Linea d'ombra - anno VI - n. 30 - settembre 1988

e gli abbissi dei mari la disperdano. Saluta sveterato il sole del mattino, fanne una nube, dei miei neri i:icordi, e con sollievi sospir ammirar posso, come lontano, lontano, la spiazza il turbinar del vento. · Desio tanto conoscere il mondo Desio tanto conoscere il mondo di meraviglie è il suo circondo. Ma poi mi freno, il suo attratto diventa disdegno, di ingiustizia si cura l'abbondo. Il privo volo, il primo poso Vedo posare un uccello sul rovo spinoso, acerbe eran ancor le more, vedo in sorriso: non era maturo, era il suo primo volo. Poi pensai a me! : "Acerbo conobbi il primo amore" I Scordar non potrò, come lui, · anèhe su spine che fanno male, com'è bello il primo poso dopo il primo volo. Dimmi cosa sono le cose che fanno felice? Dimmi cosa sono le cose che fanno felice? Ed io felice cerco di trovarle, se loro felice davvero mi faranno felice le indico la via a chi le va cercando! POESIE Marco Caporali Effetto serra Celia di destini prossimi venturi l'aria lamentandosi all'esigua volta torrida e finta col giallo di una luce immortala gli astanti. Sotto la coltre dei flashes, dediti ad abituali POESIA/CAPORALI dialoghi tra via del Tritone e la già ritrovata ansia di un lato giusto di un elisir tra tante voluttà negate al predatore cielo microbi volatili nutrendosi nell'arte della fame a volo si rilanciano il nobile discorrere leso e rinato con eguale clamore tra vinti pellegrini e amati odiati ragazzi in un'era disposta a'sgombrare in memoria. * * * Per non gettarvi nel fedele sonno, uno demente l'altro nato in un'epoca paga di testimonianze · a tutto quel che di me stesso spero allontanarsi nel vino, prima di sanare le primordiali, organiche, funzioni della veglia, cosa esitate voi arbitri tra il prima e il poi, privi di contenuti per troppo amore, vincoli non più gialli né rossi al vaglio della storia, ché solo il corpo indulge a essere il sapere al divenire. * * * In luogo del brillio d'acqua si stempera liso e interminato il buio lagunare della festa. È tempo di occultarsi. L'appena consacrata diatriba dell'avere allarma il lungomare, complice il miraggio che separa schermo da schermo e unanimi uomini appresta. Esodo · La luce inganna con il suo sereno vivere in un'aria che non elimina la calma.reticenza di un'esule cilena in un'arringa. "Certo non per debolezza allontanammo il mare pacifico siamo le stesse fiere di quando vincemmo. Così nella pena è solo mondo nelle nostre sillabe." * * * Quando si espone il corpo ad ogni mutamento anche l'esistenza di una pianta apre lo stelo sottile eco che si spande nel villaggio in terra o riella vasta 65

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