Linea d'ombra - anno VI - n. 27 - maggio 1988

STORIE/LEVERTOV Alla fine, nell'angolo più lontano, s'imbatté in due uomini i cui volti lo fecero trasalire; si curvò per esaminarli meglio, più da vicino. Gli tornarono in mente i giorni pieni di gioia e serenità di quel viaggio lontano; la luminosità beneaugurale di Antonio e Sabrinus e la sua tremenda fine, il loro volo e quel tuffo nella morte. E se fosse stato alla volta della salvezza che essi insieme avevano invece nuotato? Era forse possibile che alla fin fine fossero stati messi in salvo? Perché era qui che ora giacevano - o forse si trattava dei loro doppi? Li guardò a lungo - poi distolse lo sguardo - poi guardò di nuovo. I lineamenti erano gli stessi anche se i volti sembravano un poco più scuri. E gli indumenti stracciati che ne avvolgevano i corpi smagriti erano molto comuni per gente che venisse dalle isole della Malesia. Inoltre la lingua con cui i due, inconsapevoli della sua presenza, balbettavano nel delirio della febbre, non era quella Mediterranea in cui comunicavano Antonio e Sabrinus. Pure giacevano nelle amache così vicini l'uno all'altro - tanto che pareva che un anello di differenza li racchiudesse separandoli da tutti gli altri, la stessa che aveva separato Antonio e Sabrinus. Era forse possibile che, salvati dalla tempesta al di là di ogni aspettativa, fossero approdati insieme sulla stessa isola e si fossero appropriati del linguaggio che là si parlava, forse perché immersi in una sorta di totale amnesia, o perché spinti da una volontà misteriosa che li costringeva a cancellare tutto ciò che prima era stato? E il loro odio, che fine aveva fatto? Se dunque non erano allora morti, si era forse consumato così che quel sentimento quieto di amicizia che li legava un tempo riprendesse corpo? Oppure erano immateriali, null'altro che immagini e ombre che lui stesso proiettava? Si voltò per vedere se altri li vedevano, oppure se era lui, lui solo che ne aveva evocato l'apparizione, per capire se quella fosse una sua allucinazione privata. Ma non c'era nessuno cui chiedere, perché tutti gli altri erano preda ognuno della propria agonia. Tornò a quei volti scuriti, mutati eppure identici, guardò e vide che stavano per morire. A bassa voce, senza mai interrompersi, entrambi parlavano, ma sembrava che nessuno dei due ascoltasse l'altro. Sia che fossero dotati di vita propria, sia che essi fossero sue emanazioni, l'ufficiale sapeva che lo stesso spirito che aveva illuminato e spento le forme di Antonio e Sabrinus dava ora forma ai due che aveva di fronte. Il giorno dopo morirono e con altri furono seppelliti in mare. Nondimeno - mi disse - aveva la sensazione non soltanto allora, ma ancora nel momento in cui ne raccontava - che sarebbero tornati a lui, o lui a loro. Le ricerche che in seguito fece non approdarono a nulla. Lasciò la nave nel suo porto di destinazione e rimase a terra per oltre un anno, trascinandosi da un mestiere all'altro; ma alla fine tornò al mare. Da allora non li ha ancora visti, Antonio e Sabrinus. 66 In tutta la storia scese avvolgendola il buio anche se sulle prime era stata una luce serena, uniforme, che veniva dal nulla a velare il buio. Ma loro due si conoscevano? Le amache erano sospese l'una accanto all'altra Ma i due fissavano lontani il vuoto. Era dunque Antonio, era Sabrinus, o il doppio della sua ombra? E i due, erano se stessi e insieme la sua ombra? E la loro intensità aveva sostanza al di là del suo sguardo? Il buio avvolse la storia. E lui avrebbe continuato ad aspettare di rivederli. (traduzione di Barbara Lanah) da Collected Poems 1940-60. hero che solo gU uomini $8l1llO parlala di politica? E vero che Il femminismo è passato di moda e le donne sono tutte çarrieriste Incarriera? E vero che le donne impegnale non sioccupano di moda? t vero che le donne ignoranO l'arte dipoienmale? Le risposlB su IKJidonne, che èin edicola ai primi di ognimese. Perabbonarti, scrivi otelefona allaCooperativa LiberaStampa, via TrinitàdeiPellegrini 12, 00186Roma (tel.0616564562-6564387).

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