il minimalismo o l'East Villageo la new wave (e, d'altra parte, da almeno un secolo il Lower East Side è uno straordinario laboratorio socio-culturale). Non è semplice parlare di quest'antologia, così eterogenea in termini sia di stile che di materia. Alcuni autori sono già noti, altri molto meno; ma non sono un gruppo, una tendenza, un "ismo": nel settembre scorso, Rose e Texier mi spiegavano d'aver voluto creare, con la rivista, un catalizzatore per fermenti ormai maturi nel tessuto urbano che rischiavano di disperdersi. L'antologia rispecchia puntualmente questa varietà. Non mancano infatti le tentazioni minimaliste, le casehistories di Tama Janowitz, il pastiche di quella Kathy Acker che, specie con Blood and Guts in High School, costituisce una sorta di riferimento obbligato per questi giovani autori. Poi, ci sono gli inarrestabili monologhi di David Wojnarowicz (e il prepotente ritorno del monologo sulla scena letteraria e teatrale - penso soprattutto a quell'eccezionale stand-up comedian che è Eric Bogosian - meriterebbe un'attenzione particolare), i mondi dell'assurdo e del surreale di Peter Cherches e Joan Harvery, il black humor nero di Darius James e quello American gothic di Barry Yourgrau. Non mancano nemmeno - è inevitabile - le prove scialbe, o poco convincenti. Ma ci sono anche alcuni autentici gioielli. In The Fedora, Catherine Texier si conferma autrice davvero interessante (il suo romanzo Love Me Tender andrebbe fatto conoscere al pubblico italiano): abile nell'orchestrare ritmi ejlash-backs, nello scomporre tempi, luoghi e immagini, nell'immergere le sue storie in un'atmosfera irreale e onirica e al tempo stesso nel farcele vivere in maniera estremamente fisica ed erotica. Altri quadri notturni, cangianti e misteriosamente barocchi, in un contesto metropolitano che offre squarci e vedute potentemente contraddittorie, ritroviamo in Lush Triumphant di Patrick McGrath; mentre Reinaldo Povod esplora in Things To Do Today le critiche rotture, i disagi, gli aneliti, le confuse paure dell'adolescenza, della scoperta del sesso, del rapporto con l'adulto che sono anche al centro della sua produzione teatrale (Cuba and His Teddy Bear, La Pula Vida Trilogy). Infine, Joel Rose (il cui romanzo Kill the Poor andrà tenuto d'occhio quando uscirà in autunno) intreccia in maniera intrigante, con uno stile asciutto e a prima vista distaccato, fiction e socia/ history in The Sunshine of Paradise Alley. Autori diversi, registri diversi, risultati diversi, dunque. Ma ciò che accomuna queCINEMA sti testi è forse la rabbia e la crudezza, il blood and guts che s'esprime a volte in una scrittura aggressiva e "sporca", lontana dalla fredda perfezione di tanta narrativa degli ultimi tempi. C'è in essi il vivere sordido e spesso disperato della (nella) grande metropoli, vista e vissuta più alla Hubert Selby Jr. che non alla Jay Mclnerney. Ma c'è anche la ricerca ansiosa di una passione del vivere e del sopravvivere che troppo spesso, tutt'intorno, appare come insterilita e prosciugata, irrisa e negata. Nell'Introduzione, Joel Rose e Catherine Texier parlano di sé e di questi autori come di urban archaeologists intenti a "esplorare la parte nascosta della vita - la frontiera dove il tessuto urbano si sta sfilacciando e strappando". Ciò che portano alla luce è spesso disturbante, eccessivo, spiacevole, prende allo stomaco e all'inguine, ma - dice Joel Rose in polemica con certi autori costruiti nelle aule scolastiche - ha a che fare con la vita. Con una vita certo ingombra di detriti, nell'aperto d'una città che è palcoscenico e d'un palcoscenico che è mondo. Eppure, con questi detriti, dentro e fuori la letteratura, siamo costretti a fare i conti: Avenue Ce Avenue D non sono poi così lontane, e anche noi ci siamo in mezzo. MOGLI,AMANTI, NETWORK, AFFARI,GUERRE Gianni Volpi Anni fa Michael Wood, sottile analista dei miti della Hollywood classica, quella degli anni Quaranta e Cinquanta, sostenne a ragione che quell'universo indipendente di irrealtà, un vero e proprio mondo a sé, a suo modo, per via di "desideri, echi, trasposizioni, rimozioni, compensazioni, rafforzamenti, esempi, moniti", entrava sempre in rapporto con la realtà americana. C'è una verità anche nei sogni, anche le bugie più banali sono una forma di confessione. I kafkiani "leopardi" delle nostre paure e problemi irrompono di continuo nella favola, ma sono come integrati nella cerimonia, esorcizzati nella loro pericolosità, nel loro "scandalo logico", spostati ai margini con un eccesso di sentimentalismo o moralismo o distacco. . Permanenza o restaurazione, nonostante i radicali mutamenti, ciò che caratterizza film come Attrazione fatale o Dentro la notizia, ma pure Wall Street o L'impero del IL LATO DELL'OMBRA collana di narrativa Djibril Tamsir Niane SUNDIATA Le gesta mitiche del grande condottiero mandingo raccontate da un «griot». Peter Abrahams DIRE LIBERTÀ a cura di I. Vivan La formazione di un giovane meticcio sudafrica- . no attraverso il dramma dell'apartheid. Driss Chraibi NASCITA ALL'ALBA introduzione di M. El Houssì L'awentura leggendaria dell'Islam ad occidente sotto la guida di Tariq, capo berbero islamizzato. Bessie Head LA DONNA DEI TESORI a cura di M.A. Saracino In tredici racconti brevi della vita di ogni giorno, le vicende di figure femminili di grande bellezza e umanità. Hampaté Ba L'INTERPRETE BRICCONE introduzione di L. Nissim La storia di Wangrin che riesce a raggiungere la ricchezza grazie al suo lavoro di interprete, ma perde la sua identità culturale d'origine. Thomas Moto/o CHAKA introduzione di J. Wilkinson Il grande eroe zulu raccontato da uno scrittore del suo popolo in un romanzo che assume tratti . di drammaticità che, in Europa, solo il teatro di Shakespeare seppe raggiungere. Maryse Condé LE MURAGLIE DI TERRA introiiuzione di D.T. Niane Le drammatiche vicende della famiglia Traorè sullo sfondo della conquista islamica della città di Segù e della tratta degli schiavi. EDIZIONI LAVORO Via Boncompagni, 19 - Roma Tel. (06) 4951885-4 746420
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