Linea d'ombra - anno VI - n. 29 - lug./ago. 1988

SAGGI/GADDA Oggi, voglio ricordarlo, si chiama "numero di Avogadro", in memoria del grande torinese, il numero di molecole contenute in un grammo-molecola d'una data sostanza. Tale numero è eguale per tutte le sostanze, elementi o composti. Secondo le più recenti misure la sua dimensione è assegnabile da un valore molto prossimo a 6 moltiplicato per centomila miliardi di miliardi: il che si scrive 6x 102 3 • Galileo Ferraris nacque a Livorno Vercellese, oggi Livorno Ferraris, il 31 ottobre 1847, morì non ancora cinquantenne a Torino, per una polmonite, il 7 febbraio 1897. Nel 1869, dopo regolari studi a Torino è ingegnere. Nel 1870è assistente di Giovanni Codazza al Regio Museo Industriale Italiano. Risale al 1872 la sua importante Memoria, negli Annali del Museo, sulla Teoria matematica della propagazione de/l'elettricità nei mezzi omogenei. Il Ferraris fu tra i primi ad occuparsi in modo sistematico di misure elettriche industriali. "La corrente elettrica", nota l'ingegner P .P. Morra in una sua commemorazione del maestro, "era ormai uscita dal laboratorio del fisico per entrare nel campo più vasto dell'industria: ai progressi rapidissimi che si andavano facendo, tenne dietro con cura, con assiduità costante, il Ferraris". Alle macchine a induzione si andava sostituendo la macchina ad anelli di PacinòttiGramme (1864), cioè l'embrionale dinamo a corrente continua. Ferraris ne diffuse la conoscenza, si occupò, insegnante e studioso, di macchine elettriche, di misure elettriche. Si occupò di teorie e di problemi d'ottica. Diede una rappresentazione o traduzione geometrica della teoria dei sistemi diottrici di Gauss (è del 1840, Gottingen, la celebre memoria di Gauss: Dioptrische Untersuchungen rendendola inseribile 34 nei corsi di fisica generale e di topografia. Nel 1884presenta alla Reale Accademia delle Scienze una memoria sul canocchiale analattico del maggiore Porro, che è "in nuce" il moderno tacheometro. I primi apparecchi telefonici, dopo la invenzione di Graham Beli, furono "sperimentati", a Torino, nel Museo Industriale. Il Ferraris si occupa a lungo e con grande interesse di problemi di telefonia, adibisce i metodi matematici di Fourier all'analisi delle "armoniche" di una data onda sonora. Sono dell'aprile e del maggio 1879cinque pubbliche conferenze sulla tecnica dell'illuminazione elettrica, allora ai suoi inizi, sulla produzione dell'energia necessaria mediante lo sfruttamento di "salti d'acqua" o mediante motrici a vapore, a gas. Tutti i problemi di produzione e distribuzione del1'energia sono prospettati, in termini "d'avanguardia" rispetto al teinpo, nel suo lavoro: Sulle applicazioni della corrente elettrica alla Mostra Internazionale di Elettricità tenuta a Parigi nel 1881. All'Esposizione Internazionale di Torino del 1884 - creati da Galileo Ferraris che in quegli anni corrispondeva con scienziati ed ingegneri di tutta Europa - si videro in carne ed ossa i cosiddetti "generatori secondari Gaulard e Gibbs", cioè i prototipi dei moderni "trasformatori" per correnti alternate. Come è noto, i "trasformatori" (elevatori e abbassatori di tensione) sono organi essenziali della odierna attrezzatura elettrica, rendono possibile il trasportodell'energia a grandi distanze (mediante elettrodotti ad altissima tensione), nonché la distribuzione capillare alle utenze. Erano, i Gaulard e Gibbs del 1884, dei giganti bambini, dei mammut in fasce. L'apparecchio di Gaulard aveva dato luogo ad acerbe controversie, per quanto il tipo esibito a Torino desse già garanzia di buon rendimento industriale. Galileo Ferraris intuì l'enorme importanza che tali apparecchi avrebbero assunto in futuro, eseguì misure su di essi per incarico del Giurì dell'Esposizione. Dalla discussione dei risultati al1'approfondimento dell'analisi, more solito, fino alla classica memoria del 1885 (Reale Accademia delle Scienze): Ricerche teoriche e sperimentali sul generatore secondario Gaulard e Gibbs, seguita e direi conchiusa nel 1887 dall'altra: Sulle differenze di fase delle correnti, sul ritardo dell'induzione e sulla dissipazione dell'energia nei trasformatori. Sono quelle che noi chiamiamo oggi perdite da isterèsi, o perdite nel ferro. La teoria dei trasformatori elettrici è nata. La mente di Galileo Ferraris operava secondo categorie analogiche, trasferendo concetti e gruppi di concetti da uno ad altro campo scientifico ed applicativo: egli è matematico e fisico "entusiasta": ma è "scopritore da riflessione", da intuizione riflessa. Rappresenta, cioè, il tipo intellettivo del1'indagatore, non l'uomo fortunato che incocca quasi a caso il bersaglio. Lo studio teorico (matematico) dei moti vibratori simultanei e della loro composizione, lo studio.della composizione di due raggi luminosi rettilinei polarizzati a dare un raggio polarizzato circolarmente, indi una meditazione "analogica", suggerì al Ferraris l'idea di comporre due vettori elettrici alternativi a dare un vettore rotante. Il Ferraris,

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