affannava con forza, per due volte s'inarcarono le sopracciglia nere. - Dove va così di fretta? - chiese lui dopo un po'. - C'è chi l'aspetta con tanta premura? - provò con una battuta banale, ma si vergognò subito dell'inizio così primitivo del discorso. - Eh ... Da non dirsi. Stamattina presto sono corsa fino a Vilnius, ho ritirato delle medicine, io, sa, sono farmacista, e da noi queste medicine non si trovano, così sono venuta finò a Vilnius, ci lavora una mia compagna d'università, me le ha procurate ... - E chi sta male? - Come dire? È il mio ex marito che è malato, è molto malato. I dottori hanno detto che queste medicine non lo guariranno, lo so anch'io, però occorrono ... - È giovane? - Trent'anni. È il cuore che non funziona più ... Ma lei dov'è diretto? È la donna, ora, che vuole cominciare con le domande ... - In campagna. - È originario di là? - No. Vado da conoscenti. - Lavorate insieme, o così. .. ? Cosa poteva chiedere ancora! - No. Solo conoscenti, ci sono capitato una volta che ero a pescare ... La donna colse nella voce di lui una nota d'insoddisfazione e sorrise colpevole. Si guardò le bianche mani poggiate su un ginocchio e solo dopo una buona pausa aggiunse: - Se la radio funziona, forse potremmo ascoltare della musica? · - Giusto. L'avevo dimenticato. Radio Varsavia trasmetteva della musica. Poi parlarono molto, dopodiché suonarono ancora delle melodie allegre. - È più divertente con la musica, - disse la donna ed ebbe una scossa benché non facesse freddo. - Sì, sì, - s'affrettò a rispondere lui, ma avvertiva che diventava più faticoso conversare. Allora chiese: - E cosa successe? - A chi? ... A quella persona da cui vado ora? - alzò gli occhi. - Si ammalò gravemente. È già tanto tempo, dieci anni fa. - La donna si gettò indietro i capelli che le erano scesi sulla fronte e questo piccolo movimento riscaldò entrambi. - Non si può raccontare ... - Sì, sì... Si capisce ... - Dio ... Forse non è capitato a tanti... Studiavo all'istituto di medicina e lui venne a Kaunas dal villaggio vicino al mio. Lavorò sodo nelle imprese di costruzione, non Io presero al servizio militare, già da bambino era cagionevole di salute, lavorava e si preparava per gli esami di ammissione all'università, perché l'anno prima era andata male... Ma perché ho cominciato .... - sospirò la donna. - E poi? - la incitò a continuare. - E poi? Creda, c'innamorammo come due pazzi. .. STORII/APUTIS Le gettò un'occhiata e assentì col capo. - Poco dopo ci sposammo. Io non avevo ancora finito gli studi, cominciai a lavorare, ci preparavamo per il futuro. Una volta, di sabato ... Quel terribile sabato!. .. Entrò di corsa nella nostra stanza, abitavamo nella casa dello studente, e disse che sarebbe andato dai miei genitori. Io domandai che cosa avrebbe fatto là, non essendoci i miei, che erano andati da certi parenti per festeggiare l'anniversario di un defunto, andremo insieme quest'altra domenica. No, dice, mi va ora, mi annoio in città, starò da solo. Allora fai visita ai tuoi, è tanto tempo che non ci vai. Farò un salto anche dai miei. E partì. Ma io stavo male, così male che ancora oggi vengo meno a ripensarci. .. Non stetti bene, avevo i brividi, le mani intorpidite, trascorsi così tutta la notte e la domenica mattina partii. Mi fa paura ricordare come mi avvicinavo alla casa lungo quel sentiero nei campi. .. Il cane emise un guaito, ma tacque subito appena mi riconobbe. La porta non era stata chiusa col catenaccio, così piombai dentro e sussurrai il suo nome ... Le guance della donna impallidirono. Voleva tranquillizzarla ma era in imbarazzo. Si pentiva ancora una volta d'aver incominciato? Poi lei domandò: - Forse se lo immagina? ... Vedo che non ha intuito ... Prima lei ha incominciato dalle mie medicine di oggi. Non Io colpì allora un attacco di cuore, no ... Lo trovai nel suo letto, i suoi genitori mi avevano preparato una cameretta separata. Mi creda ... Mi creda, era così bello, il mio uomo, dormiva come un bambino, abbracciato alla mia compagna di corso, la stessa dalla quale ho ricevuto queste medicine per lui! -No! - Non sentirono nemmeno che entrai, e riuscii subito. - Così rimase un segreto? - Che segreto? Lo sappiamo tutti e tre. - Ma lei da sola, separatamente. In comune non lo sapete .. - La domenica sera tornò da me. Io non dissi -nulla, mi creda, niente di niente, e non pepsi che fu per nobiltà o per orgoglio, tutto avvenne così velocemente, così inaspettato, che non occorreva parlare. Mi sentivo come se qualcuno mi avesse stretto la gola con delle pinze di ferro. La cosa più brutta fu che per un momento mi sentii addirittura colpevole!. .. Vedi cosa accade quando indaghi tutti gli aspetti di un uomo! Io dicevo che non sarebbe venuto più. Non si stupisca, da quel giorno mi sembra che nelle ore difficili si tenda sempre a uno stile teatrale. Ha mai riflettuto sul pianto rituale della madre accanto al suo piccolo morto? In quell'ora le parole semplici sono aride. - E cosa disse lui? - Allora? Solo una parola. "Bene". E se ne andò. - Dall'altra? - Cosa ... cosa interroga! - quasi gridò ma subito scusandosi Io guardò in viso. - No. Rimase solo. L'altra anche. Ecco, oggi ero a Vilnius, abbiamo parlato ... Ora ne parlo 47
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