Linea d'ombra - anno VI - n. 29 - lug./ago. 1988

IL CONTESTO HORROR DALDIARIO DIBENJAMINSHILLABER Stefano Benni ... oggi 12aprile 1886 abbiamo lasciato il corso del fiume Shuende per addentrarci nella foresta verso le cascate. Qua, secondo il vecchio diario di mio padre Simon Shillaber, dovrebbe trovarsi la tribù degli Indios Lettori. Sono molto emozionato: questo è il momento che attendevo da molti anni: da quando, giovane studente di Oxford, ascoltavo le parole del mio genitore: "verrà un giorno in cui scopriremo che altri, oltre a noi, leggono. Allora le tirature si impenneranno, e leggere sarà una cosa normale come dormire, mangiare, o giocare a polo". Davanti a noi, si erge un vero muro vegetale: ci apriamo la strada a colpi di machete: io ho un ottimo Carrington in acciaio di Manchester. Siamo nove, con i portatori. A noi l'avventura! 13 aprile, pomeriggio La foresta è umida e oscura. Pappagalli variopinti volano tra i rami. Ci sono enormi insetti volanti. Molo, capo dei portatori, un nero basso e tozzo come un pastore delle Highlands, mi ha detto nel suo pidgin-english che sono assai velenosi e che in dialetto shuende si chiamano culex pipiens. È incredibile il numero di variazioni e sfumature di verde del fogliame: gli indios della foresta hanno quarantatre modi diversi di dire "verde". Forse ci scriverò un articolo. 13 aprile, sera Abbiamo mangiato frugalmente, io salmone in scatola e i portatori patè di gibbone o qualcosa di simile. Mi sono sdraiato sull'erba con la pipa accesa piena del mio buon 26 tabacco Prince Albert (che tiene lontani gli insetti) e mi sono messo a leggere Coleridge. Certo, fa uno strano effetto leggere in questa giungla selvaggia. Qual è il rapporto segreto tra la parola scritta e il grido olofrastico della scimmia, mi chiedevo? Mentre me lo chiedevo una scimmietta rossa simile a un fantino irlandese mi è salita sulle spalle, e sbirciava il mio Coleridge. Com'era patetica e buffa, nella mimesi della lettura! 13 aprile, notte ... fa un caldo soffocante e i rumori della giungla notturna sono più del previsto. Ho fatto una scoperta: il Prince Albert non allontana gli insetti, bensì li seduce. Ne ho qui nella tenda centosedici specie, tra cui uno che per colore e dimensioni potrebbe essere una bicicletta da corsa. Ho chiesto aiuto a Molo che ha spruzzato nella tenda un distillato sciamanico di erbe che in dialetto shuende è chiamato "baigon". Molo è rozzo ma molto efficiente. Guardando il Coleridge che avevo tra le mani, ha sorriso. Certo non sa leggere. È forse nell'ignoranza la ùnica felicità possibile? Credo che dormirò ... 14 aprile, mattina Né opaco né fiammante, come il capo di Dio Sorse il Sole Glorioso. Coi versi dell'immortale Coleridge mi sono svegliato. Il morale è ottimo: siamo rimasti in sei. Abbiamo fatto un buon breakfast, io caffé nero e biscotti Callard and Bowsers, i portatori spremuta di gibbone. Il muro vegetale si infittisce é il mio machete Carrington si è schiantato contro un'ortica gigante. Protesterò col mio fornitore. Molo canta in coro coi portatori una rozza canzone le cui parole dicono : "Ieri, tutti i miei dolori sembravano così lontani ieri l'amore sembrava un gioco così facile". Come possono esistere potenziali lettori in una cultura così primitiva, mi chiedo, steso sull'erba per la sosta di mezzogiorno. È incredibile la quantità di verdi che mi circonda. Non sarebbe male vedere anche un po' di rosso. 14 aprile, sera Una pioggia tropicale quasi londinese accompagnata da una nebbia quasi scozzese e da tuoni gallesi ci ha bloccato. Ci siamo ri- . fugiati nel cavo di un albero. La pioggia ha allontanato gli insetti. In compenso ha attirato i serpenti, alcuni sopra i dieci metri. Uno di essi ha ingoiato tre portatori e il mio zaino con il Petrarca annotato. Per fortuna ho salvato Coleridge. Una scimmia è di nuovo scesa dalle liane e me lo ha rubato. È risalita sui rami e insieme ad alcune colleghe sfogliava il libro e gridava. "Alle scimmie piacere molto poesia romantica", ha detto Molo. Rozzo com'è, ha inattesi lampi di humour. Chi mi ha rubato l'Iliade? 14 aprile, notte Sono turbato: Le scimmie mi hanno ridato Coleridge e alcuni versi sono sottolineati. Certamente si tratta di un caso. Ma tutto ciò mi sollecita strani pensieri. E se un giorno altri, oltre a noi, leggessero libri normalmente come mangiare, dormire o giocare a polo ... se esistessero veramente gli indios lettori ... se il mio editore ... Credo che dormirò. 15 aprile, mattina E una mattina caldissima. Siamo rimasti solo io e Molo. Ci stiamo avvicinando alla meta del nostro viaggio, le cascate dello Shuende. Avanziamo ancora nel folto muro verde, quarantatre maledette nauseanti qualità di verde. Ho scoperto che le scimmie usano le bucce di banana come segnalibro e il mio Coleridge ne ha sofferto. Ho pestato un'anaconda. Andiamo avanti. 15 aprile, pomeriggio Sono allibito. Ho visto in cima a un albero la mia Iliade tra le mani di una grossa scimmia nera. La scimmia aveva in mano una matita e sottolineava. Certo il caldo mi sta giocando dei brutti scherzi. Ho chiesto a Molo se da queste parti esistono serpenti dal morso allucinogeno. Mi ha rassicurato: ci sono solo serpenti dal morso mortale. Verso sera abbiamo ritrovato il corso del fiume Shuende. Su un tronco d'albero galleggiante un animale simile a una grossa marmotta leggeva un libro con la copertina rossa. L'ho riconosciuto: è il Manuale di ingegneria navale dell'ammiraglio Percival Woddle, London University Press. Dio mio, cosa sta succedendo? 15 aprile, notte Non sto bene. Ho preso un overdose di verde e la sola vista di un pisello mi fa vomitare. Non potrò mai più giocare a golf. Ho la febbre alta e brividi: nel delirio mi sembra di udire distintamente voci di pappagalli che declamano l'Iliade in greco, mentre un altro fa la traduzione simultanea in shuende. Ho chiamato Molo, che mi ha rozzamente provato la pressione, e gli ho chiesto se non gli sembrava che i pappagalli dicessero strane parole.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==