descrizione? Ne risulta, e si può provare col tipo di matematica che abbiamo impiegato, che la stessa forma spaziale si può generare in parecchi modi diversi. Questo è estremamente importante perché significa che, anche se è possibile ottenere una rappresentazione perfetta, una descrizione perfetta di un modello spaziale, vi sono diversi modi di inter- :pretarla e non si può dire quale sia il migliore. Questo risultato mi sembra che vada al di sotto della linea di galleggiamento :di questa nave della geografia che per me è andata affondan- .do notevolmente in seguito, ma esiste ancora, naturalmente. :Personalmente, questo problema di forma e processo ha per me un'altra implicazione molto importante in quanto negli anni '60 e anche dopo, in Svezia, il mio Paese, c'è sempre stata la tradizione di impiegare la geografia come strumento nella pianificazione, cioè come un modo di cambiare il mondo affinché diventi più giusto. Come si fa questo e come viene sempre fatto? Si cerca di creare nuove forme di vita modificando le forme spaziali e organizzative. Per esempio, cambiando il modo in cui stiamo seduti qui, spostando i mobili, influenzeremmo ovviamente i nostri rapporti sociali, e questa è la strategia della pianificazione. Se ci si occupa di pianificazione e si impiega questo tipo di tecnica, è impossibile prevedere le conseguenze di questo cambiamento. Quando me ne sono reso conto, questo ha avuto per me implicazioni molto importanti perché significava che era impossibile non addentrarsi· in questioni etiche nella ricerca, e questo per me personalmente ha avuto un'importanza maggiore che non il piccolo risultato logico e tecnico del processo della forma. Quello che ai geografi critici importa, è che il suo pensiero è una critica interna alla geografia quantitativa. Per esempio, la sua critica è una critica degli strumenti della pianificazione, degli strumenti dellapianificazione specialistica. Sì, potrebbe sembrare che sia così, ma la critica è ben più profonda di questo. Lasci che mi spieghi. Uno strumento ha il vantaggio di essere molto preciso ed è perciò possibile sapere esattamente quello che con esso si sta facendo. Si sa quali strumenti materiali si stanno usando. Ma poi ci si chiede quali sono le ragioni per impiegare proprio questo tipo di strumenti e si inizia a vedere un modello in questi strumenti di pianificazione, e questo modello secondo me è che la pianificazione non è tale ma è politica operazionalizzata, di modo che, in effetti, se si vuole capire cos'è la politica sarà utile una scomposizione degli strumenti della pianificazione. Così ci si accorge piuttosto velocemente che nessun politico si interessa principalmente del mondo come lo vediamo, ma quello su cui si scontrano i politici sono i modi in cui si pensa. Quelle su cui si scontrano i politici sono ovviamente le ideologie che essi vogliono cambiare. Si tratta di individui particolari, in quanto vogliono far sì che gli altri siano uguali a loro stessi. Ma naturalmente se lo dicesseronessuno voterebbe per loro perché la gente si accorgerebbe che la politica è un mezzo attraverso il quale uno cerca di manipolare il rapporto NARRARE LA SCIENZA/OLSSON degli altri con il mondo. Allora cosa fare? Lo si fa in modo indiretto, dicendo: io non cerco di influenzare, io non manipolo le cose. Ma io sto svolgendo un lavoro indiretto, modificando, per esempio, le forme spaziali, le organizzazioni e così via. Quindi se vi recate negli uffici degli esperti di pianificazione e dei politici spesso vedrete diagrammi organizzativi alle pareti. Non commettete l'errore di pensare che si tratti solo di oggetti operazionalizzati. Non sono in realtà altro che mappe di influenza, e questo è divenuto sempre più importante per me. In questo senso, io penso che la mia critica, se vogliamo chiamarla così, ora abbia molte implicazioni sia per quello che è la logica politica, che per la geografia. Ma, in questa speranza, anch'io faccio la stessa cosa, in quanto io cerco deliberatamente di non discuterne in termini di politica. Infatti non mi verrebbe mai in mente di diventare un politico, ma sono interessato ai rapporti esistenti tra quello che è la pratica politica e quello che è teoria politica, che si occupa delle relazioni tra noi come individui e il resto del mondo. Tutte le teorie politiche hanno questo come obiettivo, e se si considerano i pensatori socialisti o conservatori, si vedrà che differiscono leggermente riguardo al punto in cui tracciano questa linea, ma è questa linea tra individuo e società il punto su cui si scontrano. Sono distinzioni molto lievi, perché ogni tipo di cultura sa che c'è una linea, un limite molto preciso che gli altri non hanno il diritto di oltrepassare. Allo stesso tempo, naturalmente, sappiamo che non vi può essere un individuo senza società e una società senza individui. Quindi è questo rapporto tra individuo e società che è diventato via via più importante e secondo me ha realmente una radice molto importante in questo problema geo75
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