Linea d'ombra - anno VI - n. 29 - lug./ago. 1988

Non sono abituata a X pappagalli e scimmie nella giungla, a galline e maiali che vanno badati al caldo mentre cammino a strade polverose e mezzogiorno. Non credo che troverò una bibita fredda, un gabinetto con acqua corrente, la strada o la parola giusta. Osservo a occhi spalancati, cammino tranquilla, riorganizzo sensibilità apprese per sopravvivere in un altro posto. Trovo invece una lingua senza parole. Ha in qualche modo a che fare con gesti, mani, movimenti su un viso, la luce e l'umore dagli occhi, il modo di porsi e atteggiarsi, la curvatura del collo, POUIA/CHIANG In basso: scena newyorkese di Gianfranco Gorgoni (Contact/Grazla Neri). un piede che scivola o fa presa sulla terra e suoni che provengono dal di dentro; gorgoglii, risate brontolii come tempeste, vento tra gli alberi, e stati d'animo come il lampo prima del tuono. Segni di fede, talismani e rituali ripetuti da coloro che abitano questa terra, ripetuti in tempi diversi, in luoghi diversi. Cessa il temporale pomeridiano. Figure s'allontanano dai ripari, dagli alberi, dai portoni che movimentano la strada. Il sole gioca gli ultimi raggi fuggevoli, bagnando le nubi in arcobaleni, una macchia grigia laggiù che scompare all'orizzonte. / (traduzione di Mario Maf/1) ILJI11 lìl "7'7 a1,u•ilili• w u ~ •&Mmi&➔ . ECORD1-STERE CINTIR ,.,,_ 71

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