STORII/GRIMALDI "Da noi al Capo vengono solo i morti di fame, non ci vengono certo quem ricchi. Ci sono anche quem vecchi, anche quem sposati, ma ci vengono anche i ragazzini, tantissimi, tutti scanazzati, scippatori e ladri. Ma tra i ragazzi vengono anche certuni di brave famiglie." E all'inizio glielo ripetevo sempre, che volevo fare con lui o niente, perché gli volevo bene per davvero, e non la volevo sentire quella cosa che ce l'avevo nel sangue. E della mia storia non vi dico più niente. Stasera non mi volevo vestire così Stasera non mi volevo vestire così. Prima mi ero messa la gonna rossa, con le scarpe con la striscetta bianca e la borsetta dello stesso colore con la fibbia. Poi la gonna larga coi fiorellini che mi fa sembrare più magra. La borsa però era tutta strisciata e allora mi sono messa per forza la gonna blu. Ma se era per me io mi s,areimessa lo stesso quella larga. Tu almeno lo dici Tu almeno lo dici che ti sarebbe piaciuto andare con una di noi, e non ci sei andato mai solo per la vergogna. Tutti invece ci trattano come appestate, ed anche quelli che di notte ci cercano si spaventano di essere guardati, si nascondono nelle macchine. Ma io ormai lavoro in un bordello chiuso. Qui da noi ci vengono solo i morti di fame. Io lo so che ci sono pure i bordelli con le ragazze pulite, di 15 anni, ma io non ne so altro. Io sono finita qui. Quando avevo 15 anni manco me lo immaginavo che mi finiva così, e forse manco sapevo che c'erano quelle che lo facevano con tutti. Però lo sapevo che si faceva l'amore perché da bambina dormivo nella stessa stanza di loro, e li sentivo, e lo capivo che era una cosa bella. Mio padre diceva sempre: "Tanto non ci sentono ... " e noi invece li sentivamo apposta. Ma ora non dico che è una cosa brutta; non dico niente. Tu entri: è un palazzo antico, dopo i Quattro Canti e le statue dei santi. Il portone è sempre aperto. Si entra nelle scale e c'è puzza di piscia di gatti perché lì è sempre aperto. Non ci stiamo solo noi, noi stiamo al primo piano. Tu sali e trovi una porta spalancata sul salottino, trovi una di noi, o anche di più, e ti dice se ti devi sedere per aspettare o se puoi cominciare subito. Se ci sono più ragazze libere tu puoi anche scegliere. Altrimenti ti pigli quella che trovi: se devi aspettare ti devi prendere la prima che diventa libera. Da noi si paga niente, 20.000 lire. Noi siamo né giovani né vecchi, massimo 40 anni, io ce n'ho 38. Tu entri in una stanza da letto e ci trovi il letto grande e in un lato un lavandino. Io sono messa con una vestaglia, ce n'ho tre tutte coi fiori. Ti dico: - Spogliati - e tu ti spogli. D'inverno nella stanza ci teniamo la stufa elettrica e non fa freddo. Io, mentre ti spogli, mi slaccio la vestaglia e mi butto nel letto con le gambe aperte. Tu, se alzi gli occhi, mi vedi tutta, e ti giuro che non sono brutta, non sono grassa, sono un po' giusta. Con quelli che mi fanno simpatia, con quelli giovani e ragazzini, con la mano mi spazzo la fica, e se tu mi guardi ti viene subito lo spinno di entrarci come se io aspettassi solo te. Appena sei nudo io mi alzo e ti faccio venire al lavandino. Se ce l'hai già attisato ti trascino proprio dal cazzo e ti faccio i complimenti: "Mì, com'è bello fatto! Che beddu lignu!" Ma io ci sto attenta e non ti faccio venire prima del tempo. Al lavandino ti pulisco col medicinale, ma piano piano, senza farti male, ed anzi sono carezze. Poi ti faccio sdraiare sul letto. Sopra il letto, c'è un lenzuolo pulito, se non ci credi vienici e vedrai. Prima ti lecco sopra i peli, ti faccio venire i brividi; poi scendo e me lo infilo in bocca. Lo faccio per un poco prima di farti venire. Poi mi butto sul letto pure io, ti faccio venire sopra, e mentre lo facciamo io faccio pure qualche soffio. Però lo faccio solo con centuni. Con i ragazzi lo faccio perché loro hanno paura e appena entrano si mettono a fottere tutti allazzati. A quelli che mi piacciono ci stringo pure il culo con le mani. Poi tu te ne vieni col respiro grosso e sospiri: non ti faccio fretta. Però ci sono certuni che non escono più, ci pigliano per un materasso e ci dormirebbero sopra. I vecchi sono così, fanno "Ahi ahi", ma certe volte pure i ragazzi: ci pigliano come mammine e mettono la testa sotto il collo. - Su, su, filare! - e lo faccio smammare. Mentre si veste gli dico: "Ventimila", e certe volte gli dico: "Sei stato proprio bravo, mi hai fatto godere" e altre volte gli dò un pizzicotto sul culo, o persino sulla minchia, e gli dico "Bravo", oppure "Tua mamma t'ha fatto perfetto". Non lo dico solo per farli tornare, lo dico per farli contenti. A certuni non gli dico niente. Ma molti ragazzi, di 15 anni, 16 anni, sono perfetti davvero e se non fossi una pulla me li sarei leccati e baciati per amore. Da noi al Capo vengono solo i morti di fame, non ci vengono certo quelli ricchi. Ci sono anche quelli vecchi, anche quelli sposati che ce lo dicono, ma ci vengono anche i ragazzini, tantissimi, tutti scariazzati, scippatori e ladri. Ma tra i ragazzi vengono anche certuni figli di brave famiglie, e si capisce che parlano froschi froschi, e si vergognano tutti, e certe volte fanno pure cilecca per quanto si spaventano. Guarda che certuni sono proprio belli pezzi di ragazzi. Fatti raccontare da Graziella come gli è andata a finire. Certi mi piacciono e vorrei sentirli e godere davvero. Però ci provo almeno il piacere di vederli spingere e soffiare, e mi sento contenta. 41
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