Linea d'ombra - anno VI - n. 29 - lug./ago. 1988

STORII/ATLAS Da principio Kipnes aveva scritto lettere piene di tatto: "Ci sono cose che ho molto ammirato in questo racconto ... " Ma quella gente non voleva saperne di rifiuti. Le loro lettere erano di fatto provocatorie: dovrai leggere la mia roba fino a quando non ti deciderai a fartela piacere. ho pensato che questo racconto potesse interessarla perché contiene una scena ambientata a New York"; "Gentile Mr. Kipnes: forse ricorderà che ci siamo conosciuti al cocktail del Gotham Book Mart in onore di James Merrill ... "; "Gentile Mr. Kipner"; "Gentile Mr. Kaplan"; "Gentile Mr. Kipling" ... ). Kipnes riempì la tazza e tornò alla scrivania. quei tormenti. Ma quella gente non voleva saperne di rifiuti. Le loro lettere erano di fatto provocatorie: dovrai leggere la mia roba fino a quando non ti deciderai a fartela piacere. Si aggrappavano alle più insignificanti briciole di approvazione. Qualche giorno più tardi arrivava un nuovo racconto, con una lettera che ringraziava per il cortese interesse, pazienza, critica, perdita di tempo. Kipnes divenne più chiaro: "Mi dispiace di non poter pubblicare il suo racconto, e N ew York Life" era una rivista quadrimestrale, e pub- le auguro miglior fortuna con un altro editore". Una volta blicava due o tre racconti per numero. Forse una volta aveva ricevuto una cartolina: "Vai a farti fottere". Per lo al mese Kipnes riusciva a convincere la redazione a pubbli- pÌù, però, gli scrittori non demordevano: "Grazie per aver care una delle storie che aveva scelto. Allora toccava a lui letto il mio racconto con tanta attenzione. Forse troverà quedare la buona notizie all'autore. Questa parte del suo lavoro sto più confacente al suo gusto". "Questo racconto rappregli piaceva. Gli piaceva portare un po' di allegria a quegli senta una svolta nella mia scrittura ... ". "Questo racconto scrittori solitari sparsi per il paese. Immaginava il fortunato è narrato da una voce in un certo senso diversa da quella delscrittore del mese davanti alla finestra di qualche squallido l'ultimo che le ho mandato ... " Quale svolta? Quale voce? appartamento nei pressi di qualche università, o ìntento a la- • Seduto davanti alla sua Olivetti, Kipnes ideava nuove forvare i piatti in qualche fattoria sperduta nella prateria, il te- me di rifiuto. "Gentile Miss Samso: se esiste l'opposto della lefono che suonava, e una voce (la sua) che diceva in parola eponimo, questa può essere usata per definire la sua teleselezione al prescelto che il suo racconto gli era molto pia- scrittura. Raramente mi è stato dato di imbattermi in una ciuto e che voleva comperarlo per "N~w York Life". Era sensibilità più debole, in un'immaginazione più fragile ... " come essere l'anfitrione di "Regina per un giorno". Ma anche dopo lettere del genere, nuovi manoscritti arrivaLa cosa strana, però, era che quegli oscuri, anonimi scrit- vano alla sua porta: "Gentile Mr. Kipnes: la sua lettera mi tori non sembrassero mai sorpresi quanto si sarebbe aspetta- ha fatto sganasciare dalle risa ... ''. Allora, come facevano? to Kipnes. Certo, erano felici, quando lui telefonava. La Perché continuavano a scrivere? Kipnes pensò al verso di un rivista pagava bene e aveva una vasta distribuzione. Ma non poema urdu che gli era capitato di leggere su una rivista: "Coerano abbastanza felici; non erano grati. Avevano tutta l'a- me devono esser state belle alcune deUe facce che giacciono ria di essersela aspettata, quella telefonata. Alla fine Kipnes nascoste nella polvere". Tutta quella fatica, quella compascapiva: credevano davvero di essere bravi. In quale altro mo- sione, quel dolore, quella gioia, tutte quelle relazioni e quei do avrebbero potuto continuare a scrivere e a sperare? Il mer- divorzi, quelle nascite e quelle morti. C'erano giorni in cui cato del racconto era povero di questi tempi. "The New Kipnes apriva la porta per raccogliere la posta e pensava, la Yorker", "The Atlantic", "Esquire" - tutto lì. Eppure le mia famiglia, la famiglia dell'uomo. piccole riviste che Kipnes passava al setaccio in cerca di nuo- Kipnes prese su il giornale del giorno prima: Gli scienziave prospettive diventavano sempre più voluminose. Kipnes ti discutono sulla questione delle guerre stellari nucleari. Riera affascinato dalle note biografiche: "Len Bowman ha la- mandato l'incontro tra sovietici e americani. Non aveva vorato come guardia forestale, cuoco a domicilio, mimo, par- bisogno di leggere l'articolo per sapere cosa stava succedencheggiatore, e scaricatore di porto". "Racconti di Elise do. Aveva già ricevuto tre racconti sulla guerra nucleare, quelRosenzweig sono già apparsi su 'Hanging Loose', 'The Ze- la settimana, ed era solo giovedì. Due dei racconti non erano phyr', e 'Blue Pig' ". Quando "New York Life" aveva fat- male: quello della donna convinta che i missili nucleari soto sapere di essere alla ricerca di nuovi scrittori, la redazione vietici dovessero apparire da un momento all'altro all'orizera stata inondata da manoscritti. (C'era un lettore, nella re- zonte, al punto che non riusciva più a guardare in faccia dazione di West Broadway, che faceva una prima selezione nessuno senza vederlo volatilizzarsi in un'esplosione, e queldel materiale, e mandava i racconti migliori a Kipnes; per lo di un giovane padre, operaio in una fabbrica di munizioni il resto, Kipnes era solo.) di Amarillo, Texas, nel reparto dove si preparava il plutonio Da principio Kipnes aveva scritto lettere piene di tatto: per le bombe al neutrone, che tentava di spiegare ai suoi bam- "Ci sono cose che ho molto ammirato in questo racconto ... " bini cosa faceva in realtà. ("Ma se tutti morissero, a cosa "Il personaggio del nonno mi è parso molto ben tratteggia- servirebbero gli edifici intatti, papà?"). Perché quegli scritto ... " Raramente decideva di restituire un manoscritto ac- tori di Iowa City, Bangor, Minneapolis si mettessero all'imcompagnato dalla lettera standard di rifiuto ("Anche se il provviso a scrivere tutti sullo stesso argomento, era proprio materiale accluso non è adatto per 'New York !ife' ... "). Ki- un mistero. Qualche anno prima era stato il momento degli pnes era a sua volta un poeta fallito. Le pagine ossessivamente aborti. Ora era la volta delle nascite. Di rado passava un'inbattute e ribattute a macchina, le ansiose lettere di copertu- tera giornata senza che arrivasse un racconto su un parto inra, i due mesi di attesa per la busta avana con il proprio indi- credibilmente commovente o sulle meraviglie della condizione rizzo scritto a mano: Kipnes aveva sperimentato di persona di genitore. 63

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==