LA NON NEUTRALITÀMORALE DELLASCIENZA C. P. Snow Oggi gli scienziati costituiscono il gruppo occupazionale più importante del mondo. In questo momento il loro agire interessa da vicino la società umana nel suo complesso. In questo momento gli scienziati hanno poca influenza sul mondo come risultato del loro agire. Eppure, almeno potenzialmente, essi potrebbero esercitare un' influenza notevole. Il resto del mondo è spaventato sia da quello che fanno - vale a dire le scoperte intellettuali della scienza - sia dagli effetti che ne derivano. Il resto del mondo, proiettando le proprie paure, è spaventato dagli scienziati stessi e tende a pensarli radicalmente differenti dagli altri uomini. In qualità di ex scienziato, se così mi posso definire, so che ciò non ha senso. Ho persino provato a trasferire in ambito letterario alcuni tipi di esperienze e di temperamenti scientifici. So per certo che gli scienziati sono molto simili agli altri uomini. In fondo, siamo tutti degli esseri umani, anche se alcuni di noi non lo sembrano. Penso di poter azzardare una generalizzazione. Gli scienziati che ho conosciuto - e a causa della mia vita pubblica penso di averne conosciuti più di chiunque altro al mondo - sotto certi aspetti erano, moralmente, almeno altrettanto ammirevoli delle altre categorie di uomini intelligenti. Questa è un'affermazione generica, alla quale va attribuito un valore puramente statistico. Ma credo che ci sia qualcosa di vero. Le qualità morali che ammiro negli scienziati sono piuttosto semplici, ma io diffido dei tentativi di cavillare troppo sulle qualità morali. Quasi sempre queste sottigliezze, invece di una reale sofisticazione, indicano un particolare tipo di superficialità. Comunque negli scienziati io ammiro virtù molto semplici - come il coraggio, la lealtà, la gentilezza - delle quali, a giudicare il basso livello raggiunto dal resto dell'umanità, non sono carenti. Credo che nel complesso gli scienziati siano dei mariti e dei padri leggermente migliori della maggior parte di noi, e li ammiro per questo. Non sono a conoscenza dell'esistenza di simili dia- , grammi, ma sarei pronto a scommettere che la proporzione · dei divorzi tra gli scienziati è leggermente, ma significativa- ;mente, minore rispetto a quella tra gli altri gruppi di persone di analogo reddito e cultura. Non vi nascondo che secondo · me questo è un fatto positivo. Un mio caro amico è uno scienziato famoso. Egli è anche uno dei pochi scienziati che abbiano condotto quella che si suole chiamare una vita da bohémien. Quando eravamo entrambi più giovani, pensò di intraprendere una ricerca storica per vedere a quanti grandi scienziati le donne erano piaciute in rriodo così vario e multiforme come a lui. Credo che si sarebbe sentito spalleggiato, se avesse trovato un precedente. Mi riferì, ricordo, che la sua ricerca non era approdata a nulla. I veri grandi scienziati erano tremendamente "normali". L'unico barlume di conforto gli venne dalla vita di Cardano; solo che Cardano non bastava certo per controbilanciare tutti gli altri. Quindi gli scienziati non sono molto diversi dagli altri uomini. Certo non sono peggiori. Ma il loro agire è sotto un certo aspetto differente. Siamo così ritornati al punto di partenza. Che a loro piaccia oppure no, quello che essi fanno è di importanza fondamentale per la razza umana. In campo intellettuale, per la trasformazione dell'aura del nostro tempo. In campo sociale, perché decideranno se noi vivremo oppùre no, e il modo in cui si vivrà e si morirà. Il loro agire detiene un potere decisivo sia nel bene che nel male. Questa è la situazione in cui gli scienziati si trovano. Possono non averla ritercata, o forse averlo fatto solo in parte, ma ora non la possono sfuggire. Molti tra i più sensibili pensano di non essere in grado di sopportare .la responsabilità che grava sulle loro spalle. Tutto ciò che vogliono fare è continuare il proprio lavoro. Io sono d'accordo con loro. Ma gli scienziati non possono evitare le responsabilità - né loro né noi uomini comuni possiamo sfuggire alla gravità del momento in cui viviamo. Esiste, ovviamente un modo per rompere· il contratto. Ed è stata la via scelta dagli intellettuali che si sono trovati in mezzo ad acque troppo impetuose per loro . .Consiste nell'invenzione di nuove categorie o, se si preferisce, in una suddivisione della morale. Gli scienziati che vogliono sfuggire al contratto, infatti, dicono: noi produciamo gli strumenti. Noi ci limitiamo a questo. Dipende da voi resto del mondo, politici - decidere come questi strumenti devono essere utilizzati. Gli strumenti possono venire usati per scopi che la maggior parte di noi reputerebbe nocivi. Se così succede ci dispiace. Ma come scienziati la cosa non ci riguarda. Questa è la dottrina della neutralità morale della scienza. Non la posso approvare nemmeno per un istante. Penso che nessuno scienziato serio l'approverebbe. È difficile, dicono alcuni, trovare le giuste argomentazioni per confutarla. Eppure quasi tutti intuiamo istintivamente che l'invenzione di categorie comode e confortevoli è una specie di trappola mortale. Costituisce uno dei metodi più semplici per far arrugginire la coscienza. Esattamente quello che fecero gli economisti del primo Ottocento, come Ricardo, di fronte alla prima rivoluzione industriale. Oggi ci stupiamo che delle persone intelligimti possano essere state così ottuse. Comprendiamo quanto proprio questa ottusità morale abbia determinato la forza apocalittica del marxismo. Oggi, a metà della rivoluzione scientifica o seconda rivoluzione industriale, noi ci troviamo in una posizione simile a quella di Ricardo. Vogliamo che la nostra coscienza si arrugginisca? Possiamo permetterci di ignorare la sensazione che quasi tutti abbiamo, ossia che gli scienziati hanno una responsabilità senza eguali? Possiamo credere che la scienza sià moralmente neurale? Secondo me - e sarebbe disonesto pretendere altrimenti - c'è una sola risposta a questi interrogativi, anche se io sono stato educato secondo categorie mentali comuni alla maggior parte degli altri scienziati occidentali. Sarebbe disonesto pretendere che sia facile per me ora costruire un sisterria razionale che esprime ciò in cui credo. Al massimo posso lanciare alcuni razzi di segnalazione. Forse qualcuno con la vista migliore della mia li seguirà, e potrà, così, portare a termine 59
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