farsi agente di Dio; la trasmissione del "patrimonio" genetico che plasma l'idea proprietaria della continuità di sangue inscrivendola nell'ordine economico e sociale del patriarcato e più di recente si allarga ali' "investimento" parentale ... }, la parzialità androcentrica delle culture tradizionali circa il rapporto genitori-figli appare in tutta evidenza. O meglio, da un po' di tempo in qua come tale viene messa in risalto e criticata dalle riflessioni di donne che consapevolmente si prefiggono di mettere in campo la propria parzialità di genere; interrogandosi sull'immaginario che sottende il progetto della cosiddetta riproduzione artificiale esse hanno così portato alla luce, tra le altre, una differenza fondamentale che rende incommensurabili le esperienze fisiche e psicologiche delle donne e degli uomini a partire dal caso in cui i figli nascano al vecchio modo, senza l'intervento di strumenti meccanici. Una formulazione molto incisiva di tale differenza è stata proposta in particolare da Mary O'Brien (2) che ha sottolineato come quella femminile sia l'esperienza di una continuità di sviluppo che dal rapporto sessuale attraverso la crescita del bambino all'interno del proprio corpo si prolunga sino al momento del parto. Nel caso dell'uomo, invece, già l'eiaculazione dello sperma è vissuta come· proiezione di qualcosa fuori di sé e sino alla nascita del bambino la separazione - o discontinuità - è totale: il "riconoscimento" del figlio interviene allora come un'appropriazione sociale e simbolica mediante cui il nome e il diritto del padre vengono imposti a garanzia di un'appartenenza che può essere elaborata solo culturalmente. Si tratta quindi di due modalità essenzialmente distinte, depositate nella coscienza riproduttiva delle donne e degli uomini e che ne plasmano in profomlo le differenti identità e immagini di sé, ben al di là del fatto che ciascuna e ciascuno viva poi realmente quell'esperienza. Lungo queste linee molto si riesce a dire tanto delle culture, quanto degli orientamenti scientifici, quanto delle pratiche sociali attraverso cui prendono forma le figure parentali: tutte le "nuove tecnologie della riproduzione" appaiono guidate dallo sforzo degli uomini di ovviare all'insicurezza profonda che scaturisce dal senso di separazione rendendo il processo quanto più possibile "trasparente", in modo da garantirsene il possesso almeno sotto forma di controllo a vista (e, se ci si riesce, di interventi di manipolazione). Le pratiche e le metafore della visibilità dominano infatti il campo; lo testimonia ad esempio con parole molte intense Jacques IL CONTESTO Testart (3), il ricercatore francese che dopo i primi successi ·ottenuti con la fecondazione in vitro ha deciso di porsi dei limiti e di non dedicarsi a studi capaci di incidere sulla determinazione dell'identità genetica del nuovo essere. Con altrettanta lucidità lo hanno messo in risalto le analisi critiche delle donne: tutti gli apparati per la visualizzazione - a cominciare dall'ecografia (4), con il suo retroterra di tecniche militari per il rilevamento dei sottomarini che portano per esempio a usare espressioni come "bombardare il feto con gli ultrasuoni" - scaturiscono dal modo tutto maschile di perseguire l'oggettivazione e l'osservazione dei fenomeni come esterni e separati, rimuovendo invece la possibilità di quella conoscenza dall'interno e attraverso sensazioni ben più complesse di quanto non sia il vedere che è propria dell'esperienza femminile. Vedere, oggettivare, controllare, manipolare costituiscono insieme una strategia tecnico-scientifica e un atteggiamento sociale. Nel caso dell'inseminazione artificiale (che, come ricordavo sopra, tra le varie procedure disponibili è certo la meno sofisticata) quale sia la motivazione del controllo è del tutto evidente: distinguendo tra AIH e AIO o tra "omologa" e "eterologa" si rende esplicito che al centro del processo non è la donna come soggetto autonomo che scelga di farne uso ma l'ordine delle relazioni familiari e il grado.di legittimazione in cui essa si inserisce. L'intervento del "donatore" viene considerato socialmente accettabile se ne fa richiesta una coppia - e non una donna sola - perché resta garantito che l'attribuzione della paternità sociale possa avvenire nel rispetto della norma. Per di più, il fatto di affidarsi a una struttura medica - tecnicamente non necessario - aiuta a esorcizzare il fantasma dell'adulterio femminile sotto il velo asettico della scienza da un lato e dell'immaginario benevolente del "dono" dall'altro (e spesso serve anche a coprire la sterilità maschile dissimulandola agli occhi del mondo con una difficoltà di coppia). Se poi passiamo alle tecniche vere e proprie e ai massicci interventi medico-scientifici che esse comportano (dall'espianto degli ovuli, alla fecondazione in vitro, alla coltura dei primi stadi dell'embrione; al reimpianto in utero e così via)~a riduzione tendenziale di tutto il percorso del "fare figli" al solo modello dell'esperienza maschile appare ancora più impressionante. In prospettiva le donne - come gli uomini - potranno perdere il loro vissuto e immaginario di continuità e anche per le madri - come per i padri - potrà diventare un atto essenzialmente della volontà e della ragione quel_lo È uscito il quinto volume del DEL! Manlio Cortelazzo Paolo Zolli Dizionario etimologico dellalingua italiana 5/S-Z Zanichelli DIZIONARIO ETIMOLOGICO DELLA LINGUA ITALIANA di Manlio Corte/azza e Paolo Zolli Volume 5, S-Z 376 pagine, 30 000 lire ,,----------' L'INTERO DIZIONARIO È ORA DISPONIBILE IN COFANETTO DI 5 VOLUMI Codice civile e leggi collegate Costltuzklne Trattato C.E.E. Codice clvii• Leggi collegate 1988 IZANICHEW Giorgio De Nova CODICE CIVILE E LEGGI COLLEGATE Costituzione della Repubblica. Trattato CEE. Codice Civile. Leggi collegate 856 pagine, 16 500 lire L'ATLANTE PERLASCUOLA 1 ITAUA L'ATLANTE PER LA SCUOLA: 1 ITALIA in coedizione Zanichelli/Touring Club Italiano 152 pagine, 20 000 lire Zanichelli •
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