Linea d'ombra - anno VI - n. 26 - aprile 1988

L'UOMOELABESTIA Enrico Alleva L'essere umano non ha mai avuto rapporti facili con gli altri animali: nella storia del mondo è stato, di volta in volta, predatore o preda. Ma - soprattutto-'- all'uomo occidentale è rimproverabile un complesso di superiorità filosofica nei confronti degli animali; di essere stato, ·cioè, il creatore di cosmologie culturali il cui centro gravitazionale era sempre rappresentato da lui - l'Uomo - mentre agli altri esseri animali non restava che un ruolo dimesso, di sfondo, che magnificasse la superiorità dell'essere umano tra i viventi. E anche le filosofie gerarchizzanti, come le religioni che prevedono entità divine - superiori all'uomo perché soprannaturali - costruivano e costruiscono "scale naturali" di crescente perfezione, al cui vertice si trova l'essere più che perfetto del mondo: quell' "Uomo" che diventa talvolta l'unico essere simile al Dio soprannaturale. Vertice assoluto della storia della vita, o essere angeliforme - transizione tra il bestiale e il divino - l'uomo resta tra gli animali terrestri quello più spocchioso, perché l'unico in grado di mettere per iscritto maldicenze sul conto degli altri esseri del Pianeta. Così l'uomo ha abusato sempre dei confronti che ha fatto tra sé e gli altri animali. Confronti comunque operati - è ovvio rammentarlo - a fini precipuamente umani. Nella favolistica di Esopo, per fare un esempio, le varie specie animali assumono toni caricaturali che hanno lo scopo preciso di moralizzare l'uomo. Si parte cioè da caratteristiche realmente presenti e osservabili in una specie animale, che vengono umanizzate per creare accorte metafore moralizzanti: trasformandosi nell'incarnazione di una qualità umana, la bestia diventa "disumanamente perfetta" o, a tratti, "disumanamente immorale". Diventa cioè un termine di paragone al quale l'uomo dovrebbe assimilarsi il più possibile, oppure l'essere bestiale la cui natura l'uomo dovrebbe aborrire con tutte le sue forze. Riandiamo agli albori dell'era della modernità scientifica, tra i filosofi naturali che ancora masticano un gergo da alchimisti, ma che già possiedono una concezione esatta, sperimentabile, ripetibile e comunicabile dell'osservazione na- •turalistica; che, nei fatti, giocano allo stesso gioco. · Come l'insospettabile Leonardo, tanto moderno nel suo , genio intellettuale quanto medievale nel suo Bestiario. Un testo, questo, in cui tutte le virtù e i vizi umani hanno un corrispettivo animale, con la sua debita giustificazione scientifica. Alle Liberalità corrisponde l'Aquila, alla Gola l'Avvoltoio; alla Fedeltà la Gru, come all'Invidia il Nibbio; alla Giustizia l'Ape Regina come ali' Avarizia il Rospo. E per essere belli come una Farfalla, e al pari di essa librarsi liberi in cielo, bisogna lavorare a lungo, con l'esercitata perizia del Bruco tessitore. Ci sono certamente degli aspetti di metafora pura nell'uoDISCUSSIONI/ALLEVA mo che confronta l'animale a sé per migliorare l'immagine di sé ai suoi stessi occhi. Ma, oltre alla metafora, c'è anche , qualcosa di più, e di peggio: l'edificazione di un'ideologia antropocentrica, dove la superiorità culturale dell'uomo va a scapito diretto del mondo animale. La caccia è, ed è stata, un'attività dell'uomo, nobile animale predatore di animali, anche se oggi si va trasformando in un consumo di massa di oggetti di lusso dubbio, e in un fattore di squilibrio ambientale; ma è anche, ed è stata, un'attività non meno nobile dell'animale predatore di uomini. Invece l'allevamento e la selezione artificiale degli animali da parte degli uomini è qualcosa di più ignobile, visto con occhi non umani. Perché attività mai reciproca. Pensiamo alla domesticazione, cioè alla trasformazione genetica di esseri liberi, prodotti del mondo non umano, che dall'uomo vengono presi e indelebilmente trasformati a suo uso, o a suo piacere. Centinaia, migliaia di razze di colombi, ottenute prostituendo e modificando una sola specie di colombo, quel capostipite selvatico che dalle rupi di roccia scoscesa ebbe la malaugurata idea di frequentare i tetti delle case, per rubacchiare i grani dell'uomo. Centinaia di razze più grasse e più grosse, ottenute dall'uomo mediante l'accoppiamento forzoso di animali, e con l'eliminazione dal sesso di quelli che l'uomo non desiderava avessero figli. Razze piu carnose, che producono più carne per l'uomo; razze più veloci, per trasportare più velocemente i messaggi dell'uomo; razze più belle, o più strambe, fenotipi prostituiti all'umano diletto. Esseri che nascono, vivono e muoiono semplicemente per strappare all'uomo un'occhiata ammirata, o un sorriso. Animali mostruosi, innaturali, proprio perché non prodotti dalla natura, ma dal gioco dell'uomo per il gioco dell'uomo. Grazie a questo gioco, nel mondo esistono colombi a forma di rondine, di gazza, o di rapace; colombi con code da pavone; colombi epilettici, che tremolano e camminano dondolandosi; colombi che volano altissimi, e che dall'alto si precipitano, con buffissimi capitomboli. E per la stessa ragione nel mondo abbiamo vacche che producono quantità inimmaginabili di latte, destinato all'uomo, e non ai propri figli. Vacche che fanno figli solo perché l'uomo li divori. Maiali che crescono rapidissimi, per finire quanto prima insaccati. Galline che vivono in lager d'acciaio, oramai non più esseri viventi, ma stadi meccanici di transizione tra una certa quantità di mangime e una certa quantità di uova. Animali che l'uomo ha creato, grazie alla sua cultura, assieme all'idea della sua superiorità sull'animale. E per sottacere tanta sottomessa prostituzione, l'uomo ha costruito quest'ideologia di su- . periorità che lo rende sostanzialmente differente dai suoi · simili, e che gli elimina qualsiasi dubbio d'immoralità. Ma le ideologie antropocentriche, come i bestiari moralizzanti, nell'era perfusa di oggettività scientifica, hanno ricevuto cç>lpimolto duri, dai quali ancora non riescono a riaversi. Tutto ciò è avvenuto con l'affinarsi dei metodi di raccolta sistematica del dato scientifico, con il suo successivo inserimento in una realtà paradigmatica, con le connes7

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