Linea d'ombra - anno VI - n. 26 - aprile 1988

A sinistra: foto da Woman's Realm (John Topham Plcture Library). DI fianco: Nato per lavorare (foto di Nlck Hedges, Pluto Press 1982), e, In una foto di Jet Palmer ( 1983), un raga:z::z:oche si trucca nel gabinetto maschile della centrale elettrica di Blrmlngham. Bensì, come il proverbio, tutto è alla rovescia E l'inferno è divenuto paradiso e il paradiso inferno. Michael Drayton, To my noble friend Master William Browne of the Evi/ Time Diciotto mesi fa è morto un mio carissimo amico. Loconoscevo da anni, quasi metà della mia vita, fin dalle mie prime scorribande· compiute insieme a un altro mio coetaneo nel "mondo degli uomini" dei pub e dei club sportivi del West End di Londra - un mondo che appariva ai nostri giovani occhi meraviglioso e pericoloso e per questo intensamente reale: un luogo riservato solamente ai maschi. Era caldo e confortevole a suo modo - ogni bar un soggiorno gigante - anche se molto diverso da quello di casa - o almeno da quello delle nostre rispettabili case proletarie - con l'aria densa di fumo, le risate rauche e la violenza sempre in agguato. Qui imparammo a desiderare una certa immagine maschile. Quello più anziano, il mio amico morto, stava al centro di questo mondo e come un mago o uno stregone sovraintendeva alla nostra inizTàzione. Ci prese sotto le sue ali per condurci nel sottomondo a mostrarci tutti i personaggi carnevaleschi: gli ossi duri, gli insolenti, i malvagi, gli imbro- . glioni, i musicisti, gli ubriaconi, gli attori e gli sciocchi. Ci guidò nel mondo del linguaggio attraverso sfilze ininterrotte di parole: mostrandoci come intessere storie, come giocare a scacchi con le parole, come allontanare ridendo quella paura che di tanto in tanto ti attanagliava la gola. Fu lui che c'insegnò a godere del brivido della morte e della rinascita (della reputazione individuale e della sorte individuale), della sovranità e della decadenza che costituivano l'o~dine "alla rovescia" del mondo del pub. . Nessuna immagine potrebbe da sola rappresentare quest'uomo; non ci sono parole capaci di catturarne l'essenza: cantastorie, ribelle, guerriero, imbroglione, jazzista, bandito, gentiluomo, gigolò, cortigiano, guardiano del maniero, un uomo nato con la camicia, un uomo nato con una rosa in bocca. Quando morì, i fiorai esaurirono i fiori. Uomini grandi e grossi piansero e le donne aiutarono ad asciugare le lacrime. Al crematorio una folla di amici si strinse intorno a sua SAGGI/HHIDGE moglie che non vacillò neanche una volta, né mai perse la propria dignità, e il cui volto per tutto il funerale risplendette di un tragico pallore. -. Durante la funzione, il vicario dimenticò il suo nome ma ciò non creò nessun problema. Del resto egli non credeva affatto in quella roba. . Quest'uomo era stato anche pittore. Inventava forme e figure astratte: veri e propri equivalenti visivi delle note grasse e piene che egli soffiava nel sassofono e di quelle perenni sfilze di parole che continuamente liberava dall'addome ed emetteva dalle labbra. Il suo modo di parlare, la sua pittura, la sua musica, era tutto parte della rete invisibile che si tesseva intorno. Circa un anno prima che morisse, quest'uomo iniziò la sua ultima opera, un murale che occupava un'intera parete dell'appartamento in cui abitava con la moglie e due bambini. Rappresentava il suo testamento. L'affresco consisteva in un'Arca di Noè i cui contorni nitidi e ben marcati risaltavano su uno sfondo di un caldo colore brunito. Una solida barca in cui trarsi in salvo. Sull'Arca volava un uccello, una cÒlomba di pace con un ramoscello di erba gangia nel becco. Nel rifugio costruito nel corpo dell'Arca, aveva attaccato tutta una sfilza di facce losche degli uomini con i quali era cresciuto, contro i quali e accanto ai quali aveva combattuto per tutta la vita. Queste foto da tessera, fatte da loro stessi nelle cabine della stazione e offerte gratuitamente per il dipinto, formavano una vera e propria galleria di furfanti. Da quel muro essi fissavano, ghignavano e facevano smorfie come gargouilles. All'epoca, il 1983, essi rappresentavano l'ultimo frammento locale di quella generazione di "duri" della classe operaia che aveva vissuto il blitz di Londra e che si era fatta le ossa tra le macerie dell'Inghilterra devastata dalle bombe, nei campi di prigionia del National Service, nei riformatori, nei jazz-club di Soho, e nelle prigioni di Sua Maestà prima di adattarsi con fatica al non meno forzato, non meno appassionatamente contestato regime matrimoniale, con moglie e figli, o di andarsene via da soli per una vita sulla strada. Gli "animali" messi in salvo nell'Arca rappresentavano la tribù in estinzione del mago. Dopo la sua morte, sua moglie iniziò, lentamente dap57

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