Linea d'ombra - anno VI - n. 28 - giugno 1988

SAGGI/BERARDINELLI sconosciuto, che non vedo inserito nell'elenco degli autori, Hubert Fichte, morto prematuramente all'età di 51 anni. Die Geschichte der Empjindlichkeit (La storia della sensibilità) viene pubblicata ora tra le opere postume dalla casa editrice H.S. Fischer. Ritengo veramente che serva a controbilanciare quanto di fragile sia stato pubblicato nel passato senza voler con ciò assolutamente esprimere giudizi sulle opere, anche quelle successive, di Heinrich Boli, Siegfrid Lenz, Wolfgang Koeppen e altri. Il risultato è stato una letteratura tedesca di grande valore e ritengo che la forma attuale di questa letteratura sarebbe stata impensabile senza il contributo del Gruppo 47 e di Hans Werner Richter. (traduzione di Sergio Fabian) GRUPPO 47 EGRUPPO63. UN CONFRONTO Alfonso Berardinelli 1. Fa un certo effetto parlare, oggi, di gruppi letterari. Non ne esistono più da tempo. C'è ormai tutta una schiera di giovani autori che un gruppo letterario non l'hanno mai visto in azione. Non sanno che cosa significa. Chi ne fa parte, ha fin dall'inizio la certezza che qualunque cosa dica o faccia, pensi o pubblichi, avrà un'eco. Chi ne è fuori, non ha scelta: cooptazione, sala d'aspetto o inimicizia. Un gruppo letterario, infatti, prima di essere letterario, è anzitutto un gruppo. È una "istanza intermedia" fra individuo e società, è un insieme di persone che hanno in comune dei fini e degli interessi consapevoli e che condividono certi valori. Nel gruppo, in qualsiasi gruppo, il "noi" prende il posto dell' "io", lo ingloba e lo precede. Entrandone a far parte, il singolo esce dalla condizione di smarrimento che lo contrappone tout court alla Società. Entrando in un gruppo letterario, il singolo autore supera o mitiga lo sconforto dell'essere solo. Dispone già di un anticipo di pubblico. Si libera un po' del peso dovuto alla responsabilità esclusivamente individuale delle proprie opere. Diventa più forte, più sicuro di sé, a volte più arrogante, certo più influente all'interno di una cerchia definita e relativamente visibile. È qui il paradosso dei moderni gruppi d'avanguardia. Si comportano, in arte, come guide politiche di quello che dovrebbe o potrebbe essere un Movimento Artistico di Massa. Ma se rifiutano la massa diventano l'avanguardia di niente, e se scendono a patti con essa spariscono come avanguardia. Sognano di dare più potere all'arte. Ciò che di solito riescono a fare è diffondere propagandisticamente la loro critica dell'arte (critica di cui le loro opere sono per lo più la pura applicazione). Influenzano e controllano il pubblico (una parte del pubblico) con la loro propaganda estetica, che accompagna per un certo periodo di tempo, come una benedizione o una maledizione ideologica, qualsiasi cosa ogni autore d'avan46 guardia individualmente componga. Una volta esaurito l'effetto propagandistico, autori e opere restano infine senza "copertura", giustificazione e protezione. Allora, l'opera letteraria non si presenta più al lettore accompagnata dalle sue istruzioni per l'uso e dalle sue insegne di battaglia. Non è più l'applicazione di un programma, l'esecuzione di un progetto, l'esperimento di un laboratorio, l'arma con cui combattere una lotta, il mezzo con cui raggiungere un fine. Così l'arte perde le sue protesi, i suoi poteri supplementari. Finito il gruppo d'avanguardia, le opere sono disarmate. Finalmente possono essere considerate per quello che sono. (Una parentesi. Se oggi e da diversi anni non ci sono gruppi letterari degni di questo nome, ma solo svagate e timorate complicità, questo non è dovuto semplicemente all'allargamento della Società Letteraria e allo sviluppo dell'Industria Culturale, che sconsigliano, con la loro capacità di assorbimento e con la loro forza organizzata, qualsiasi "guerriglia culturale". Le guerriglie sono migliaia e l'Ordine regna sovrano. Perché un gruppo nasca ed esista è necessario: (a) elaborare un'idea di letteratura, (b) diffondere questa idea con efficaci e appropriati mezzi polemici, e anche, nei casi migliori, (c) esercitare un'influenza critica e orientativa più generale sull'opinione pubblica. Ora avviene che quasi nessuno sia più interessato a elaborare un'idea di letteratura in generale e di letteratura contemporanea in particolare, dato che questo non serve né a scrivere recensioni sui giornali né a gestire la ricerca universitaria: attività per le quali, anzi, avere un'idea di letteratura può essere ingombrante e inutilmente impegnativo. Quanto ad occuparsi delle idee che il pubblico si fa del mondo in cui vive, ciò è ritenuto "donchisciottesco" (ah, don Chisciotte!). Infatti all'Opinione Pubblica nel suo insieme ci pensano le Comunicazioni di Massa nel loro insieme. Si tratta di una faccenda dalla quale gli Intellettuali in quanto Intelligenza sono sempre più tagliati fuori.) Questo scolastico e risibile prologo era doveroso per introdurre le brevi osservazioni comparative sui due gruppi di cui parliamo, il tedesco Gruppo 47 e l'italiano Gruppo 63. Per anticipare subito le ovvie conclusioni, direi che fra i due gruppi le differenze sono state più numerose e più profonde delle analogie. Al punto che chiunque si occupi di questo confronto può avere giustamente la sensazione di cimentarsi in una semplice esercitazione retorica, consistente nel dimostrare con cura ciò che dovrebbe essere evidente a prima vista. 2. Alcune delle caratteristiche migliori del Gruppo 47 dovevano derivare dalle caratteristiche peggiori della Germania di Konrad Adenauer. Al conservatorismo autoritario del suo governo, il gruppo rispondeva con uno stile aperto, liberale, tollerante, innovatore e dissacratore. Al conformismo sociale indotto dalla ricostruzione tedesca e dal miracolo economico, si

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