SAGGI/GADDA l'andar del tempo, con lo scolorarsi o con il disperdersi delle testimonianze migliori, cioè non calunniose, non false. Il carattere tutt'altro che semplicetto dell'uomo, e il residuo materiale documentario da che la sua immagine, sola e dura, emerge, non sono motivi per una festevole anedottica, o per la nazional geremiade, o per il canoro melodramma: anzi, sono stati i temi di un'analisi diligente, paziente, insistente, e direi amorosa nella chiaroveggenza,da parte degli storici più accorti. Una grande acutezza e una gran perizia si dimandavano a "ricostruire" Colombo, gli anni di Colombo; i momenti del mondo· colombiano: Genova, Portogallo, Spagna, la guerra di Còrdoba, l'oceano, le nozioni cosmografiche, il dubbio pratico e le certezze accademiche, le immaginazioni e le notizie, sceverare Plinio dai leoni veri, accordare Seneca e Toscanelli, e le scuola cartografiche e gli strumenti nautici; infine la tecnica della navigazione velica, cioè affidata agli alisei. Ai navigatori, e alla civiltà del mare e dei navigatori, genovesi o portoghesi che fossero, è mancato il loro Burkhardt. La storia degli atti di Colombo è stata offuscata nei secoli da ragioni e da interessi non colombiani, e comunque tutt'altro che storici: a volta a volta questa sapida, questa ligure, questa spagnola, questa eroica storia è divenuta mito, bubbola, calunnia, polemica, idolatria_malinconica, stupidaggine integrale. La decalcomania ha potuto prevalere sul ritratto, la semplicità baggiana dei fabbricanti di schemi ha scancellato di memoria la complessità dell'azione, il multiplo gioco delle forze, cioè degli alisei e dei regni delle vele e delle ciurme, e dell'ago che indebitamente declina. Ma sotto le ceneri s'è potuta serbare la lenta combustione, la tenace rivendicazione della verità. È merito di alcuni spiriti "veracemente storiografanti", spagnoli o francesi o italiani che pur fossero o siano, è merito della nobile città di Genova e dell'amore non idolatra di concittadini e di studiosi d'ogni terra, se lungo il decorrere dei secoli s'è potuto recare a salvamento l'ideai registro degli atti colombiani, se l'ideai quaderno dei documenti non è andato totalmente lacero nella bufera delle fandonie. La storiografia ottocentesca ha potuto proficuamente esercitarsi nel suo lavoro: critica del documento e vittorioso recupero dell'immagine. La tradizione orale, o meglio verbale e verbosetta, ha risentito delle luci e del profumo dell'epoca: il Colombo del risorgimento e del post-risorgimento è un esule un tantino accorato, un mazziniano a Londra che rimugina le sventure della patria ... Per alcune generazioni del nostro secolo, poi ... Colombo è una statua: un arnese da monumenti. .. un pretesto per le allocuzioni del viceprefetto ... Contribuisce, col buon contegno dei pompieri, di Garibaldi e di Re Vittorio, al buon nome d'Italia ... L'atteggiamento antieroico concomitante allo spappolarsi della letteratura dannunziesca si è ripercosso in misura sinistra sulle azioni dei navigatori e dei memorialisti oceanici più quotati. Le Cadamòsto, le Marco Polo, le Pigafetta, le Da Recco, le Colombo sono in lettera .... L'intimismo del romanzo, la sensibilità nuova della critica, il nuovo sapore della prosa, il frustolismo poetico, il culto della festùca, e la dialettica storica un po' meccanizzata degli storicisti 36 Di fianco: Gadda in una foto di Giancarlo Scalfati (Arch. Garzanti); a destra, Gadda con Pasolini e Laura Betti (foto Lampo); in basso a sinistra, Gadda con Elsa Morante (foto O. Gentili); In basso a destra, Gadda nel 1960 (Agenzia Farabola). di minor calibro, ecco: ci hanno reliquato un Colombo colpevole di grandezza d'animo. Un nome vano, dunque ... un cappello a tre punte, o un qualche cosa di simile. Una celebrità che ha raggiunto il verde-bronzo: un segno stanco, pacchiano: felicemente estrinsecabile dal repertorio delle squisitezze, dal pathos alquanto crepuscolizzato del nostro spirito. Ma vale la pena di riesumarlo, il Caparbio, nel quinto centenario della nascita, nel giorno di sua gloria .. I quattro Luigi: Luigi Xlii Luigi XIII, figlio di Enrico IV e di Maria de' Medici è il primo dei quattro Luigi che dalla morte del Navarrino alla Rivoluzione si succedettero per centottant'anni sul trono di Francia (coi soli intervalli delle due Reggenze). I suddetti Luigi daranno il nome a quattro trasmissioni del Terzo Programma nel corso del 1952. Luigi XIII è figura meno determinata e meno significativa del Re Sole, Luigi XIV, e del Re Beneamato, Luigi XV, e forse perfino di Luigi XVI, il re che ebbe gli appellativi plebei e rivoluzionari di Monsieur Véto. Il tempo di Luigi XIII e del suo regno è segnato dal vigore intellettuale e dalla genialità politica di Richelieu, così come la sua personalità di uomo e di sovrano è dominata da quella del grande Cardinale. Sotto il suo regno tuttavia vengono a precipitare i fermenti e a delinearsi le promesse e le forme pratiche che carattedzzeranno per due secoli la politica dello Stato francese. Inoltre: attorno alla sua strana e forse abnorme figura si avvolgono e si sciolgono i nodi di un dramma giurisdizionale e dinastico, e le molte, le varie, le difformi vicende del costume: a non voler computare che il pensiero e le lettere francesi che raggiungono allora in opposti campi i loro grandi momenti: Cartesio, Corneille. L'assassinio di Enrico IV, la prevalenza del maresciallo d' Ancre durante la minorità di Luigi e la reggenza di Maria de' Medici, la soppressione del maresciallo e la orrenda fine della di lui moglie, l'estromissione della regina dalle cure del governo, la fortuna e il genio di Richelieu, l'accentrarsi e l'estendersi del potere regio, la lotta contro le residue libertà comunali (periferiche, marittime) e l'assedio della Roccella il comune-tipo, l'antagonismo fra la monarchia francese e l'Impero, la guerra nel Piemonte, sono altrettanti elementi figurativi della storia di quegli anni. La trasmissione del Terzo Programma si rivolgerà d'altronde agli eventi di più significativo o di più drammatico risalto, alle zone di più colore nella vistosa fattispecie, alle ombre psicologiche dei personaggi. Utilizzerà testimonianze dell'epoca, scritti vari, e spunti dai memoriali e dai diari di Héroard, di Goulas, del marchese di Montpouillan, dal marchese di Bassompierre, del marchese di Fontenay-Mareuil, di Pontchartrain, del Duca e Cardinale di Richelieu, di anonimi: oltreché pagine di storici e scrittori a noi più vicini.
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