non abbia alcun interesse, però un artista può dare una propria lettura della poesia. Se lui leggeuna poesia, ne avrà un'immagine personale, se la leggerà un altro avrà un'altra immagine. Dunque per l'illustratore si tratta di essere libero e di dare agli altri l'esempio della libertà. Quando illustro Prévert o Apollinaire dico semplicemente al lettore di essere libero come me nella sua lettura, ma evidentemente la mia immagine nasce perché io ho letto la poesia, è un'immagine nata a lato della poesia. Ho fatto a Bruxelles una mostra in cui ho illustrato le opere di Prévert, e ho tenuto un corso per dei bambini. Ho descritto loro l'opera di Prévert senza leggergliela, ho tolto tutti i testi, ho mostrato le mie immagini ai bambini e ho detto: scrivete delle poesie su queste immagini, e i testi che i bambini hanno scritto assomigliano straordinariamente a Prévert. Io sono così divenuto l'intermediario tra due poesie, quella di Prévert e quella dei bambini. Secondo me l'illustrazione e la grafica devono essere l'esempio di una libertà, e più l'immagine è aperta, più il pubblico è libero di prolungare l'immagine. Radici FOLON Mi sono nutrito di cultura europea, come Milton si è nutrito di cultura americana. Noi siamo amici. È una specie Folon e Glaser alla galleria Nuages (foto di Luciana Mulas). Sotto un acquerello di Folon INCONTRI/FOLON/GLASER di complemento, perché lui è completamente americano. L' America è un paese molto violento, diretto, molto "visivo", forte. Lui adora gli indiani americani del nord. Io adoro l'Egitto, la Tunisia, situazioni di radice europea, le mie influenze non sono tanto nell'arte moderna e contemporanea, quanto nelle antiche culture che ci hanno tramandato tutta la loro freschezza e spontaneità. Le mie vere influenze sono nei disegni dei · bambini o quando vado in Egitto, nella valle dei re e delle regine. Il mio giornale preferito è la valle del Nilo. Perché è assolutamente aperto. ' GLASER Sia il modo in cui noi percepiamo personalmente le cose, sia l'idea di vederci qualcosa non cambiano. Il fatto che veniamo fuori da una rpadre e il fatto che abbiamo con lei un rapporto parentale, anche questo resta uguale. Anche se mutano gli stili, le dinamiche basilari della percezione umana alle cose del mondo sono restate le stesse attraverso la storia. Il bisogno fondamentale è il desiderio. Quando diciamo classico bisogna riferirsi per forza al fatto che i greci conoscevano i meccanismi fondamentali delle relazioni umane. E i greci ci parlano ancora. Così l'uso delle cose classiche e degli espedienti tratti dall'arte classica è indispensabile perché secondo me lo sguardo dell'uomo e il suo carattere sono fondamentalmente immutabili. 37
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