se fossimo ancora nel diciannovesimo secolo. Sono amanti? Il suonatore la tratta sempre come una bambola? È un gioco sadomasochista? E lei, indossa sempre abiti maschili? Ora s.to correndo in un passaggio della metropolitana di Londra a Bond Street nel West End. In fondo a una piccola scala mobile si apre uno spazio luminoso, e brevi corridoi su tutt'e due i lati conducono verso le piattaforme. ,Ai piedi dell'altra scala mobile un Action Man a grandezza naturale si muove avanzando a sbalzi. Una giacca militare, i pantaloni mimetici infilati negli stivali, i guanti di pelle, un elmetto passamontagna; l'equipaggi<!mento è completo; questa volta la faccia è una maschera, così che non si riesce a capire se nasconde una persona viva. Si .è messo in modo tale che i viaggiatori, emergendo dalla piattaforma alla sua sinistra, se lo trovano improvvisamente e inaspettatamente di fronte 71
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