Linea d'ombra - anno VI - n. 27 - maggio 1988

lo fa anche Milos Jakes, che è stato uno dei più fedeli uomini di Breznev. Ha sostituito Husak nell'incarico di segretario generale del partito, di certo non è però un uomo da riforme. Sono queste le persone che devono andarsene, devono andarsene. L 'humor nero, l'umore patibolare alla Svejk, che serpeggia nel suo romanzo e che è parte integrante di tanta letteratura praghese, da Gellner a Hrabal alla sperimentazione teatrale, può anche essere visto come una caratteristica del cosiddetto "uomo della strada"? Sì, questo humor vicino alla humor inglese, ma più salace, e spesso più drammatico - è una specie di valvola che ci permette di trasformare il tragico in burlesco. Non è detto poi che la situazione migliori, ma è più facile tirare avanti. Ne disponiamo in un certo senso tutti, perché siamo un popolo estroverso, non razionale come può essere, ad esempio, quello tedesco. Ma oggi, vorrei dire, e lo faccio a malincuore, questa propensione alla battuta, al lato grottesco della vita si è trasformato quasi ovunque in cinismo, perché la gente si è adeguata allo stato di cose, pur sapendo che, dal punto di vista morale, è un atteggiamento insostenibile. ·Lo fa per non perdere il posto di lavoro, per poter far studiare i figli eppure, nel proprio intimo, ognuno avverte il disagio di questo adattamento, di questa rassegnazione e, proprio per questo, diventa più cinico che mai. Comunque l'humor e la battuta pronta ci appartengono per tradizione. L'aspetto verbale è sempre stato il nostro forte. A sentire le urla provenienti dall'appartamento dei miei vicini a Praga si sarebbe potuto pensare che si stessero ammazzando tutti, con un coltellaccio da macellaio, per la precisione. Invece, dopo due minuti, se ne uscivano raggianti e sorridenti. Anche questo è teatro: emotività estrema, scherzi mortali, scene brillanti. A quali scrittori si sente più vicino? Hasek è senz'altro uno dei miei "padri spirituali". Tra gli altri posso nominare uno dei nostri più grandi poeti e romanzieri, da me amatissimo: Jan Neruda, da cui, in segno di ammirazione, ha preso lo pseudonimo il poeta Pablo. Karel Capek, un autore del periodo tra le due guerre, è anche uno dei miei favoriti. E poi Kafka, che ho scoperto solo molto tardi, dopo i 35 anni, perché era caduto completamente in dimenticanza. In lui tutto è Praga ed è Praga a dare quell'impronta drammaticamente mistica alle sue opere. Ho pensato a lui mentre scrivevo La carnefice, espressione dello stesso genius loci. Se non sbaglio, una poesia di Nezval chiude dicendo: "Mai buttarla sul patetico". Potrebbe essere il suo motto? Ah, ma Nezval è stato uno dei nostri poeti più patetici! La sua tomba a Praga è di fronte a quella dei miei genitori ed è lì che mia moglie ha sempre dato espressione al suo senso di giustizia. Visto che per uno scrittore considerato GOmunista ortodosso non era previsto che bruciasse una candela, l'accendeva sempre lei, quella non-comunista! INCONTRI/KOHOUT La sua vita - che lei ha definito anni fa una vita in "esilio involontario" - è oggi soltanto attesa di poter rientrare in patria? No, per niente. Per fortuna sia io che mia moglie abbiamo un carattere tale che ci permette di porci di fronte alle cose con sempre rinnovata curiosità e interesse. Ora ho il presentimento, e mi sembra.che anche-i fattori esterni lo confermino, che avremo davvero la possibilità di ritornare. Se poi si tratti di un ritorno simbolico o reale non oso dirlo. Come sarebbe a dire "simbolico"? Che ritorniamo e dobbiamo andarcene di nuovo. Forse poi il mio paese sarà completamente cambiato. Manco già da dieci anni, e già allora era per me, in parte, un paese straniero perché in quel paese, che pure era il mio, non potevo realizzarmi. Vivevo in un ghetto, in una società chiusa. Adesso sento il desiderio di far ritorno in patria per poter pormi nella distanza temporale e spaziale necessaria per scrivere un libro sui miei anni in occidente, per capire fino in fondo dove si annidi davvero la differenza tra questi due emisferi, quali aspetti siano migliori qui e quali lì. Edoardo Sanguineti Ghirigori Italianese 1979-80. Un diario di bordo ironico e feroce. «Saggistica• Pagine 176, lire 20.000 Josè Antonio Maravall Velazqueze lo spiritodellamodernità L'atelier di _unMaestro come officina di un nuovo sapere e di una nuova coscienza. «Saggistica• Pagine ISO, lire 20.000

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