SAGGI/CASES allora? Che cosa vorrei che fosse? Che diventasse veramente sovversivo in senso politico, visto che lo vogliono tale, e rimpiazzasse quell'opposizione politica che non c'è? Sarebbe bello, ma non pretendo tanto né credo che gli competa questo compito immane. Credo invece (e mi pare che in questo siamo d'accordo) che la coscienza civile dell'intellettuale debba apparire anzitutto nell'ambito della sua attività specifica, e non abbia necessariamente bisogno di separarsi in forma politica, se non in casi estremi che esigono una presa di posizione collettiva (come il caso dello "Spiegel", cui mi riferivo), casi nei quali per verità si conferma quella che tu chiami la "miserevole innocuità politica" del Gruppo. Ora è questo - quello della coscienza civile - il punto in cui il Gruppo 47 non mi soddisfa affatto, per cui gli ho contrapposto scrittori che non saranno un gran che, ma che mi paiono interpretar meglio questa coscienza civile. Le ragioni le ho spiegate in parte nel mio articolo, in parte richiederebbero un discorso troppo lungo. Vorrei compendiarle così: nelle loro opere più impegnative gli scrittori del Gruppo 47 accettano più o meno consapevolmente il ricatto che pone loro lo Stato per cui esso è l'unico Stato possibile e per cui essi possono essere soltanto i negatori o le vittime o i satirici di questo Stato. La coscienza civile comincia con la rottura di questa posizione, comincia quando uno si sente "sovversivo" in nome di un altro Stato possibile, di cui magari ci può non esser traccia nella coscienza attuale della nazione, ma la cui possibilità è attestata se non altro dalla propria coscienza, dalla propria insoddisfazione, dal proprio dolore, dalla propria speranza, anche se non si ha voglia o non si è in grado di rappresentarselo in termini ideologici e politici (come naturalmente sarebbe meglio fare). È solo questa coscienza che, specie se condivisa da un gruppo, può dare la forza morale da contrapporre ai vari Dufhues per dir loro: voi non siete la nazione, e se anche la nazione lo crede, si sbaglia. Inutile che spieghi questo al poeta di Landessprache. Ma non ci posso far nulla se io di questa coscienza non trovo neanche l'ombra (anzi la trovo chiaramente vilipesa) nel Tamburo di latta, e se ne trovo molta di più nelle plumbee pagine dei Nani da giardino della Wendt che non nelle girandole, del resto piuttosto insipide, di Quercia e conigli angora di Walser; se ne trovo (visto che, non dimentichiamolo, la Germania è composta di due Stati ognuno dei quali pretende con uguale inverosimiglianza di essere l'unico Stato tedesco possibile nell'orbita capitalista o socialista) più nell'esiguo libretto Duell di Esser che non nelle complicate macchine infernali del nostro amico Johnson. Non ci posso fare niente, insomma, se ne trovo più fuori che dentro il Gruppo 47 e se penso che questo gruppo potrebbe recuperare un'anima solo in quella coscienza. Cambiamo dunque la frase incriminata in questo modo: il Gruppo 47 è ormai una forza, e una forza che trova infiniti punti d'applicazione nell'opporsi alla deliberata volontà di schiacciare l'indipendenza intellettuale onde mantenere le condizioni della propria sussistenza. Ma questa forza "si esaurisce" in una "guerriglia nel sottobosco culturale" se i singoli, che sono i soli, come tu ben dici, a creare la letteratura, non si giovano del margine di libertà così ottenuto per affermare risolutamente nel loro lavoro la propria coscienza civile. Lo so, questo discorso ti sembrerà vergognosamente kantiano per uno che si professa marxista. Senonché sono le condizioni tedesche a fare continuamente risorgere l'esigenza di un atteggiamento kantiano. Per questo auguro anch'io lunga vita al Gruppo 47 come forza politico-culturale, ma soprattutto auguro lunga vita a chiunque, fuori o dentro il Gruppo, incarni in sé lo spirito che ci parla dai versi di Landessprache. Alessandro Baricco Il genio in fuga Due saggi sul teatro musicale di {;ioachino Rossini Introduzione di Gianni Vattimo pp. 136, L. 20.000 Henry James Tre saggi su Balzac pp. 108, L. 16.000 Martin Heidegger L'autoaffermazione dell'università tedesca Il rettorato 1933/34 pp. 64, L. 10.000 Ettore Sottsass C'est pas facile la vie (canzone africana) pp. 64, L. 12.000 Eric A. Havelock Dalla A alla Z Le origini della civiltà della scrittura in Occidente pp. 96, L. 15.000 F.M. Dostoevskij - A.G. Dostoevskaja Corrispondenza 1866-1880 pp. 496, L. 60.000 il mdangolo .-ia di porta soprana • 16123 l(enova • te!. 010/ 203802 Italiana di Comunicazione r----------- , N.41 I NELLE LIBRERIE (distribuzione PDE) eco e o\0> e~, Inserto di educazione / ambientale 150 titoli: Una mappa bibliografica per cominciare - Scuola e protezione civile - Articoli di Orunesu, Passi, Rocco, Rosso, Salio, Spinelli, Tiezzi E inoltre Ora di religione - Autonomia scolastica - Contratto - Donne insegnanti - Razzismo negli stadi - «Mambo", supplemento di satira Abbonamento (5 numeri) Lire 17.500 - CCP 14450100 intesta~ to a Rossoscuola, Strada della Magra 5/b - 10156 TORINO L COPIE SAGGIO SU RICHIESTA ----------------------------
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