Linea d'ombra - anno VI - n. 27 - maggio 1988

STORIE/ APUTIS come di una cosa a me estranea, ma allora ... Un dolore, un tale dolore che sembrava mi pugnalassero alla schiena, che pugnalassero con ferocia ma il sangue non uscisse ... Lacrime dei genitori, la mia amica ogni giorno negli occhi... Occorse molto tempo e molto sforzo finché io potessi chiarirmi serenamente, in solitudine, e percepire con freddezza che tra lui e lei, la mia compagna di corso, c'era un legame più forte che tra me e mio marito. Di quei momenti tra di loro dovettero essercene tanti! - Che cosa può immaginare ancora? - Niente ... Solo consideri!. .. Cosa lo spingeva da lei? Forse che lei avesse una personalità più forte della mia? No, no!. .. Questo lo so bene. Riflettendoci alla fine ho capito che, poiché era molto simile a me - lei mi somiglia davvero così tanto che in istituto ci confondevano -, dunque, essendo simile a me, aveva un certo qual... gene di leggerezza, che a me mancava ... Era più naturale, più terrigna. Questo lo attraeva - il nostro amore, profondo fino alle lacrime, divenne per lui troppo opprimente, non riusciva più a sopportarne la tensione, e senza nessuno sforzo, nel più scontato circondario si procurò una sorta di medicina per liberarsi ... Mi perdoni!. .. Non dovevo raccontare ... Come una stupida! Anche per lui la situazione era un po' penosa dopo quella confessione, tuttavia una specie di voce interiore lo spingeva a chiedere ancora: - E ... - cominciò, e non finì, pensando come dire nel modo più semplice e chiaro, - E se quella domenica lei non fosse andata? - lo? Non poteva essere, non poteva. In nessun modo! - Dove vive lui ora? - A Merkinè. Il mio ex marito ... - Per la seconda volta sottolineò quel.le due parole: - Ex marito. Lui avvertì il groviglio di sentimenti nascosto da quelle due parole. - Se la interessa posso dirle che vive solo, come quella a Vilnius, come ... Anch'io vivo sola. Tutti come prima, ma non più come prima. Tutto ciò che viviamo adesso, possiede ormai un certo ... colore secondario. - Non capisco. - Le ho detto che lo stile teatrale ... E come chiamarlo altrimenti? Ci rallegriamo che alla fine non siamo crollati sotto il carico pesante della gioventù, che possiamo ancora vivere ... Sebbene a lui non resti ormai molto. Tra il presente e il passato si è creato un abisso profondo, non più colmabile. - La vita di una persona non può continuamente brillare. Come una cometa s'allontana e s'allontana, la sua luce s'affievolisce. - Quella cometa ha brillato per troppo poco tempo, come ha detto lei, è perciò che allora brillò intensamente! Potevamo bruciare. Creda, ora invidio me stessa, che c'è stato quel tempo nella mia vita, lo creda ... Non ricordo se l'ho mai raccontato a nessuno e adesso, ecco, ho raccontato tutto a lei. Che mi è capitato? Da vergognarsi!. .. - Ma che dice! 48 - Grazie, - rispose lei. Adesso era sulle spine, anche un po' spaventata. Gettò un'occhiata alla strada e si rallegrò quasi: - Lei deve svoltare qui, no? ... - Andiamo fino a Merkinè. Farò in tempo. - Perché? - chiese lei imbarazzata e di nuovo portò le mani sui ginocchi. - È sicuro che non le sarà di disturbo? Troverei senz'altro un passaggio ... Deve arrivare a un'ora stabilita? ... Vede ... Io le ho raccontato tutto questo, e lei tace. È perfino scortese. Che lavoro fa, che tipo è lei? Le sue gote s'arrossarono. - Se non vuole non lo dica, l'ho chiesto, e basta. - Non ho molto da dire. Di tanto in tanto scrivo. La donna sussultò e l'osservò in volto. - Aah ... - continuò lei, - vedi ... è così, - sospirò. - Cosa, così? - Niente ... Da lontano tutto può apparire banale ... Non occorreva, mi perdoni. .. La donna non recitava: davvero non si sentiva a suo agio e ormai aspettava con impazienza solo la fine del viaggio. Ma lui, di proposito, rallentò l'andatura. - Anch'io avrei qualcosa da raccontare ... Se non è stanca ... La donna tese le orecchie. Lui si asciugò la fronte e pensò qualcosa. - Racconti. Racconti, visto che promette di portarmi fino a Merkinè .. . - Dunque ... - proferì lui finalmente. - Così. .. Otto anni fa viaggiavo in treno più o meno da queste parti dove andiamo ora. A una fermata salì una giovane signora con una ragazzina ancora molto piccola. Io sedevo solo vicino alle porte, perciò si rivolse a me perché badassi alla piccola fino in città e l'aiutassi a scendere. I nonni saranno ad attenderla e la porteranno in campagna. Bene, stia tranquilla, insieme viaggeremo benissimo, solo che fare se non ci saranno i nonni, visto che io proseguo oltre? Ci saranno, ci saranno, come no, aspetteranno fin dal mattino presto, lo sanno che arriva. - La ragazzina era allegra, loquace, raccontava tutto per filo e per segno: che il babbo e la mamma costruiranno una casetta nuova, è allora la mamma mi comprerà un cappotto e a lei un cappellino di pelle, che non le piace andare all'asilo, perché la signorina minaccia e minaccia sempre, le ordina di fare quello che non le va. - E dunque arrivammo, eravamo i primi davanti alla porta, io la sollevai sotto le ascelle, ci fu anche una signora che promise di guardarla se non fossero venuti i nonni a prenderla, ma non ci fu bisogno - la bambina correva già sul marciapiede, con le manine in alto, poiché incontro a lei camminavano curvi il nonno e la nonna ... E allora ... Allora la ragazzina corse indietro verso il treno, saltò sul predellino: "Zietto, la borsetta, la borsetta!" Aveva lasciato la sua borsettina rossa nello scompartimento. Corsi alla nostra panca, afferrai la borsetta, volai indietro, il treno già aveva dato il primo strattone, cominciava a muoversi pian pianino, il mac-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==