Linea d'ombra - anno VI - n. 27 - maggio 1988

STORIE/ APUTIS chinista non guardò indietro, non vide cosa accadeva vicino alla porta del vagone e le porte ora, come sa, sono automatiche, chiudendosi spinsero fuori la bambina che cadde, proprio fra le ruote. - Signore!. .. - Riuscì a tirar fuori una gambina, ma l'altra ... Ora la donna vedeva com'era cambiato il suo volto. - Il treno si fermò subito, il macchinista udì le grida della ge_nte,anch'io rimasi là, insieme coi nonni corremmo al pronto soccorso, poi io corsi alla posta e spedii un telegramma ai genitori della piccola. · - Dio mio!. .. - Sa quale fu la scoperta peggiore, quella che temevo di più? - Cominciò a pensare cosa dire ancora e la donna, che aspettava, lo guardò negli occhi. - Soprattutto avevo paura d'incontrare i genitori della bambina. Quando dopo l'operazione la portarono in corsia che dormiva ancora, e tutti e due i nonni restarono presso il lettino, uscii nel corridoio e li vidi. Senza trattenere le lacrime la madre mi si avvicinò, scuro per il dolore il padre le scivolò dietro ... - Tacque di nuovo, come per scegliere le parole. - Il padre la seguì. Non so cosa pensai allora né cosa percepii. Solo avvertii che la madre della bambina mi cadde fra le braccia e piangendo ripeteva: "Dio com'è terribile ... " Il padre trattenne la mia mano dopo averla stretta. In quell'istante io ho sentito che per tutto il resto della vita saremmo stati uniti: tutti e quattro. E solo molto più tardi un pensiero lampeggiò nella mia mente, lampeggiò come un fulmine: quale sottile meccanismo era . nei cuori dei genitori, che essi in quell'ora terribile, incon- : sciamente, riuscirono a vedere dentro di me, una persona · estranea, e a capire che quel carico non abbandonerà più neanche me e che tutti noi dovremo portarlo! - È· vero ... - disse la donna. - È vero. Com'è terribile ... Guardò i due grandi fiumi che a destra scorrevano lenti e l'alto castello sulla collina. Il suo viso adesso era triste ma quieto. - Terribile ... - pronunciò. - Davvero non so... Grazie tante, - disse, quando la macchina si fermò nella piazza della città. - Grazie. - Addio. Andrà tutto bene. - Si udirono sbattere le portiere e la macchina fece il giro della piazza. Nello specchietto vide la donna che dal marciapiede si voltava a guardare verso di lui. Poi, su quella stessa strada, rivide il sentiero per una fattoria solitaria incontrato tempo prima. Si fermò e guardò a lungo i denti di leone in fiore, con le api ronzanti che volteggiavano sulle corolle. Aveva già deciso di coglierne un mazzetto e far visita a quella fattoria, però non li colse. Rimase in piedi in mezzo al sentiero, rimirando quella corte mai vista ma che gli era nota in un modo così commovente. Gli sembrò che davvero, sostenendosi alle stampelle, di lì gli corresse incontro una ragazzina ormai grande, con un completino color viola e sul capo una ghirlanda di denti di leone. (1985; traduzione dal lituano di Pietro Dim) I{ t s ' ~ \\ . r"' - Jl{ il mondo vissuto arr alle do

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