sitario (se ne esistono), nell'ambito di discipline come la sociologia, l'antropologia culturale, la psicologia sociale. Inoltre, si può pensare di far istituire borse di studio su questi temi. Dovrebbero essere terreno privilegiato dell'opera di formazione, con particolare attenzione al significato di questa tematica per le generazioni giovani, alle dinamiche comunicative dell'istituzione scolastica, alle modalità di trasmissioneeducazione proprie di una tematica legata a tratti profondi della personalità, a pratiche di interazione interpersonale, a tradizioni culturali e familiari, ecc. 4. DOCUMENTAZIONE E RICERCA. Utilizzazione di dati statistici (lstat) e di risultati di indagini esistenti. Programma di ricerche affidato a un comitato creato ad hoc (del quale dovrebbero far parte docenti e ricercatori con specifica esperienza in questo campo, esperti dell'lstat, ecc.). È evidente che per questa parte del progetto (come per altre, quando lo si ritenga utile) ci si avvarrà della competenza di istituti e di studiosi stranieri e di organismi internazionali. Queste note costituiscono la prima base di una proposta e di un confronto per l'insieme di iniziative avviate e da avviare nell'ambito del progetto. Verranno a mano a mano meglio definiti gli ambiti, le priorità e le caratteristiche delle fasi successive. Agenzia l.R.D. c/o Gruppo Parlamentare Sinistra Indipendente, via Uffici del Vicario 21, te/. 6797441 - 00186 Roma ..CofJ IL M - ·;ltVio,\::;'. ··', . ' . . ' .::·.' . : \,. ··1 .-: .·· . •·.·_.rif·~~~{04t-JO . :t>c: (içS~RE, ..· •,qt~·LtANO·.-. . ·:•, . JJ~A . ~-i·tA:. , l"3~€AlOtrf6'.·. ' ..., CJf ·. ìJol..J 0:6' ~1""o~, ~eR: CA ·çoctéf A/ ,,·· . Vl(J,l'f\ tÀ1/tt~Lf be-C 1;0 o.o· @tN?ltJO]. Da "Tango" del 16-5-1988. DISCUSSIONE/BRODER LAQUESTIONE ISRAELE-PALESTINA SIPENSA,SIPARJ.AESIAGIStl IGNORANDOSI Henryk M. Eroder È un conflitto ormai "adulto" ed è cominciato tanto tempo fa. È difficile stabilire quando. Forse nel 1882, quando la prima grande ondata migratoria portò nel paese più di 20.000 ebrei, soprattutto dalla Russia. O nel 1896, l'anno in cui fu pubblicato il saggio di Theodor Herzl Lo stato ebraico. Tentativo di una soluzione moderna alla questione ebraica. O l'anno seguente, quando a Basilea fu indetto il primo congresso sionista, il quale stilò un programma di massima che inizia con le parole: "Il sionismo ha per scopo la creazione di un popolo ebraico, di una patria in Palestina, garantita dal punto di vista del diritto pubblico". O nel 1917, quando il ministro degli esteri inglese Lord Balfour dichiarò che il governo di Sua Maestà assicurava di guardare con "benevolenza al costituirsi di una sede nazionale per il popolo ebraico in Palestina" e allo stesso tempo prometteva "di fare grandi sforzi per raggiungere questo scopo". Oppure il conflitto è iniziato solo nel 1937, quando una commissione d'inchiesta inglese, guidata da Lord Peel, propose la divisione della Palestina in uno stato ebraico e in uno arabo? Dieci anni dopo, nel 1947, le Nazioni Unite decisero di dividere il mandato inglese della Palestina tra ebrei e arabi. Quando David Ben-Gurion nel 1948 proclamò lo "stato ebraico di Israele nel paese di Israele'', la lotta per la Palestina conobbe un'ulteriore escalation, ma era ben lungi dall'essere decisa. In questi quarant'anni l'escalation è progredita e a ogni avanzamento del conflitto si sono moltiplicate la grida di:· Così non può andare avanti, bisogna trovare finalmente una soluzione al problema palestinese. Ci sono state dozzine di iniziative, programmi, proposte, tutti finiti nel mucchio di spazzatura della storia. Stranamente, quasi nessuno si ricorda della divisione del subcontinente indiano tra India e Pakistan (più di dieci milioni di emigrati e profughi). La divisione di Cipro è stata accettata. La Repubblica Federale ha rinunciato a reclamare gli ex-territori tedeschi dell'est. L'Indonesia ha inglobato le Molucche e la parte est di Timor, il Marocco e la Mauritania si sono spartiti il Sahara spagnolo, il Vietnam del Nord si è preso il Vietnam del Sud, l'Unione Sovietica non pensa di restituire la Carelia alla Finlandia e Leopoli alla Polonia. Milioni di persone sono state cacciate, sospinte di qua e di là, derubate della loro patria. Dalla fine della seconda guerra mondiale non sono mancati i çonflitti nel cui corso si siano verificati cambi di proprietà o redistribuzioni di grandi territori. L'opinione pubblica mondiale, così come le persone direttamente coinvolte, hanno fatto rientrare questi conflitti nella "normale" amministrazione, con una eccezione: il conflitto in Palestina, la lotta tra ebrei e arabi per lo stesso pezzo di terra, tiene il mondo impegnato 7
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