Linea d'ombra - anno VI - n. 26 - aprile 1988

STORII/GRIMALDI "Una storia di Grazia te la raccontiamo noi. Lei è buona, non parla mai. Lei una volta si è innamorata. Non parla mai, ma quella volta · raccontò tutto a me e a Sonia che siamo le sue amiche." Grazia Una storia di Grazia te la raccontiamo noi. Lei è buona, non parla mai. Fu suo padre a farlo succedere. Sua madre è morta sotto il treno con una sorellina perché abitavano vicino a un passaggio a livello. Suo padre faceva schifo già da prima. Poi senza la madre fece più schifo ancora. Lei non ce l'ha detto mai ma io dico che di sicuro se l'è presa lui per primo per quanto era porco e maiale. E io lo so perché lo posso dire. Lei una volta si è innamorata. Non parla mai, ma quella volta raccontò tutto a me e a Sonia che siamo le sue amiche. Guarda che lei adesso ha 25 anni. Noi tutte sembriamo più vecchie perché ogni maschio ci toglie tre giorni di vita, e ogni notte fanno un mese, e una volta è svenuta. Dice sempre: "Non ho fame". Questo ragazzo è venuto una volta. Dice che era molto bello, coi capelli lisci e un po' biondini, e lui era venuto con un suo amico per ficcare. Era capitato con Graziella e lei, non lo so come, ci perse subito la testa. Aveva 24 anni perché è successo a settembre: quasi 24. Pure noi ci innamoriamo, forse. Io però non mi sono innamorata mai, soprattutto di uno di questi ... Qualcuno mi è sembrato bellino e mi sono fatta fottere con piacere, ma non che mi posso innamorare di questi. Lei disse che appena lo vide si senti tutta allazzata come se il sangue si confondeva, come se quel ragazzo lei già lo conosceva ed era venuto per lei. Però non gli disse niente. Lo fece spogliare, glielo pulì come sempre, però dice che era bellissimo, che aveva la faccia da bambino senza peli, appena appena, ma la voce ce l'aveva da grande. E aveva i peli della minchia che finiva lì, un pochino fino all'ombelico,e poi tutto il corpo era pulito, pure il petto, tutto. Lei raccontava queste cose con gli occhi di fuori ma con la voce sempre bassa perché lei non sa gridare forte. Lei dice che uno fatto così bene non l'aveva visto mai. Ma lei si era innamorata prima ancora di spogliarlo. E mentre gli faceva il pompino, con le mani gli carezzava le gambe, ma non come faceva sempre; lo faceva con contentezza. Ce lo disse lei, che non si sentiva nel bordello dove l'avevano infilata sempre cani e porci. Il ragazzo soffiava anche lui ma non come un porco. Lei ce lo dice da sempre che certuni le gridano all'orecchio come maiali sgozzati e non li sopporta. A me no, a me mi fanno venire persino da ridere. E poi, quando lui ci venne di sopra, lei dice che ci provava piacere e spingeva come una pazza perché lo sentiva benissimo. Disse che gli diede pure dei morsi, piano piano perché-gli veniva da darglieli. E poi lo baciò sul collo e sulla bocca. Tu lo sai che noi non baciamo mai, perché non si fa, e poi è difficile che ce lo chiedono (ma qualcuno ce lo chiede). Io qualche volta mi sono fatta baciare, ma poi mi dovevano dare di più. Altrimenti niente. Così ha finito e se n'è andato. Lei ha avuto solo il coraggio di chiedergli come si chiamava, perché, gli disse, "forse io ti conosco. Dove stai?" Si chiamava Maurizio e stava al Michelangelo. Lui se ne andò. Lei cominciò a fare come una pazza. Mi raccontò tutto. Poi lo disse pure a Sonia, propria lei che non parla mai e vuole restare per i fatti suoi come se ci pensasse sempre. Io glielo dissi: "Sei stata cretina. Digli qualcosa, fatti dare il suo indirizzo". No. "E allora crepa: che vuoi da me adesso?" Però mi pareva male per lei. Non te lo so dire. È che lei ci fa a tutti un po' pena perché forse sta sempre zitta perché non gli piace vivere così. Io non dico che mi piace, ma nemmeno mi dispero, anzi, ormai, un po' mi piace e ci divertiamo pure. In ogni vita ci sono cose belle e cose brutte, e pure noi abbiamo le nostre cose belle. Lui non tornò più per due mesi. Graziella ci disse come era e come non era; se tornava la dovevamo chiamare: lo dovevamo fare aspettare e doveva andare nella camera di lei. Ormai non ci pensavamo più, e lei, dopo i primi tempi che aveva fatto come una pazza, era tornata a stare zitta. Dopo due mesi quallo tornò: Maurizio. Io non c'ero, Graziella stava aspettando nel salone con Sonia e Giusi. Sonia poi mi raccontò che fece come se aveva incontrato un fantasma. Quello, invece, parve che manco si ricordava di lei. Era bello, anche Sonia lo disse, e pure Giusi, alto e un po' biondo, chissà chi ce lo portava a ficcare con le pulle anziché andarsene con le fidanzate. Intanto erano passati due mesi. ' Grazia se lo portò nella sua stanza. Quando finirono io già l'avevo saputo e l'avevo aspettato nel salone perché lo dovevo proprio vedere, e volevo sapere tutto da lei. Il suo amico aveva già finito da un pezzo e difatti Graziella se l'era tenuto più del doppio. Infatti il suo amico gli disse: "Ma che? E che facisti? " ma se ne andarono e lui nemmeno si voltò verso di lei; come se era un cliente normale. Io me la portai nella mia stanza e mi feci raccontare tutto. Lei era bianca bianca e sembrava che doveva piangere; invece non pianse. Non gli avevo detto niente! Glielo dissi quanto era cretina e scimunita. Lei diceva, piano piano, come un lamento: "Si piglia a me? ... A una buttana? !. .. " e lo so che era così. Però uno le cose le deve chiedere. Se non si chiedono è finita. Se si chiedono ... Chi lo sa? Dio è grande. "Ma almeno ti facevi dare il suo indirizzo! Perché non gli fottevi la tessera? Così lui pensava di averla persa e doveva tornare qua. E tu ti trovavi pure il suo indirizzo". Poi mi feci raccontare quello che era successo; ma non voleva dirmi niente. Invece gli altri giorni, piano piano, mi raccontò tutto. Lui gi aveva detto di sentire un po' freddo e lei l'aveva accarezzato tutto, dalle gambe fino alle orecchie, e non gli aveva fatto 45

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