DISCUSSIONI/RIV AS rebbe importato? Neanche io ti racconto le mie storie. Quello che più mi fa incazzare è che tu hai potuto farlo con quel tipo. Meritava di essere ammazzato. Per favore, no, non dire che ti trascuravo! Lo sai che ti amo, lo sai bene. Non ti credevo capace di una cosa simile, non riesco a capire. Diamine, potevi dirmelo, potevi dirmi qualcosa, no? Se me lo avessi detto avremmo potuto parlarne, non so, credo che di queste cose si possa parlare. Ma no, dài, la storia con Rosa non te l'ho dètta per non infastidirti, e poi non era importante, altrimenti te l'avrei detto, no? E scusa, cazzo, scusa. E va bene, d'accordo, però se non te l'avessi chiesto io, tu: niente. Ma avevo i miei sospetti, evidente. È che sono uno scemo, lo sanno tutti. No, lo dici tu. A quest'ora lo sanno tutti. E io, come un cretino. Della storia con Rosa non ho detto niente a nessuno. E poi, è completamente diversa, quella era una cosa tra amici e questa no, non farmi incazzare. Concha, per favore, sai perfettamente che non ho quasi mai tempo. Insomma, puttana miseria, io in una riunione a rompermi le scatole e tu con un altro, puttana miseria. Da morir dal ridere. Cristo, lo sai che ti amo, lo sai benissimo che ti amo. E poi, se mi lasci, cazzo, non so, è un casino. Dài, ormai è fatta. Non piangere adesso. Accidenti, ci mancava anche questo, tutti e due a piangere. Sembriamo due scemi." Gli altri, i nani, stanno facendo un casino. Noi siamo motorizzati e corriamo. Ci hanno detto: siate pragmatici. Vale a dire: abbiate un prezzo, mettetevi in vendita. Ci stiamo arrangiando come meglio possiamo, però abbiamo vissuto abbastanza per provare quella nostalgia che ci impedirà di tradirci del tutto. Siamo stati al gioco, abbiamo goduto dei fuochi d'artificio, però adesso abbiamo la gola secca. Verso i trent'anni c'è una frontiera che si vive come una prima vecchiaia. Vedo di nuovo Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola, e rimango inchiodato alla poltrona. - È invecchiato parecchio - Sì, come se avesse 25 anni. I due giovani dicono qualcosa del genere circa il ragazzo della moto. Siamo diventati un po' vecchi, ipnotizzati dai pesci colorati. C'è un momento in cui si attraversa quella che Conrad definì la "linea d'ombra". Attraversiamo il guado, smettiamo di ballare e nel video appaiono neve e un tozzo di pane. Ci liberati dell'utopia però la rimpiangiamo. Non si trova più né a Ovest né a Est. Sta indietro e avanti, nella tradizione che ci tradisce e nei cuori che lamentosamente gridano nelle nevi del futuro. Il futuro è come uno scolaro intirizzito al bordo della strada con uno scheletro sotto il braccio. O, forse, è una giovane incinta, con calzini rossi, che conduce una vacca. Magari potessimo dirle qualcosa! A.B., il filosofo, ha scritto il suo primo libro, A favore della speranza, nel retrobottega della drogheria paterna. "Non è vero che se Dio morisse non importerebbe a nessuno. Non è ancora certo". Una generazione bonsai Sono davanti alla vetrina degli alberi bonsai e il mio 72 viso si riflette tra i rami di queste creature atrofizzate come un trofeo degli indios jivaros o come i piedi delle donne cinesi. Sarà vero? Cultura bonsai, pensiero bonsai. La nostra sarà una generazione bonsai? Mi spaventano questi alberi da frutto di poco più di vent'anni, ridotti alla misura di una lampada da tavolo, coltivati negli attici della città, mentre i loro fratelli liberi, art brut, si espandono in ogni dove. Dice il Manifesto Mohicano: "Il porco selvaticoè stato castrato. Il canto nuziale degli urogalli si è spento. Avvoltoi con aspetto paterno si disputano ancora i resti della festa. Ogni cosa è caduta in mano al nulla". Quando la sete incalza, mercanti senza scrupoli distribuiscono alcolici e polvere bagnata nel cognac invecchiato. Però non succede nulla. Siate impassibili. Siate compiacenti. Vi fa ridere? Vi angustia? Non importa se simulate. Siete seducenti. Non lo sapevate? Hanno preparato in nostro onore questo abbagliante e comico artificio forse perché non si fidano. Siamo stati in contatto con le idee, con il senso delle cose, con le parole sacre. Zorro il furetto è il nostro nemico. Uncas, l'ultimo dei Mohicani, attraversa la "linea d'ombra" e appare davanti ai Delawares con nostalgia di futuro. "Venite, scenderemo lungo il fiume fino al mare e ricupereremo quello che ci appartiene. Questa è, fratelli, la nostra convinzione, questo è ciò che pensano i figli della tartaruga. I nostri occhi non cessano di guardare il sole che spunta all'orizzonte, però non si sollevanoper rimirarlo al tramonto. Sappiamo da dove proviene, però non sappiamo dove va". Ci hanno detto: siate come i bonsai. Cresciamo! (traduzione di Giuseppina Marra) da "El PaÌs", 7/2/1987. ESORDIENTI. (& 'IMPORTANZA DI ESSEREGIOVANI} Gianni Turchetta L'importanza di essere giovani Ci sono sempre stati, naturalmente, narratori esordienti; e persino il sottogenere critico "recensione di esordienti", all'interno del quale il presente scritto si accinge in qualche modo a rientrare, non è, via, una novità. Sarebbe tuttavia un errore, al momento di cominciare un discorso su alcuni esordi narrativi degli ultimi mesi, non cercare di mettere a fuoco le ragioni (poiché ve ne sono diverse) per cui, dopo anni non dico di assoluta cecità ma certo di disattenzione da parte della critica, oggi si fa un così gran parlare di opere prime e si dimostra una così pronta e non di rado calorosa sollecitudine
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