Linea d'ombra - anno VI - n. 28 - giugno 1988

IL CONTESTO A LONDRA CONSAMMYEROJIE Gianfilippo Pedot<; Cosa sta succedendo nella vecchia Europa metropolitana? Cercate di andare a vedere il film Sammy e Rosie vanno a letto, di Stephen Frears, e certamente vi dirà qualcosa. È il divertente e tormentato capitolo di una love-story tra due londinesi che cercano di essere liberi e spregiudicati uno rispetto all'altro. Campioni di una "middleclass" urbana giovane e vivace, sono una coppia particolare: lui, Sammy, è il figlio negletto di un ex profugo politico del Pakistan, divenuto un capo di governo al suo ritorno in patria; Rosie è invece una giovane psicologa inglese militante, decisamente antithatcheriana e radicale. Molto diversi tra loro e ognuno con le sue avventure "parallele", vivono insieme in un quartiere di Londra che potrebbe essere Brixton. Ghetto delle minoranze e intreccio di razze diverse, popolato da afrocubani, pachistani, indiani ed emarginati inglesi, è un quartiere che ha una sua caratteristica fisionomia sociale: gli orientali sono piccoli commercianti, i "west-indies" neri in generale sottoproletari dediti alle attività più precarie, gli inglesi sono operai piccoloborghesi e figli di operai disoccupati e politicizzati. Il quartiere è un campo di battaglia per dei conflitti che più che etnici si potrebbero dire sociali. Barricate, violenze, scontri con la polizia e piccole ritorsioni tra gruppi diversi sono lo sfondo quotidiano, della storia di Sammy e Rosie. Un terzo personaggio si affaccia tra di loro: è Rafi, il padre di Sammy, che dal Pakhistan ritorna a Londra da ex-ministro che ha fatto parlare di sé per i suoi ardori populisti e che stenta dopo anni a ritrovare la città che conosceva. Rafi sembra uscito da 30 - 14 ,, • ~' I i u-~,,- :: .. -:; ~ r/, I. .. " ~ "I// I ~h un romanzo di Salman Rushdie. È stato un uomo di potere, quel potere terzomondista che si amministra e si tiene a galla con ogni mezzo, dalla demagogia alla violenza più brutale; ma è anche un intellettuale orientale colto, seducente e spregiudicato, che non mette molto a rendersi conto di quello che il microcosmo londinese gli fa vedere di nuovo, come segnali del domani. E che tuttavia non riesce a sentirsene coinvolto, isolato e senza illusioni come un vecchio "caudillo" di un'epoca che tramonta. Superato dagli eventi e già dimenticato dalla storia, Rafi si affanna ormai solo per cercare di ricucire il rapporto col figlio, che aveva sacrificato un tempo per le ambizioni politiche: a lui offre il denaro che ha accumulato, a condizione che Sammy si tiri fuori dal gioco e abbandoni i suoi desideri confusi di vivere tra i sussulti di un mondo che cambia. Tormentato dai fantasmi del passato e dal cumulo di colpe che lo assillano, è un vecchio che cerca a Londra un rifugio di pace e di tranquillità. Ma è troppo tardi, per lui. Dovunque vada viene respinto, che si tratti del figlio e di quella normalità familiare che tanto agogna o della relazione con una ex amante della borghesia britannica, abbandonata un tempo senza troppi scrupoli e specchio di una cultura democratica "all'occidentale" irriducibilmente legata al mito di se stessa e pronta a dimenticare appena possibile gli orrori di cui è stata ispiratrice. Londra nel film è un lembo di mondo nuovo che non è più inglese e basta, bensì luogo di incrocio e di fusione di tradizioni e culture molteplici. Le sue contrazioni violente sono il sintomo delle tensioni tra classi ridisegnate dalla mutata realtà sociale, che non seguono più una dinamica tutta inglese, ma sono il riflesso locale della divisione internazionale tra ricchi e poveri. Gli "ospiti", gli inglesi, sono un fronte spaccato: manager e politici senza scrupoli da una parte, e gruppi di giovani già "figli del benessere" dall'altra, un ritratto della sicurezza tracotante del potere "bianco" gli uni, e gli altri ragazzi generosi e confusi, se non proprio sbandati, nuovi poveri che sanno di poter tirare a campare tra sussidi pubblici e lavori occasionali ma che si chiedono perché. Le alleanze che questi stringono con i veri poveri, i terzomondisti, gli immigrati, sono frutto di un impeto che si potrebbe dire romantico, quando per gli altri è un calcolo tattico, nutrito di diffidenze, per degli scopi che coincidono solo temporaneamente: la lotta contro l'emarginazione e la brutalità imposta dal governo della Thatcher, per esempio, che mira principalmente, a ottenere per loro lavoro, denaro, riconoscimento sociale. Ma lo stesso fronte degli immigrati è disomogeneo e conflittuale. I neri, l'anello più basso della catena sociale, sono i diseredati; bastonati e disillusi sono loro i più bellicosi. Gli orientali hanno invece i caratteri di una piccola borghesia da Terzo Mondo, fatta di gruppi omogenei e di famiglie saldamente ancorate ai valori tradizionali; lavorando con ostinazione perseguono un obiettivo di promozione sociale, nel lecito e . nell'illecito, pragmatisti e tenaci. Nel film Londra ribolle con questa sua popolazione, e pur tra contraddizioni laceranti sembra assai viva e inquieta. Le sue tensioni si rispecchiano nella storia privata di Sammy e Rosie, una coppia difficile che si nutre di questa complessità e cerca di restare in piedi e rimanere viva nei suoi rapporti molteplici col mondo che la circonda. Rosie è solida e determinata, pensa a un mondo migliore e vuole altro dalla vita; non riesce a non essere un po' mamma e lascia che Sammy vada e venga dalle sue braccia confuso e incerto, attratto ancora da alcuni simboli effimeri della cultura occidentale. L'immagine di Londra che si affaccia nel film e che lo illumina con i barbagli della sua attualità dinamica e complessa fanno già di Sammy e Rosie un ottimo esempio di cinema "politico", con una forza emblematica che arriva a dire qualcosa di nuovo sulla realtà politica e sociale dei grandi agglomerati dell'Occidente. È facile perdonare a Frears e allo sceneggiatore e scrittore anglopachistano Hanif Kureishi (che insieme avevano dato vita al primo capitolo di quest'epopea cinematografica anti-thatcheriana con My beautiful laundrette) l'eccessiva ridondanza di un racconto che si perde facilmente nei suoi mille rivoli e che si lascia prendere qua e là da una retorica "movimentista" un po' facile e datata. Ma è un film che aiuta a capire la realtà, come ce ne vorrebbero un po' di più.

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