Linea d'ombra - anno VI - n. 28 - giugno 1988

SAGGI/BERARDINELLI /IMS Wf/J.Jf.( /Ztvf JTe,t Jtt<F/We.l> /$NZ /1-f:t N2. fR_ tf.lJ fl. IC1f blcT~ J,v[LLf:I..S/1--tfF ftUTH fV;/11'{ tv/U f/f,fN/(IGff (3 .. )Ako LI - La critica letteraria e la letteratura si avviavano a diventare compiutamente universitarie. Laboratori neo-avanguardistici e laboratori neo-accademici inauguravano una prassi di sempre più stretta collaborazione. La capacità, soprattutto di Edoardo Sanguineti e di Umberto Eco, di combinare qualsiasi nozione con qualsiasi altra, in una catena ininterrotta di associazioni più o meno libere o forzose e di ribaltamenti retorici, era una vera novità. Razionalismo gratuito, o irrazionalismo della competenza interdisciplinare. Come in un esame di laurea, i candidati stavano dimostrando di possedere una tecnica, un metodo, una teoria dell'arte, una serie di gerghi, e di aver schedato qualche centinaio di libri. La nuova letteratura era un elogio della velocità e dell'efficienza. Senza debolezze e senza emozioni, lo scrittore diventava, prima ancora di nascere, lo scienziato e lo studioso di se stesso. In misura veramente notevole, la produzione ideo- _ 48 Foto di Antonle Rlchter. In basso: Autori del Gruppo '63: Pagllaranl, ?, Eco, Balestrlnl, Sangulnetl, Giuliani (Archivio Feltrlnelll). logica e critica del Gruppo 63 somigliava ad una voluminosa tesi di laurea che i giovani autori stavano scrivendo su se stessi e sulla letteratura che intendevano scrivere. 4. Non solo dal punto di vista delle "connessioni fra letteratura e società", ma anche su un piano specificamente letterario mi pare che fra i due gruppi non ci siano state molte analogie. Per quanto mi riguarda, devo dire che sono stati proprio alcuni autori e libri legati in vario modo al gruppo tedesco che mi hanno fatto capire ancora meglio, vent'anni fa, le forzature ideologiche e la debolezza di certe proposte letterarie del Gruppo 63. Il saggio di Enzensberger Le aporie dell'avanguardia chiariva nel modo più convincente che il giocattolo avanguardistico si era rotto da tempo e che l' "affannosa corsa agli sportelli del futuro" era ormai diventata grottesca. Nell'antologia/ Novissimi e nella teorizzazione dell'Opera aperta di Umberto Eco, prevaleva nettamente la poetica del collage informale, del perpetuum mobile, della fuga dal messaggio o della Parola Vuota, che vibra nel vuoto luminescente dei suoi infiniti significati virtuali, tutti però rigorosamente assenti dal testo ed eventualmente presenti solo nella testa perplessa del volenteroso lettore collaborante. Niente di più lontano e diverso dalla tecnica del montaggio e della citazione di opere come L'istruttoria di Peter Weiss, con il suo agghiacciante documentarismo drammaturgico. O dalla narrativa "congetturale" che cercava di rimettere insieme il tessuto lacerato della recente storia tedesca: come in Alexander Kluge (con i suoi Lebensliiufe: percorsi'di vita, o biografie, o carriere morali), in Uwe Johnson e in Heinrich Boli (ma il suo Foto di gruppo con signora arriva solo all'inizio degli anni Settanta). Semmai, il Gruppo 63 era più vicino alla Wiener Gruppe, o ad autori molto conseguenziali ma anche sommamente astratti, come Helmut Heissenbiittel. E soprattutto all'école du regard teorizzata da Alain Robbe-Grillet. E poi al gruppo di "Te! Quel", con la sua teoria "rivoluzionaria" del Testo come magma e colata lavica. Negli scrittori tedeschi prevalevano la sobrietà e l'accuratezza costruttiva, il montaggio dei documenti, il saggio politico-letterario, la satira, la narrativa microstorica, la poesia usata in funzione polemica e dialettica, ma sempre carica di energia insieme lirica e anti-lirica, come avviene in lngeborg Bachmann. La ricerca estetica si identificava con la chiarificazione politica e storica, e con le più diverse forme di "esercizio pubblico della ragione critica". Per trovare in Italia qualcosa di analogo, bisogna uscire dal Gruppo 63, o attraversarlo isolando magari alcuni autori, e accostandoli ad altri: Vittorini, Giudici, Majorino, Fortini, Volponi-. Considerando però anche opere singole come Il padrone di Parise, Gli strumenti umani di Sereni, e quello che è forse il più fantasiosamente e anarchicamente "impegnato" libro di poesia degli anni Sessanta: Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante. · Nel Gruppo 63 la ricerca linguistica era spesso molto ar-

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