LA FILOSOFIA, ANCELLADELLABUROCRAZIA Christoph Ti.ircke Nel numero dijebbraio di "Linea d'ombra" Filippo La Porta, recensendo alcuni libri di etica, menziona delle parole di Christopher Lasch sugli intellettuali, trasformati in esperti, che sono difatto tagliati fuori "da qualunque tipo di discorso pubblico" e aggiunge: "Certo in Italia sembra accadereesattamente il contrario di quanto afferma Lasch: da noi anzi i cosiddetti esperti sentenziano su tutto a ruota libera". La situazione che ci presenta Christoph Tiircke in questo articolo apparso in "Merkur" nel gennaio scorso (di Tiircke "Linea d'ombra" ha giàpubblicato nel numero di gennaio un importante saggio sulla cosiddetta "controversia degli storici tedeschi") è diversa in quanto anche in Germania, come in America, i filosofi non sogliono sputare il loro senno sulle pagine dei quotidiani in occasione di ogni nascita di bambino deforme o di ogni morte per droga. Di norma, nella Germaniafederale l'università rimane all'interno della Scienza, ovvero, secondo la tradizionale divisione, delle scienze della natura e di quelle dello spirito, e su entrambe veglia uno Stato tanto ricco quanto preoccupato di darsi da fare senza far torto a nessuno. Poiché anche i professori di "scienze dello spirito" non sono puri perdigiorno, anzi sono necessariper distillare la "coscienza" delle scienze naturali scatenate. I bambini in provetta non vengono lasciati in preda alle anarchiche elucubrazioni giornalistiche dei nostri filosofi: sono assegnati d'ufficio alle istanze accademiche competenti. Si crea così tutta un 'industria universitaria, sorretta da cospicue fondazioni, che ha lo scopo di benedire l'industria propriamente detta con qualche monito di carattere "etico". A questa demissione della filosofia Tiircke contrappone la sua verafunzione, che è quella di meditare autonomamente sulle ragioni prof onde della patologia attuale, per tornare ad essaper vie traverse che non sono quelle suggerite dall'autorità. Poiché Tiircke è anche contrario allacondanna senz'appello dell'esistente, che è un altro modo di abdicare ai compiti del pensiero, quello seguito da Cioran o da Ceronetti. Potrà meravigliare che nel suo reculer pour mieux sauterTiircke risalga addirittura al nominalismo medievale o recuperi Marx come se nessuno l'avesse mai sentito nominare. La seconda cosa si spiega con l'oblio degli ultimi decenni (in Germania, ma in misura minore anche in Italia); laprima con gli interessidi Tiircke, che proviene dalla teologia protestante e sulle affinità tra il nominalismo di Lutero e la riduzione del mondo a un mondo di merci ha scritto un importante saggio (in: Fr. W. Pohl - Chr. Tiircke, Heilige Hure Vernunft. Luthers nachhaltiger Zauber, Wagenbach, Berlin 1983). Un disegno più preciso del pensiero di Tiircke si trova nel suo libro Vermittlung als Gott (zu Klampen, Liineburg 1986). A differenza di Bloch, che del richiamo alla teologia si serve per fondare il suo ahimè piuttosto gratuito "principio speranza", Tiircke se ne serve per stabilire un punto di riferimento metafisico da cui giudicare il carattere irrilevante e compromissorio di buona parte del pensiero attuale. (Cesare Cases) Quando circa un anno fa il segretario di Stato del Ministero della Scienza della Bassa Sassonia, Weert Borner, spiegò ai suoi amici rotariani la situazione delle scienze dello spirito dal punto di vista dell'istituzione che rappresentava, fu in grado di tranquillizzarli: no, le scienze dello spirito non sono moribonde, devono solo "cedere solo una parte, più piccola, di ciò che hanno guadagnato nell'alta congiuntura". I loro progetti di ricerca continuano ad essere appoggiati con contributi di milioni di marchi, e, benché negli ultimi anni dovessero chiaramente rimanere addietro rispetto alle scienze della natura, esse sono ancora "le principali vincenti nell'enorme espansione universitaria degli ultimi vent'anni''. Non si deve pensare, per il solo fatto che la loro utilità è "difficilmente tangibile", che essa non esista. "Vorrei affermare che oggi, proprio in seguito ai rapidi sviluppi delle scienze naturali, tecniche e biologiche, abbiamo urgente bisogno dei risultati della riflessione delle scienze dello spirito per capire che cosa significhi per noi la trasformazione del mondo ad opera delle scienze naturali". Il garante del segretario di Stato è Odo Marquard, fino al 1987 presidente della Società generale di filosofia in Germania. ''La modernizzazione promossa dalle scienzesperimentali provoca perdite nell'ambiente di vita alla cui compensazione contribuiscono le scienze dello spirito". Non si può rinunciare ad esse, perché senza di esse "non sarebbe più soddisfatto il fabbisogno vitale dell'uomo onde vivere in un mondo colorato, familiare e pieno di senso". Sono parole di Marquard al convegno dei rettori della Germania occidentale del 1986, i cui relatori al dire di Borner erano in maggioranza convinti "che le scienzedello spirito hanno un avvenire". Da ciò si desume quel che deve fare in futuro la filosofia, scienza dello spirito per eccellenza: deve soddisfare il "fabbisogno vitale" interpretando, conferendo senso, ammonendo, additando alle scienze naturali e alla tecnica i loro pericoli e limiti morali. Per questo tipo di soddisfazione del fabbisogno le pianificazioni ministeriali hanno orecchie aperte da molto tempo, e non solo nella Bassa Sassonia. Tra le poche cattedre di filosofia messe a concorso negli ultimi anni si sono improvvisamente moltiplicate quelle di "filosofia della tecnica" e di "etica delle scienze naturali", dei cui coml)iti, stando a Borner, Hans Maier, prima ministro della cultura e oggi professore di filosofia, ha fornito la seguentedefinizione: "poter dare risposte sul senso, il fine e l'ordine dell'agire umano in un mondo dominato. dalle scienze e dalla tecnica". La coscienza dei problemi filosofici delle autorità competenti è dunque chiaramente aumentata, nella misura in cui la coscienza dei problemi dei filosofi è diventata indistinguibile da quella di un'autorità. Il consenso sul ruolo della filosofia come dottrina che soddisfa fabbisogni - consenso che prospera e si esprime meglio in fondazioni di istituti e assegnazione di posti e di mezzi che non in contributi alla discussione sul postmoderno - comincia a depositarsi anche sul mercato librario. Per esempio sta uscendo una collana filosofica che un giorno potrebbe rivelarsi anticipatrice di un trend irresistibile: Kritik der Wissenschaften (edizioni FinkSchoningh). Essa presenta i risultati delle discussioni di un gruppo di studio della fondazione Werner Reimer che, sulla base della formula di Marquard per cui scienza naturale = chal/enge e scienza dello spirito = response , dischiude nuovi territori. Infatti Marquard appartiene al "nucleo" che discutendo con vari partner provenienti dalla filosofia e dalle scienze specialistiche cerca delle risposte alle domande etiche 67
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