Linea d'ombra - anno VI - n. 28 - giugno 1988

tificiosa e pregiudiziale, un vero tour de force senza oggetto e senza direzione. Gli "esperimenti sul linguaggio" fatti per esempio da Danilo Montaldi con le Autobiografie della leggera e da don Lorenzo Milani con Lettera a una professoressa erano molto più audaci e molto meno accademici. Per non parlare del fatto che un populismo empirico, non ideologico (Montaldi) e un cristianesimo radicale (don Milani) potevano dare frutti migliori, politicamente, di tanto marxismo scientistico e neo-ortodosso così di moda in quegli anni e nei successivi. I testi di Mayer e Berardinelli sono stati letti al Convegno dell'Istituto Goethe di Milano sul Gruppo '47, il 30-11 e f'l-12 1987. IL GRUPPO 47 (NEL 1963} Cesare Cases, Hans Magnus Enzensberger Nel numero 19 di "L'Europa Letteraria" de/febbraio /963, Cases scrisse l'articolo che segue, cui Enzensberger rispose due numeri dopo. UN GRUPPO, NON UNA LETIERATURA Cesare Cases li Gruppo 47 ha quindici anni. li suo fondatore, Hans Werner Richter, ha edito in collaborazione con Walter Mannzen un grosso volume di più di seicento pagine dal titolo Almanach der Gruppe 47 (Rowohlt Verlag, Hamburg 1963): esso contiene un'ampia scelta dei testi letti durante le riunioni del Gruppo, oltre a un buon numero di saggi critici e a una bibliografia. Abbiamo così sia un panorama che una valutazione, interna ed esterna, del Gruppo, nonché, in alcuni saggi, la storia di esso. Questa è estremamente interessante ed è presto raccontata: nel 1947gli americani sopprimono l'eccellente, combattiva rivista "Der Ruf", diretta da Hans Werner Richter e da Alfred Andersch. Il direttore e i collaboratori si riuniscono nella villa di un'amica e progettano di fondare una nuova rivista intitolata "Skorpion". Ma la rivista non oltrepassa mai lo stadio del menabò: quel che nasce al suo posto è l'idea di ripetere annualmente una riunione consimile, cioè l'idea del Gruppo 47. Il quale è ormai abbastanza vecchio perché ci si ponga il problema di inquadrarlo nella storia della letteratura tedesca. Hans Mayer, uno dei pochi storici letterari professionisti e insieme l'unico rappresentante della cultura militante della RDT accolto nel gruppo - il poeta Bobrowski è un tardo impressionista che solo casualmente vive nell'altra Germania-, vi si accinge con l'abituale energia. "li Gruppo 47 - egli scrive- non è nella storia della letteratura tedesca la prima associazione di scrittori la cui fondazione ha luogo sotto il segno della contingenza ma che è poi cresciuta fino a formare un capitolo di storia letteraria su cui si interroga agli esami universitari, in casi gravi perfino a quelli di maturità". E qui si fa una storia dei gruppi letterari tedeschi dallo Sturm und Drang in poi. La conclusione è che il Gruppo 47 si differenzia da ogni precedente per le sue capacità evolutive. L"'ascetismo ideologico", proprio di quegli anni, non poté essere mantenuto, e questo fu sostanzialmente un bene perché favorì !'"evoluzione concentrica" SAGGI/CASES per cui il Gruppo attirò intorno a sé anche scrittori giovani e giovanissimi, fino a Uwe Johnson che nel 1947 aveva 13 anni. Questa capacità di assimilare le nuove generazioni distinguerebbe il gruppo da ogni movimento precedente (Sturm und Drang, Romanticismo, Giovane Germania, Espressionismo). In questo discorso c'è qualcosa che non persuade. L"'ascetismo ideologico" era, come dice lo stessoMayer, "esso stessoun programma ideologico": anche se puramente negativa, questa ideologia della non-ideologia aveva il merito di invitare a un esame spregiudicato della realtà passata e presente della Germania su una comune piattaforma umanistica e antinazista. Questa, che era l'ispirazione del "Ruf", fu anche quella dei primi anni del Gruppo, tanto che quando nel '51 fu per la prima volta conferito un premio a Heinrich Boli non mancarono voci di protesta perché la dichiarata fede cattolica di questo autore era incompatibile con l' "ascetismo ideologico". E invece oggi i libri di Boli ci sembrano molto più vicini ai romanzi di guerra di Andersch e di Richter che non alle ultime scoperte del Gruppo; Walser, Johnson, Grass. Poiché l' "evoluzione concentrica" non ha significato il precisarsi di varie ideologie, bensì la perdita di quella carica di denuncia, di quello sforzo di andare alla radice delle cose che era pur presente nell'ideologia della non-ideologia. La colpa di ciò non sta solo nella volontà degli scrittori, ma anzitutto nella pesante coltre che il miracolo economico da una parte e la divisione della Germania dall'altra hanno steso sulla dialettica della società, ispirando atteggiamenti che oscillano tra la ribellione astratta e il cinismo. Comunque il risultato è che, come nota Fritz J. Raddatz in quello che è di gran lunga il miglior contributo critico del volume, questo "non mostra affatto il Gruppo 47 come strumento politico, in certo modo come continuazione del "Ruf", secondo le intenzioni di Hans Werner Richter; non vi si possono riscontrarenemmeno le registrazioni di un sismografo sensibile". Salvo due eccezioni (Heinz von Cramer e Hans Magnus Enzensberger), "in tutto il volume non ricorrono mai le parole Hitler, KZ, bomba atomica, SS, nazisti, Siberia, né vi ricorre la tematica relativa". E Raddatz conclude: "Un fenomeno terrificante, a dir poco". La duttilità del Gruppo, vantata da Hans Mayer, se ha avuto l'indubbio merito di mantenere una certa vivacità nel grigiore della vita culturale tedesco-occidentale, di creare una repubblica delle lettere o almeno la parvenza di essa, è stata dunque scontata con una assoluta mancanza di individuazione sia nei contenuti che nelle forme (il volume costituisce una serie di bruschi trapassi dallo stile postmanniano di Walter Jens agli esperimenti più spericolati, dai cascami espressionistici all'intimismo di una Bachmann). Perciò la analogia con altri gruppi letterari zoppica e cade proprio su questo punto fondamentale. Qui Raddatz si rivela miglior storico letterario del professionista Hans Mayer. "Il confronto spesso tentato con lo Sturm und Drang non regge già dal punto di vista della pura storia letteraria, perché non ci fu un gruppo Sturm und Drang, ci fu solo una letteratura dello Sturm und Drang. La differenza è chiara: una comune posizione filosofica di partenza e una comune struttura sociale, riconosciuta e disprezzata nella sua sostanza, diedero agliscrittori l'empito necessario per creare una nuova epoca letteraria ... ". Invece il Gruppo 47 presenta "il fenomeno dell'eterogeneità, sia nello spunto ideologico che nel risultato estetico". Cioè, contrariamente a quanto accadde nello Sturm und Drang (e anche nel Romanticismo e nell'Espressionismo), esiste il Gruppo 47 ma non esiste una letteratura del Gruppo 47. Intendiamoci bene, l'esistenza del Gruppo è di per sé una cosa molto importante: esso ha ormai una sua potenza, fatta di posizione chiave in case editrici, giornali e riviste, alla radio e alla TV, ed è certo meglio che in questi posti ci stiano personaggi comunque anti49

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