POUIA/KOSDOLANYI Ah quanto mi sentivo sollevato. Non ero più costretto a vivere, dunque potevo vivere. Non ero più costretto a scrivere, dunque potevo di nuovo scrivere. Iniziai a vivere, amico mio, subito, nel mio animo, insieme alla dolce Viola, e cominciai anche a scrivere, non preoccupandomi che non ci sarebbero più stati né lettori né onorario né gloria, scrivevo, scrivevo e basta, aspettando la stella fatale, che cresceva sempre più, nel calore infernale, dissennatamente e felicemente, fino all'alba, ubriaco di gioia per il mio futuro di tre giorni e per il mio lavoro. Perché, come avrai notato, può vivere solo chi è completamente preparato alla morte, e noi, stupidi, moriamo perché siamo preparati solo per la vita, e-vogliamo vivere a tutti i costi. L'ordine che vedi intorno a te, è solo disordine, e il disordine è il vero ordine. La fine del mondo allora è l'inizio del mondo. È questo ciò che volevo dirti. DUEPOESIE Eppure è commovente un cattivo poeta Eppure è commovente un cattivo poeta. Ormai sono anni che non fanno parola di lui, lentamente l'hanno dimenticato. Barcolla logoro e canuto, adesso, ciondolano i suoi bottoni, dallo stracciato pastrano e fischietta i suoi versi inediti al vento dell'inverno. Quanto orgoglio, e forza. Nel suo viso l'odio, l'invidia, che da lontano somigliano a eterei tormenti. Accanto a lui i famosi, quelli elogiati da articoli prezzolati e osannati dal selvaggio concerto di plausi delle platee, loro: i mercanti, o gli avventurieri. Sulla sua fronte di apostolo, ormai calva e altera, la vita ha posto la sua corona di lacrime, divinizzando i sogni del bambino, nei quali ancor oggi crede, ancor più tenace. Anche la sua magrezza, che discende dai suoi digiuni, dalla sua tisi, è il suo stile. Come nei suoi libri. Invano avete discusso, critici, letterati. Lui è l'idealismo. Lui è il vero poeta. da Mezteleniil (Nudo) 1928 52 Canto sul nulla Ciò che oggi mi appartiene, lo perderò, Ciò che oggi sapevo, lo dimenticherò, Affondo il viso nelle mie mani, e mi spingo in una vuota oscurità, e un magnete mi attrae nel profondo. Di ciò che esiste, .il nulla è più antico, anche per me, il nulla è più noto, non può essere peggiore, perché è più forte, e anche più duraturo, della vita bagnata col sangue e pura ferita. Insolitamente nuova è qui questa veste, fatta per pochi anni, stretta, e lisa, e già da buttare, bagnata di pianto, accogliente sarà la vecchia, l'infinita, la veste ampia, quella indifferente. Anch'io mi son disgiunto dall'eterno, sono crollato nel nulla, fin quando non sono guarito, fin quando non sono corrotto, perché allora indagare, quando lo sappiamo da sempre: sparire e giacere nella morte. Se temi, interroga il mondo del nulla, e batti le tombe mute dei morti, conosci il balsamo della loro quiete caparbia, ma non rispondono, il loro silenzio ci parla, anche noi sopportiamo, se loro sopportano. Amico mio, canta dunque, ripeti con me: Cos'era il nostro dolore allora, se non pestavamo ancora la polvere della terra? Cosa doleva al mio cuore? e al tuo cuore? al tempo di Cesare, o di Napoleone. da Szdmadds (Rendiconto) 1935 (traduzione di Bruno Ventavoh)
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