DI FIGLI E DI PADRI Dick Hebidge a mia madre e a Jessica Sebbene sia uno scrittore e non un fotografo, scrivo servendomi di immagini. -In questo saggio voglio tentare qualcosa di nuovo: non un'analisi né una storia delle immagini, ma piuttosto una mescolanza di storia, immagini e testo - un intreccio di voci personali, private e pubbliche che utilizzi forme diverse di linguaggi narrativi nel tentativo di spieg;ue il mio rapporto con i legami filiali e paterni, reali o simbolici che siano, e di esaminare dall'interno il rapporto fra padri e figli, uomini e ragazzi. L'uso di voci e immagini diverse consentirà di esplorare certe possibilità çhe rimarrebbero, a me pare, oscure in una narrazione più convenzionale. È forse inutile ricordare che le forme tradizionali di mascolinità tipiche di ciascuna classe sono oggi entrate in crisi. I sanguinosi scontri verificatisi durante lo sciopero dei minatori pochi anni addietro testimoniano forse nel modo più tragico la presenza di tale crisi. Come spesso è stato notato, ciò che ha acuito l'antagonismo tra. minatori aderenti allo sciopero e quelli che non vi aderivano non è tanto il problema della sicurezza del lavoro in fabbrica dell'attuale generazione. Il vero problema stava, in realtà, nel futuro del carbone e della cultura operaia: le forme di vita comunitaria e familiare e il forte senso d'identità personale che si è venuto a creare intorno al carbone. Ciò çhe i picchetti di minatori difendono è soprattutto la coerenza di certe equazioni tra il valore e il significato del lavoro manuale, la mascolinità e la solidarietà di classe - il nucleo di ciò che oggi chiamiamo "cultura tradizionale della classe operaia". La disgregazione di quella cultura da anni occupa i sociologi ma il processo di collasso si è vertiginosamente accelerato sotto l'attuale regime Tory. Le iniziative prese dal governo nella legislazione anti-sindacale e sotto gli auspici della Commissione dei Servizi di manodopera nei piani di formazione giovanile, con la loro insistenza sulle "capacità sociali e personali" (non meglio definite), fanno parte di una strategia a lungo termine tesa a riorganizzare le relazioni tra datore di lavoro e operai, e a smantellare tutte quelle nozioni sui diritti dei lavoratori così duramente acquisite e l'intero complesso istituzionale attraverso cui quei diritti sono stati originariamente conquistati. Queste iniziative hanno trovato sostegno nella ideologia di destra del "Nuovo Realismo" che continua a insistere con apparente buon senso da un lato sulla "carriera" individuale (competitiva) e dall'altro sulla priorità dell'interesse nazionale. In realtà ciò tende a indebolire ulteriormente le forme originarie di lotta e di identità collettiva e a erodere tutte le definizioni alternative di interesse di classe e di progresso comunitario piuttosto che individuale. Disoccupazione e piani per l'occupazione stanno trasformando in maniera radicale l'esperienza giovanile della classe operaia in quanto bloccano quelli che sono i passaggi canonici dalla gioventù alla maturità, dalla scuola al lavoro, dalla dipendenza dalla famiglia all'indipendenza e al distacco dalla casa paterna. Ciò è particolarmente evidente nella regione dei Midlands dove insegno. Qui l'etica del lavoro e quella salariale sono profondamente radicate nella cultura della classe operaia locale e rappresentano il nucleo attorno al quale è organizzata la fa- . miglia patriarca,le, con i suoi ruoli sessuali ben distinti che essa contribuisce a mantenere e a riproqurre. Bisogna ammettere tuttavia che la scòinparsa di fuli momenti di transizione non ha solo implicazioni negative. Le attuali forme di politica culturale e sessuale hanno contestato concretamente o ristruttuùto le nozioni tradizionali di ciò che significa essere giovane o vecchio, maschio o femmina. Per prendere un esempio d'attualità, l'intercàmbialità del genere sessuale è uno dei più chiari tentativi nel campo della moda, della sottocultura e della musica pop di mettere in atto una trasfigurazione della mascolinità. E fa risposta della letteratura di fantascienza alla crisi che l'uomo ha di fronte:. una rivoluzione nell'uso dei pronomi personali. L'intercambiabilità del genere sessuale sostituisce il più generico pronome neutro ai "lui" e "lei" in cui dimora ancora la maggior j parte di "noi". Un-piano meno bizzarro è stato messo in at-_ to dal marketing che si è proposto di venderci "l'uomo nuovo" - una creatura ossessionata dai prodotti di bellezza maschile, terrorizzata dal timore di una calvizie incipiente. Soluzioni di questo tipo anche se appaiono al lettore attraenti o convincenti, difficilmente possono rappresentare delle valide alternative per la maggior parte degli uomini. Abbiamo ancora bisogno di immagini reali di una nuova mascolinità, più attiva e più responsabile. È chiaro che ci troviamo nel bel mezzo di una serie di trasformazioni, comunque esse vengano definite. Il passaggio, ad esempio, dai modelli di lavoro industriale e dalle forme culturali e di individualizzazione a esso collegate a un qualcosa di vagamente "postindustriale" - dal noto all'ignoto - è il risultato della diminuzione di investimenti nelle industrie a forte mano d'opera, ma le conseguenze sociali di una tale trasformazione e la brutale e repentina introduzione dei nuovi metodi di produzione non sono affatto inevitabili. In ultima analisi la Nuova Tecnologia potrebbe giungere a liberare e a incanalare nuovamente tutte le energie e le possibilità represse all'interno delle strutture attuali: libertà dai lavori noiosi, ripetitivi e umilianti e lo smantellamento dell'etica del lavoro. Potrebbe introdurre nella vita della gente un nuovo modo di concepire lo spazio e le dimensioni, fornendo le basi per la creazione di nuove forme d'identità sociale e sessuale, più varie e meno opprimenti. Potrebbe condurre a un ammorbidimento dei lineamenti della mascolinità. Dovrebbe condurre a una più giusta divisione sessuale del lavoro domestico. Potrebbe rendere l'uomo e la donna più flessibili, più fluidi, meno portati all'acquisizione e al possesso, meno timorosi e più gioiosi, non più prigionieri del proprio corpo e della propria pelle. Potrebbe contribuire a promuovere accanto al diritto a un lavoro gratificante e utile alla società, il diritto al piacere, alla gioia e al sorriso. Ma al momento (per.la m_aggiorparte 55
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