te sono per rendere efficace ogni intervento. Augusto Pinochet Ugarte, il generale che rovesciò il governo eletto di Salvador Allende e soffocò la resistenza in un bagno di sangue, sta vincendo al momento la sua guerra per rimanere al potere vita natural durante, come riuscì allo spagnolo Franco. Con una repressione brutale, ma anche con una grande abilità. Sostenuto dall'esercito, più numeroso delle altre forze armate messe insieme, nel quale ha sempre tenuto per sé il comando in capo e dove gli alti ufficiali gli sono debitori di promozioni e privilegi economici, il dittatore ha cambiato il paese. Quindi, costretto gli oppositori alla ricerca di piattaforme e metodi per una realtà diversa da quella affrontata dalla politica tradizionale. Gli esuli che rientrano avvalendosi delle autorizzazioni concesse a piccole dosi in questi ultimi anni - il regime sfrutta le debolezze umane provocate dalla lontananza per consolidare lo stato di fatto - stentano a riconoscere il Cile: consumismo un tempo sconosciuto, scuola e altri servizi pubblici privatizzati o divisi tra amministrazioni locali con differenti capacità finanziarie e criteri di sviluppo, pro,liferazione dei lavori precari fra i tanti disoccupati, presenza di sette religiose di provenienza nordamericana. Sono stati diversificati interessi, scopi, all'interno di categorie e settori. Pinochet ha ultimamente superato la congiuntura economica che nei primi anni '80 gli aveva alienato le simpatie dei ceti medio-alti. Lasciato alle spalle l'oltranzismo liberista dell'équipe dei "Chicago boys", che con l'apertura all'import selvaggio distrusse buona parte dell'industria cilena, il generale gestisce l'economia con il pragmatismo spicciolo di chi guida una piccola azienda. L'anno scorso il paese ha avuto una crescita del prodotto nazionale (5,4%), ha incrementato le esportazioni e contenuto il tasso DISCUSSIONE/SOKOLOWICZ d'inflazione in modo brillante al confronto del resto dell' America Latina (20%). Il governo riesce regolarmente a far fronte agli impegni finanziari del debito estero e perciò non solo continua a ottenere crediti di banche amiche in diversi paesi ma da alcuni mesi trova anche qualche imprenditore straniero interessato a investire in Cile. La gente di classe media si ritrova fra le mani quattrini che fino a un paio d'anni fa non circolavano. Certo, tutto il peso della politica economica grava sulla maggioranza del popolo, ceti bassi ancora più poveri di prima, lavoratori disoccupati o suboccupati dopo la chiusura di fabbriche e miniere, abitanti .delle baracche nelle poblaciones alla periferia delle grandi città e degli ancora più precari campamentos - un dramma nel dramma - piantati su terreni demaniali da chi in quelle non ha trovato più spazio. A Pinochet importa poco della miseria e la denutrizione, finché riesce a tenere a bada le vittime con il terrore. I cayamperos (dal termine gergale cileno cayampas, funghi), appunto quelli che riempiono baraccopoli e accampamenti, circondano le aree urbane. Nessuno della città si avventura dopo il tramonto in uscite verso quegli agglomerati che a catena si stringono tutt'attorno. È l'assedio di un sottoproletariato infetto da focolai di delinquenza e prostituzione, che sfocia in gesti violenti a ogni appello dei partiti a manifestare contro le autorità. I fautori del ricorso allearmi e agli esplosivi per combattere la dittatura vorrebbero incanalare la violenza latente fra queste decine di migliaia di poveri verso scopi politici. D'altronde, gli attentati e sabotaggi del Fronte Patriottico Manuel Rodrìguez (emanazione del PC) e del Movimento della Sinistra Rivoluzionaria (MIR) sono giustificati dall'inutilità degli sforzi fatti finora per ottenere un cambiamento con le buone maniere. Solo che la prospettiva di una guerra civile, per di più combattuta dalla 9
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