IL CONTESTO Dal lungo, vivacissimo capitolo dedicato a Vittorini - Vittorini a Firenze - estrapolo un punto, quello riguardante la vostra diatriba sul Gattopardo: "L'ultima volta che ci telefonammo fu per discutere e benevolmente insultarci a proposito del Gattopardo ... " È un libro grandissimo, di qualità artistica indiscutibile. È un libro pieno di dolore. Vittorini, più che sbagliarsi, forse non lo lesse neanche. "Lo vuoi leggere, per piacere?", gli dissi al telefono In Notti d'agosto dove vive e muore Leoné Traverso, accenni a un libro del Cinquecento, di autore ignoto, in cui la "tensione è paragonabile oggi soltanto a quella dei racconti e dei romanzi di Kafka". Che è, scusa l'inciso, il mio scrittore preferito ... Kafka ce l'ho tanto addosso che non rie18 sco a leggerne più di venti pagine per volta. Tralaltro, Il castello mi fece capire // podere di Tozzi ... Una parentesi: in questa stanza hai dei gran bei quadri, vedo due Rosai, tre Marcucci... Se potessi scegliere, due quadri che vorresti avere qui? Un Picasso e un Matisse. Perché Mario Luzi non ha un suo capitolo? Ho avuto con lui un rapporto troppo quotidiano e nello stesso tempo troppo frammentario, come del resto con Bo: durano entrambi da cinquant'anni. Sono due tra le persone cui voglio più bene. Del capitolo La rosa non finita, dedicato a Ugo Capocchini, voglio citare solo una CONFRONTI frase, splendida: "Anche lui, come Rosai, come altri nati nella nostra terra, era un uomo che aveva capito che la vita è un percorso misterioso e disperato". Devo però lamentarmi per l'assenza nel tuo libro di figure femminili. Non ci sono dunque state donne importanti nella tua vita, aparte tua madre e quelle insegnanti di cui mi hai parlato un 'altra volta? È stata ed è molto importante la mia seconda moglie, Maria, che conobbi nel 1950 al "Nuovo Corriere", dove era segretaria di redazione. Nel penultimo capitolo, Il duca, gli altri e una rivista, parli delle avventure e disavventure della rivista "Società", che si proponeva di "studiare l'Italia dal vivo. E questo studio sarebbe più utile fari o oggi, perché tutti parlano de/l'Italia al massimo traverso le cifre e non traverso la terra e le persone". Se la dovessi dirigere oggi... ? La rifarei così. L'ultimo capitolo di Amici è dedicato a Mario Fabiani che, scriveBilenchi,fu "il primo comunista italiano che dopo essere vissuto nell'Unione Sovietica mi confessò apertamente il suo dissenso per l'organizzazione politica che vi era stata realizzata". Quando arriva la notizia della morte di Stalin, Bilenchi si reca con lui in federazione. "Arrivammo in federazione. Entrammo, c'erano compagni che piangevano. Si fecero intorno a Mario. 'Intanto piangete poco. È morto un dittatore', disse. Lo guardarono sorpresi. Salimmo le scale. Al primo piano, in uno stanzone affollato, Mazzoni gli venne incontro. Mazzoni disse: 'Sono turbato'. Fabiani: 'Perché?'. Mazzoni: 'Come, non lo sai? È morto il compagno Stalin'. Fabiani: 'Lo so. Era ora. È morto troppo tardi'. Non ricordo più la reazione degli altri". Così termina Amici. ILROMANZODINAPOLI Goffredo Fofi Dopo Althenopis e le Storie di patio, senza dimenticare un volume di storie di vita dei "disoccupati organizzati" fine Settanta, cioè dopo l'autobiografia-divagazione, il racconto, l'inchiesta, Fabrizia Ramondino arriva al romanzo e ci arriva, come si poteva, forse, attendersi e auspicare, però con qualche tremore, con grandiosa semplicità. Un giorno e mezzo (Einaudi, pp. 216, L. 22.000) suggerisceaccostamenti di aggettivi apparentemente incongrui: è grandioso/semplice, è
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