si allontani dalla finestra. - Lasciala pregare - disse uno di quelli seduti al tavolo. Il tavolo era scuro, pesante, coperto con una tovaglia bianca e pulita, e loro sembravano dei ragazzi invitati dai genitori di un'amica a prendere il tè coi biscotti. La rivoltella e la pistola posate accanto non gli conferivano né minaccia né autorevolezza. - Lasciala pregare - ripeté. - Preghi pure, signora. ~ La finestra dà sul cortile - disse quello vicino alla donna. - È meglio che si sieda al tavolo. Non si sa mai. - Si inginocchi pure alla finestra, signora - ribatté quello seduto. - Sarà meglio così. E nessuno la disturberà nella preghiera. La donna si inginocchiò e cominciò a pregare silenziosamente, muovendo soltanto le labbra. Guardavano i granelli del rosario che le scivolavano fra le dita, scuri come le sue vecchie mani. - Dobbiamo proprio farlo? - chiese sottovoce uno dei ragazzi; era rosso, lentigginoso e sembrava più grande degli altri due. Aveva un'aria stentata ed era vestito assai miseramente. - Da quando sei in cospirazione? - Un anno e mezzo. - Troppo per fare queste domande. - No - disse. - Non mi hai capito. Si potrebbe semplicemente farla fuori. Potremmo dire che si opponeva, che è stato necessario. - Non vale la pena sprecare una pallottola per questa puttana. - Ma questo caso non fa parte della lotta armata. - Ma questi sono gli ordini. - Io però ho dei dubbi - disse il rosso. - Ti rivolgi a me come comandante o come amico? - Cosa vuoi dire? - Devo riferire dei tuoi dubbi nell'esecuzione degli ordini? - No - rispose. - Non dire niente. La porta si aprì e la ragazza entrò nella stanza. Il più vicino la spinse al centro e sbatté la porta. I due ragazzi seduti al tavolo si alzarono. Erano magri, sottili, e le loro giacche, vecchie e strette, li facevano apparire ancora più giovani. - Metta la borsetta sul tavolo, per favore - disse uno di loro. - Così, bene. Aprì la borsa e ne rovesciò il contenuto. Prese in mano un documento. - Anna Hauswedell - lesse. - Lei è volksdeutsch? -No. - Porta un nome tedesco. - Per puro caso. - Fate andare sua madre in un'altra stanza. - Non c'è un'altra stanza. - E allora in cucina. E resta là con lei. - Non ce n'è bisogno - disse la vecchia. - C'è la chiave. STORII/HLASKO In cucina non c'è la finestra. Potete chiudermi. Attraversò la stanza e si fermò un attimo accanto alla figlia. - Adesso vedi che nonostante tutto la giustizia esiste - le disse. - Questa non è giustizia - ribatté la ragazza. - È perché non siete ancora degli uomini. E quindi non potete capirlo. Non somigliate nemmeno ancora a degli uomini ... Si appoggiò pesantemente al tavolo facendo cadere la bottiglia che il ragazzo rosso prese al volo. - Mamma, dammi un bacio - chiese la ragazza. - No - rispose la donna. - Ma non vedi che cosa mi stanno per fare? Dammi un bacio ... -No. Uno dei ragazzi la spinse in cucina e chiuse a chiave la porta. - Voglio pregare - disse la ragazza. - Non c'è n'è bisogno. Non ti uccideremo. E dopo potrai pregare quanto ti pare. - Che cosa mi volete fare? - domandò, e per la prima volta sentirono nella sua voce la paura. - Ti hanno già rapato la testa, quattro mesi fa, vero? E ti avevano avvertito. Ti avevano detto che dovevi chiudere con quello - disse il ragazzo dalla faccia liscia. Si avvicinò e le strappò il fazzoletto: i capelli erano chiari, corti; sembrava ora un ragazzo, e ancora più giovane. - Perché non hai chiuso con lui? - Non potevo. Si appoggiò di nuovo al tavolo. - Lo amo. - Un tedesco? - E con questo? Ho forse preso dei soldi da lui? Mi ha mai dato qualcosa? Ho fatto del male a qualcuno? Perché non regolate i conti con quelli che trafficano coi tedeschi? Quelli che gli vendono vodka e sigarette ... - E non contava niente per te che quell'uomo fosse un tedesco? Non hai mai pensato che gente come lui ammazza ogni giorno gente come noi? - Non prendevo niente da lui - ripeté. - E non ho mai detto niente di male su nessuno. Non ci posso far niente se mi sono innamorata proprio di un tedesco ... - Ma si può sempre scegliere... - No - disse. - Per fortuna non è così. - Ragazzi, non facciamolo - disse il rosso. - Finiamola in un altro modo. Si avvicinò alla finestra; nel cortile la gente cantava adesso: "Torre d'Avorio ... ". Guardò la statua di gesso della Madonna e l'aureola di filo intorno alla Sua testa; il filo era annerito, le piogge ormai gli avevano tolto la tinta dorata. Poi guardò la parete, il calendario, e strappò la pagina con la data del 7 maggio 1940. Si girò. - Sbrigatevi - disse. - Questa litania fra poco finisce. Si sentiranno le urla. - Cosa volete fare? - ripeté la ragazza. 31
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