Linea d'ombra - anno VI - n. 27 - maggio 1988

LASTORIADI UNO SCRITTORE Gleb Panfilov, Aleksandr Cervinskij, Michail Ul'janov Gran Premio a Berlino, Thema di Gleb Pan[ilov è uscito anche in Italia, nove anni dopo la sua realizzazione. E un film importante, da non perdere. Un altro film di Panfilov bisognerebbe poter vedere, per esempio in tv: quel Chiedo la parola che auspicava e annunciava sotto Breznev forti cambiamenti, e che è col tempo diventato in Russia e altrove un film-chiave per capire "l'era di Gorbaciov". (G.F.) GLEB PANFILOV Io che ho diretto il film, Cervinskij che lo ha scritto e Ul'janov che lo ha interpretato non abbiamo avuto il tempo di scambiarci delle idee in occasione della prima di Thema, avvenuta alla Casa del cinema il 17 giugno 1986 a sette anni di distanza dalla sua realizzazione. Credo tuttavia di non sbagliarmi dicendo, a nome di tutti, che dopo aver visto il film oggi eravamo perplessi. Se cambiano i tempi, cambia anche la percezione di una cosa. Spero ovviamente che gli spettatori reagiranno vivacemente di fronte al film, soprattutto quelli che lo vedranno per la prima volta. I cineasti l'hanno visto in generale per la seconda volta e alcuni anche per la ter;za. L'interesse era molto specifico, rafforzato dal desiderio del professionista di confrontare impressioni vecchie di sette anni con quelle di oggi. Per me si è aggiunta una certa amarezza: guardavo lo schermo come una madre guarda suo figlio: molte cose erano come appassite, avevano perduto in luminosità, si erano offuscate ... Molte cose non appaiono più come fondamentalmente nuove, durante questi anni molte sono state dette in altri film. Resta quel che non era legato al momento, che non era stato fatto per un solo giorno: ed è ciò che si è soliti definire il "valore artistico di un'opera". L'acutezza di Thema si è spuntata, secondo me, in molte sequenze, ma il film, purtroppo è sempre d'attualità. Sarebbe stato meglio che i problemi che ci hanno più profondamente scosso fossero sfumati nel passato, che il loro significato morale fosse divenuto appannaggio della Storia, storia recente, ma comunque Storia. Poiché così non è stato, penso che il film verrà ancora avvertito come contemporaneo. ALEKSANDR CERVINSKIJ Se avessimo cominciato il film oggi, la sceneggiatura sarebbe stata notevolmente diversa. In questi anni siamo cambiati, eppure sono convinto che il film e il suo contenuto non sono affatto invecchiati. Trattano cose davvero di fondo: viviamo con serietà la nostra vita, abbiamo un atteggiamento serio nei confronti di noi stessi? Questo pensavo lavorando al film (con piacere, devo dire) e questo continuo a pensare. Oggi perfino di più. Ci sono secondo me, nella problematica del film, aspetti diventati significativi proprio adesso; e che sono questioni di principio. Mi spiego. Stiamo affrontando un periodo difficile. Di quelli durante i quali la gente si mostra sotto aspetti diversi dai soliti. Le parole che prima osavamo dire solo a noi stessi le diciamo ora ad alta voce nelle conversazioni. E quando tutti - la gente onesta per natura, così come quella abituata a mentire - parlano in continuazione della verità, questo non suscita né rispetto né fiducia. Può anzi generare dei pericoli: le parole perdono il loro valore, e cioè il loro contenuto. E si sostituiscono gli idoli con altri idoli. Sarebbe terribile se Thema si trasformasse oggi (e questa tendenza si va netta- • mente profilando) in una specie, se posso dire così, di "classico" dichiarato tale per via istituzionale, poiché è esattamente contro questo che il film si scaglia. La cosa più costernante sarebbe dire che Thema era in anticipo sui tempi, mentre non abbiamo fatto altro che captare quanto allora c'era nell'aria. Questo film non riguarda soltanto la vita sociale e politica, riguarda la verità su noi stessi. MICHAIL UL' JANOV A prima vista, la storia di uno scrittore e dei pochi altri personaggi di cui parla il film ha un interesse parziale. Ma il vero tema è il meccanismo della morte dell'uomo. Della morte nella menzogna, nella dimissione del proprio "io", nei cedimenti fatti dalla propria coscienza, nei compromessi. Questo non è un tema locale, né superficiale. È un tema di grande profondità, socialmente molto rilevante. Quando sono stato scelto da Panfilov per il ruolo dello scrittore protagonista, per il ruolo di Kim Esenin, all'inizio i nostri punti di vista non combaciavano. Io vedevo in Esenin un solitario, un frutto dal gusto particolare, mentre Panfilov lo vedeva come un pezzo di vita vera, voleva mettere a nudo, il meccanismo interno al "fenomeno Esenin". Poco a poco ho realizzato che il materiale che mi veniva proposto offriva molte possibilità, pur essendo allo stesso tempo molto concreto. Per esempio, il fatto che l'eroe si chiami Kim Esenin, è una testimonianza sociale molto precisa. Il suo nome lo segna, è l'uomo di una certa generazione. È nato "nella mischia", su una superficie terrestre forte e vivace. Lasciandosi andare a qualche compromesso, ha trascurato il suo credo creativo, si è trasformato in un simulacro, in una maschera, nell'ombra di uno scrittore. Non è stato certo un caso se Jurij Naghibin (lo ricordate certamente nella trasmissione tv di Kinopanorama nella quale si parlava di Thema) ha trattato il film con molta condiscendenza, e soprattutto che si sia sentito offeso per il suo "reparto scrittori" ... Ma non è il caso che gli scrittori si sentano offesi perché, in verità, il "fenomeno Esenin" esiste disgraziatamente anche altrove. Si potrebbe portare sullo schermo il mondo degli scienziati che scoprono solo sciocchezze e pretendono che corrispondano alle esigenze della realtà, o che si possano sviluppare in cose più importanti più avanti. O quello di altre professioni... dove si finge solo di fare ciò che si è chiamati a fare. CERVINSKIJ E però Kim Esenin resta uno scrittore. Il fatto che noi si sia ideato questo film come una storia, innanzitutto, su noi stessi, rende tutto molto diverso. Non si tratta di una storia su uno scrittore qualsiasi, stupido e solitario, che abbiamo deciso di dipingere con toni satirici, ma di uno stato interiore personale ... PANFILOV Dicono del nostro film che è "antiinteligencija". li film inizia su una didascalia: gli avvenimenti 61

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