Prologo primo Il fiume ha voglia di ghiaccio: Esplora il cielo invernale. Catene di zucchero caramellato Tintinnano fragili, come liuto. Batti, trota, più forte! Perché sei stanca certo Del sole in acquamarina, Dell'-0mbra degli uccelli in volo. Più violenti i tuoi strappi Più tagliente il suono: il ritorno dell'amicizia. Sul ghiaccio sta il contadino. La trota spezza il ghiaccio. Prologo secondo Gli ospiti inattesi Venuti a bere il tè, Se pure non ne hai voglia Sorrider d'uopo è. Gli occhi han perso il lume Le dita paion cera, Le cuciture logore Scintillan di miseria. Titoli obliati, Parole mai sentite. Nei discorsi confusi La mente si smarrisce ... L'artista annegato Batte lo stivaletto, Con lo sparo alla tempia Vien l'ussaro giovinetto ... Voi ancora non eravate Nato, Mister Dorian. Com'è che con tanta libertà Vi ritrovo seduto sul sofà? È una governante la memoria, L'immaginazione - a boy! Che tiro mai, che storia - In guardia dico, a voi! Colpo primo Era tempo di gelo, all'Opera il Tristano. Nell'orchestra cantava ferito il mare, La verde regione oltre il vapore azzurro. Selvaggiamente il cuore s'arresta. Nel teatro nessuno la vide entrare La scorsero già seduta nel palco, Bella come un ritratto di Brjulov. Donne così vivono nelle pagine dei romanzi, Si incontrano anche sugli schermi. POUIA/KUZMIN Per loro si commettono rapine, delitti, Gli ammiratori fan ressa alle loro carrozze E si avvelenano nelle mansarde. Attenta, ora, nell'oblio di sé, Seguiva lo svolgersi dell'amor fatale Senza aggiustarsi lo scialle scarlatto Cadutole dalla spalla perlacea. Non si accorgeva che fissamente Molti binocoli la scrutavano nel teatro. Anch'io, pur non conoscendola, Spiavo nella penombra del palco, forse vuoto. Tornavo da una seduta spiritica, Anche se gli spiriti non mi vanno a genio, e mi parve Meschino il medium, un povero boemo. Dall'ampia finestra sgorgava un fiotto Di fredda luce cilestrina. Come se la luna brillasse dal Nord: Islandia, Groenlandia e Thula, La verde regione oltre il vapore azzurro. Ecco, ricordo: m'incatenava il corpo Come una sonnolenza prima di un'esplosione Attesa e disgusto Vergogna estrema e beatitudine piena. In me non cessava il bussare leggero Come di pesce che con la coda sferza il ghiaccio ... Mi alzai, barcollando come un cieco lunatico. Raggiunsi la porta ... D'improvviso s'aprì... Dal'ombra del palco avanzò un uomo, Una ventina d'anni, gli occhi verdi: Deve avermi confuso con un altro, Mi strinse la mano e mi disse: Fumiamo? Con che forza il pesce ha sferzato di coda! Passività - attesa di una volontà superiore. Vergogna estrema e beatitudine piena. La verde regione oltre il vapore azzurro. Colpo secondo Puledri scalpitanti nitriti di panico Finimenti fasciati d'azzurro Lupi, neve, campanelli, spari! A quando la resa dei conti, terribile come la notte? Non tremeranno i tuoi Carpazi? Nel vecchio corno non si rapprenderà l'idromele?· Sventola il tappeto da viaggio - uccello fantastico Fischian le slitte: Orsù, Marizza! Fermo!. .. Accorre il servo con la lanterna. Ecco com'è la tua magione: Al capoletto la Madonna col lumino Un ferro di cavallo custodisce la soglia. Colonnati, coltri di neve sul tetto, Topi che raspano dietro il graticcio Gualdrappe merletti tappeti!
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