Foto di Jean Weber. Per lui il nome del cielo è una farsa amara; È un compendio di libertinaggio; È il vizio incallito su una fronte di quindici anni. E tuttavia è coraggioso, e affronta la folgore, Come un vecchio granatiere, e mangia la polvere, E si getta contro il cannone gridando: Libertà! Sotto la palla e il ferro cade con fierezza. Ma appena la Sommossa passa davanti allasuaporta, Subito l'istinto del male lo afferra e lo stravolge, Eccolo a ingrossare le bande dei buoni a nulla, A turbare la quiete dei cittadini tremanti, E urlando, la fronte impiastrata di polvere, Pronto a scagliare su Dio la bestemmia e la pietra. Dunque in origine il voyou è molto giovane: un monello. È pallido, gracile: quindi povero. Se un ricco appare pallido e gracile, è solo un degenerato. Il voyou è giallo: il philosophe invece è un po' olivastro, almeno Descartes. E, tornando un po' indietro: il filosofo è barbuto, ha il colorito pallido (ma venato di vermiglio spento) ed è alquanto gracile (Descartes soccombe dopo un rigido inverno alla svedese, una bagatella per una Cristina). Inoltre il voyou è chiassoso, indolente, vagabondo - il filosofo ozia, è indolente, ma non è chiassoso, ha una bella corazza ... Il teppista bastona i cani (poeticamente magri) e scarabocchia dei cazzi o delle fiche, separati o infilati l'uno nell'altra. Per di più fischia. Decisamente non si riconosce più il filosofo. Il teppista non crede: filosofo. Sputa su sua madre: non filosofo. Pensa che il cielo sia una farsa amara: filosofo? È libertino: filosofo?? È vizioso: filosofo??? Filosofo luna-parchico, in ogni caso. Passiamo alla seconda strofa: è coraggioso, affronta la folgore, mangia la polvere, si getta contro il cannone: non filosofo. Inneggia alla libertà: filosofo. Disturba la quiete dei tremanti cittadini: non filosofo. Ha la fronte impiastricciata di polvere: non filosofo. È pronto a scagliare contro Dio la bestemmia: filosofo. E la pietra: non filosofo. Esistono dunque un certo numero di analogie tra il teppista e il filosofo, ma anche un certo numero di opposizioni, di opposizioni gravi che potrebbero giungere al lancio di sassi. Il tampone dialettico tra questi due modi di essere è di poco anteriore (che importa la verità storica?) alla comparsa del più "basso": è il poliziotto. Uno dei maestri del pensiero contemporaneo l'ha genialmente scoperto e distinto, alla sua fonte. Kierkegaard, il teologo teppista, quando è in preda all'estetica, fin dalle prime pagine del suo diario (trad. francese, p. 11, fgt I A 11), dopo una nota sul manicheismo e un'altra sul peccato e il diavolo - si occupa del "ladro mastro". E distingue con precisione (I A 18, p. 15) ciò che differenzia il "capoladro" dal "bandito italiano" (romantico): !"'aspetto sociale". Con lo stesso spirito "moderno" lo vediamo ineditare sull'humor, su Don Giovanni (p. 100), Caligola (p. 90), sul commissario di polizia. Sì, sul commissario di polizia: "Una figura demoniaca, che avrebbe potuto riuscire altretSAGGI/QUENEAU tanto bene un buontempone, ma anche un assassino ... " (p. 224, VI, A 10 - 1844 o 1845). Vidocq (1775-1857), contemporaneo di Kierkegaard ( 1813-1855), corrisponde bene a questa descrizione: ergastolano o poliziotto, la sua natura non cambia. I primi poliziotti furono degli "esperti", sappiamo bene che la linea di demarcazione è molto esile; banale. È nel sottoproletariato che la borghesia recluta i suoi assassini, i suoi crumiri, i suoi Chaouchs, i suoi nazisti. E infatti, anche se lo sbirro in quanto tale all'inizio non incontrò l'entusiasmo apologetico della borghesia - per via della sua componente voyou -, la polizia al contrario sarà beatificata per l'aspetto investigativo, generalmente dilettante (soltanto più tardi arriverà Maigret), di cui il primo rappresentante fu il cavaliere Dupin (anche lui contemporaneo di Kierkegaard) (1840: Tales of the arabesque and grotesque). Tornando al "capoladro" non dimentichiamo Lacenaire (1836), la cui moda fu di origine borghese anzi femminile-borghese; la sua rivolta piaceva ai borghesi, mentre la popolarità di Mandrin e Cartouche aveva una base plebea e le loro imprese (soprattutto quelle di Mandrin) in parte giustificavano e legittimavano questa popolarità. Fu dopo sette anni che Chateaubriand (personaggio un po' teppista) ebbe scoperto per Napoleone il piacere del cattolicesimo, che Vidocq inventò per lo stesso tiranno la polizia pittoresca. Chateaubriand, Vidocq: di due poli del mondo balzachiano. La creazione balzachiana, ammirata da Marx ed Engels, appariva come la reintegrazione nell'universo borghese, grazie all'estetica, di due estremi che poteva sembrare se ne allontanassero: il philosophe (o il mistico) e il voyou (o il bandito), resi accettabili e commestibili grazie al succo gastromantico. Imborghesendo la religione, Chateaubriand (molto più filosofo, e perfino filosofo volterriano, di quanto non voglia sembrare) autorizza le misticità decorose, ed è con il suo ingresso nella polizia che il bandito Vidocq diventa un teppista. Il pantheon balzachiano, proprio come la mitologia kierkegaardiana, è fisicamente moderno perché riconosce ed 31
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