Linea d'ombra - anno VI - n. 29 - lug./ago. 1988

L'OSPEDALEHA I CUOCHISALATI a cura di Ernesto Bonvini, Massimo Agosti, Lucina Bergamaschi Ormai da diversi anni, nei reparti di Pediatria, si cerca di rendere il più possibile meno dura la permanenza in ospedale dei piccoli pazienti. In questa direzione, ilfatto di maggior rilievo è senza dubbio la possibilità per le madri (o per qualche altra figura parentale in caso di necessità) di poter restare giorno e notte .accanto ai figli ricoverati. Questa possibilità, che non è un "optional", come, per fortuna, un numero sempre minore . di addetti ai lavori al contrario considera, ha naturalmente molto migliorato la condizione, di per sé già poco fortunata, dei bambini ricoverati, dando contemporaneamente l'opportunità ai genitori di poter collaborare in modo sempre più responsabile alla gestione della salute dei figli. Questo processo, per così dire, di "democratizzazione" ha probabilmente comportato anche che alcuni aspetti di per sé negativi riferibili alla sfera psichica dei piccoli degenti, quali il dolorefisico, l'ansia per lapropria salute, l'angoscia per certi interventi medici e così yia, fossero più affrontabili grazie alla presenza rassicurante del referente adulto. E probabilmente questo senso di protezione ha eliminato quella sorta di "paralisi psichica" che coglieva i bambini ricoverati senza i genitori: la non-paura dell'abbandono ha cioè contribuito afar sì che anche i soggetti (cioè i bambini) riescano a vivere costruttivamente, senza eccessive rimozioni, un periodo difficile come quello del ricovero ospedaliero. Crediamo che tutto ciò appaia evidente in questa raccolta di scritti, alcuni riportati integralmente, altri invece solo parzialmente, tratti da circa un migliaio di elaborati eseguiti quasi sempre nei giorni immediatamente precedenti la dimissione. Abbiamo optato, nella selezione, per quei brani più autentici e personali, cioè eseguiti senza l'intervento o l'influenza di mamme, nonni ecc. Al di là delle considerazioni speculative di ordine psicologico che si possono fare leggendo questi testi, ciò che ci ha più colpiti in questo materiale è il coinvolgimento emotivo immediato di tutte lepersone che lo hanno letto, non solamente quando si trattava di persone in qualche modo direttamente coinvolte (infermieri, genitori, medici), ma anche quando si trattava di generici lettori, spesso anche giovani senza figli. Da par(e nostra, noi che abbiamo letto e riletto questi "pezzi", ci siamo entusiasmati per questa spontanea comicità talvolta venata di tristezza, così singolare, e per noi abbastanza inaspettata. Li dedichiamo a chi ha ancora qualche dubbio sul fatto che i bambini scrutano, osservano, giudicano. Ospedale di Cittiglio (VA), Reparto Pediatrico. Il professore ha la fronte alta Le infermiere sono buone, e generose, golose. I dottori che ci sono qui sono di statura molto alta e sono bravi. Il profesor ha la fronte alta, consiglia gli altri medici ed è molto intelligente perché lo vedo molto pensare. I dottori sono bravi visitano gli ammalati bene e dicono se possono andare a casa per giocare a pallone. Il dottore F. mi visita tutte le mattine è bravo e spiega bene, solo che quando si siede al lato del letto mi sbilancia . Poi vorrei che quando i professori ci visitano devono darci la risposta definitiva. I dotori quando mi visitano scherzano sempre, strano io sono sempre l'ultimo forse perche hanno paura se mi visitano per primo possono contagiare gli altri bambini. Mi trovo all'ospedale per ragioni di salute Lunedì 2 novembre entrai in ospedale per aver bevuto del vino molto dolce e buono. Cominciammo a bere fino a quando non svuotammo mezzo bottiglione in due. Domenica entrai in ospedale ricoverato per esami di svenimento. Quando mi hanno pesata, hanno detto che ero 17 kg più del normale, perciò, la mia malattia si chiama sovrappeso. Questo ospedale mi ha fatto molta buona impressione tranne un locale che è la sala operatoria e spero di non entrarci mai più perché da piccolo mi sono promesso di andare fino a settant'anni senza perdere un pezzo e invece già a undici mi manca l'appendice. L'operazione è andata benissimo, sono stato operato dal dottor D. e per me è un grande onore perché sò che egli è un chirurgo molto esperto e sapiente i chirurghi sono tutti bravi però io stimo il dottor D. perché dopo tutto è stato lui che mi ha aperto la pancia ... Io un giorno ho mangiato la svizzera, e poi ho vimitato. Io la svizzera non la dovevo mangiare. Dopo aver saputo quanta febbre avevo mi sentivo ancor più male. La mia malattia di preciso non so quando è iniziata e per essere più sicuro di non sbagliare non dirò date o anni. Io non volevo andare all'ospedale, però fui costretto perché le scariche si facevano sentire. Sono venuto all'ospedale perché mi sono fatto un buco 47

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