INASSENZADIUNCREDO INCONTRO C NJEANMICHEL FOLON EMILTONGLASER a cura di Giancarlo Ascari e Franco Serra Abbiamo incontrato Mi/ton Glaser in Milano afebbraio in occasione della sua mostra presso la galleria Nuages dove esponeva una serie di acquerelli che illustravano racconti di Boris Vian. Con lui c'era il suo amico fraterno Jean Miche/ Folon, coautore con G/aser di libri e immagini; così è nata una discussione a più voci che abbiamo qui raccolto per argomenti. Mi/ton G/aser è un uomo alto e imponente, Folon è agile ed elegante. Abbiamo parlato insieme del loro lavoro, di questi anni, dei computer e della valle del Nilo. La mostra di G/aser saràper tutto il mese di giugno a Torino presso la galleria Arte Club. L'arte? FOLON In quest'epoca tutto si mescola, tutto si confonde. Ma credo che oggigiorno l'arte giochi un ruolo molto pericoloso, perché è diventata troppo intellettuale. Mi spiego. Io continuo a pensare che si può giudicare l'importanza di un'opera dall'eco che incontra. E per me l'arte è una cosa molto semplice. L'ho capito l'anno scorso, quando ero a Kyoto e ho visto in una piccolissima sala cinematografica un film di Chaplin. Era una pessima copia, vecchia, consunta. Era come un quadro di Seurat: tanti puntini sullo schermo. Un disastro. Eppure tutti i bambini delle scuole di Kyoto piangevano dal ridere, tanto erano contenti. E tutt'a un tratto ho pensato "Chaplin è morto, Chaplin non ha mai lavorato per i bambini giapponesi, lui ha solo realizzato la sua opera. Ho capito d'improvviso che l'arte esiste nel momento in cui "scappa" dal proprio autore; cioè l'arte è quando un'immagine vive senza vivere d'immagine. E questo vale per tutte le categorie, pittura, disegno, affiche, incisione. Milton e io siamo vera gente del XX secolo perché abbiamo tribune che si chiamano giornali, televisione, strade. Le immagini vivono anche se nessuno sa chi le ha fatte. L'altra sera mi hanno chiesto degli autografi e io li ho fatti e poi mi hanno domandato: "Ma lei non è Milton Glaser?". Io ero molto contento, perché questo non ha alcuna importanza. Quel che al contrario mi disturba nell'arte è quando questa è un punto d'arrivo, vale a dire quando è intrisa d'intellettualità, quando bisogna chiedere la spiegazione. Questo è un fatto che io rifiuto completamente. GLASER Il ruolo della pittura è di trasformare in senso metafisico qualcosa così che colui che la guarda non sia più lo stesso dopo l'esperienza del quadro. Nel nostro mestiere, in cui facciamo un lavoro per un pubblico sempre diverso, è necessario che il linguaggio venga capito. In questo caso i problemi sono molto differenti. Una cosa che sicuramente cambia è semplicemente lo stile, le forme; cambiano le apparenze esteriori, forse secondo la moda, così come ci si taglia i capelli in modo diverso da come si tagliavano negli anni Sessanta. La gente che lavora nella comunicazione si adatta al linguaggio predominante; ma i professionisti non pensano in questo modo; fanno solo il lavoro, e se comunica va bene, altrimenti devono trovare il modo di farlo comunicare. 36 La confusione di questi tempi è soprattutto l'assenza di un "credo". Nessuno crede più a nulla. La confusione non è una confusione controllabile dagli artisti. La confusione riguarda il credere in Dio, nel marxismo, nell'ideologia; tutte cose che sono diventate meno convincenti. Non c'è più quello che si poteva chiamare un mainstream di pensiero. E non è un problema che riguarda solo l'arte, quanto la cultura in generale, la cui confusione riflette una mancanza di "fede". Sappiamo troppo. Tutti sanno troppo. Troppo di storia, troppo sul governo, sul potere. Al punto che ora non possiamo credere in nulla. Non crediamo nella cultura, nella politica, nel governo, nell'arte. Così il ruolo del grafico è solo di pretendere di credere, o meglio di autoconvincersi di credere in qualcosa, finché funziona, finché questo crea comunicazione, finché la gente risponde. Libertà poetiche FOLON Abbiamo illustrato insieme l'opera intera di Apollinaire, in quattro libri (due io e due Milton), e le nostre illustrazioni sono molto diverse: non è più la stessa poesia, lo stesso poeta. Io credo che l'illustrazione letterale di un testo
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