Linea d'ombra - anno VI - n. 26 - aprile 1988

SAGGI/HEBIDGI Foto di Nlgel Henderson. Nella pagina di destra: Alan Lake confortato da Freddi• Starr al funerali di Diana Dors (foto Syndlcatlon lnternatlonal). prima, a staccare le foto dal muro a una a una, a togliere di mezzo gli animali. Da ragazzo avevo pensato con un misto di paura ed ammirazione che questi fossero gli "uomini veri". Questo zoo di personaggi "difficili" e "sregolati" costituiva un quadro possente d'immagini negative e positive rispetto alle quali sognavo di formare la mia identità di "uomo". Il sogno era intessuto di vari fili colorati: film di gangster, romanzi gialli, biografie di galeotti, avventurieri, autori di opere romanzesche, la storia della malavita londinese, i disegni di Gustave Doré, le vite leggendarie dei re del be-bop, le tessere del razionamento, le fotografie di tipi loschi, i Teddy Boys e primi Mods, vecchi show televisivi, copertine di dischi rhythm and blues, resoconti della Grande Rapina al Treno, la logica inebriante dei Rasta, il gergo osceno di Max Miller, la grana roca della voce di Billie Holliday e Julie London - immagini, suoni, ricordi. Quando il mago scomparve, l'incantesimo si ruppe, lo specchio andò in frantumi. E io cominciai a cadere a pezzi. È così difficile opporsi a ciò che noi stessi abbiamo fabbricato e costruire qualcosa di concreto su ciò che già esiste. È così difficile spogliarsi degli strati mutevoli di immagini e parole attraverso i quali siamo cresciuti e dentro i quali continuiamo a formarci e riformarci e riuscire a dire questo sono io e questo è ciò da cui provengo. Ma quella lotta per dare di nuovo fiato alla voce, e parlare da un punto fermo è al centro delle cose, malgrado tutte le teorie e i dubbi e l'autorecriminazione che continuano a spingerci nella direzione opposta contro noi stessi. Vogliamo almeno essere padroni di noi stessi. Essere padroni delle nostre voci. Vogliamo essere uomini e donne autentici. Ma quando cerco di parlare della mia mascolinità mi perdo in altri sogni: altre immagini e parole. Evoco un'altra storia, un altro funerale, la morte di un altro padre. 58 Il coraggio dell'orfano Jason Mi chiedo se sia necessario fare un fascio di tutte le tensioni, le ferite e i conflitti e metterli in piazza. Per capire ciò che accade in questo servizio giornalistico sulla compostezza di Jason Lake (figlio di Diana Dors e Alan Lake) al funerale di suo padre, dobbiamo ritagliare dal testo così come è stato costruito - la vera immagine del ragazzo e la tragedia da lui vissuta. Queste parole - "costruito", "testo" - questo strappare la foto dal suo sicuro ancoraggio nell'articolo del "Daily Mirror" - sono atti ingiµsti. Il mio istinto paterno mi dice di lasciare in pace il ragazzo - di lasciarlo vivere. La morte per cancro di Diana Dors e il suicidio di Alan Lake cinque mesi più tardi sono stati impressi a fuoco nella memoria popolare, come una presenza misteriosa e sinistra. Queste tragedie riempiono le prime pagine dei giornali per settimane. La morte di Lake, nel telegiornale serale del IOottobre, fece passare in secondo piano la guerra nel Libano. Alan Lake fu presentato agli occhi del pubblico come l'archetipo del marito debole e fatalmente dipendente, come il piccolo uomo all'ombra di una grande donna, come l'amante nevrotico e il fusto alcolizzato, come un uomo incompleto (che può cqmpletarsi soltanto attraverso l'assorbimento alla sua "parte migliore"). I servizi giornalistici sul suo appassionato legame con il comico "tragico" Freddie Starr, già vittima di un esaurimento nervoso di cui tutti avevano parlato, rivelarono livelli di intensità emotiva tra uomini in un modo che raramente viene mostrato in pubblico. Freddie disse: "Alan veniva sempre da me quando era depresso. Eravamo come fratelli. Al funerale di Di [Diana] si voltò verso di me e disse:. "Cosa farò ora?' Gli dissi di essere forte e di continuare ad andare avanti. Ma nessuno può descrivere il suo amore per Di. Lei era una parte di lui. Quando lei se ne andò, di lui non rimase che un uomo a metà. Cercò di mostrarsi forte ma non vi riuscì mai. In quella casa gli era proprio impossibile vivere. Lei era sempre accanto a lui. Era ovunque. Eppure lui era solo. Quando venne da me era in condizioni spaventose. Aveva il volto teso e appariva molto dimagrito. Ci sedemmo in salotto a bere un caffé. Mia moglie Sandy gli preparò qualcosa da mangiare ma lui non riuscì a toccare nulla. Disse

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